L’Occulto nelle Collezioni Thyssen-Bornemisza
Al prestigioso Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid una mostra seducente e intrigante: Lo Oculto, prorogata fino all’8 ottobre
Madrid. Le Collezioni Thyssen-Bornemisza, estasi artistica imperdibile, sono una fonte inesauribile di bellezza ed emozioni. Cinquantanove opere d’arte di queste collezioni, che rivelano i segni dell’occulto, costituiscono l’abile filo conduttore di una mostra singolare quanto preziosa, realizzata in collaborazione con il Comune di Madrid e curata da Guillermo Solana.
Il Dizionario della Reale Accademia Spagnola definisce le scienze occulte come “pratiche e conoscenze misteriose, come la magia, l’alchimia, l’astrologia, ecc., che mirano fin dall’antichità a penetrare e padroneggiare i segreti della natura”.
La tradizione di pratiche occulte si basa su conoscenze segrete accessibili solo a pochi iniziati e sull’esistenza di qualità latenti negli esseri umani che possono condurci a una metamorfosi o trasmutazione spirituale.
In realtà la religione, il razionalismo e poi il positivismo hanno osteggiato le scienze occulte. Mentre nell’arte le idee e credenze esoteriche hanno trovato il loro spazio attraverso ermetiche allegorie, come nel Rinascimento, o messaggi ancora più criptici nelle avanguardie artistiche del XX secolo. La tradizione esoterica ci fornisce una serie di codici con cui decifrare i significati nascosti.
In base al repertorio delle principali discipline e correnti della tradizione di scienze occulte la mostra è divisa in sette sezioni: Alchimia, Astrologia, Demonologia, Spiritismo, Teosofia, Sciamanesimo e Sogni, oracoli e premonizioni
Alchimia
L’alchimia era praticata in diverse civiltà come in Cina, India e Islam. In Occidente è rintracciabile nell’Egitto ellenistico. L’alchimia non si limita alla trasformazione dei metalli in oro ma è una metafora di una ricerca spirituale più elevata. Perseguitata per secoli l’alchimia si è nascosta in un oscuro linguaggio simbolico. La pittura rinascimentale sicuramente cita allusioni alchemiche che oggi è difficile identificare. Nella prima sala sono esposte opere della scuola ferrarese, della seconda metà del XV secolo, dei pittori Cosmè Tura, dallo stile metallico e scheggiato, Marco Zoppo e Francesco del Cossa.
Con l’avvento del metodo scientifico l’alchimia cadde in declino. Il suo simbolismo però continuò a persistere nell’arte e riemerse nel XX secolo, in particolare con il Surrealismo. Un esempio per tutti il dipinto di Max Ernst Solitary and Conjugal Trees (1940) in cui si vedono due cipressi abbracciati sulla sinistra che evocano le nozze alchemiche in cui si fondono l’elemento femminile (il mercurio) e quello maschile (lo zolfo). Quasi a titolare la sala un’opera in oro con l’inconfondibile taglio al centro di Lucio Fontana: Venezia era tutta d’oro (1961).
Astrologia
L’astrologia si basa sull’osservazione e sull’interpretazione delle posizioni e dei movimenti delle stelle a scopi predittivi. Ritroviamo una pagina con i segni dello zodiaco in un pannello del XV secolo di Gabriel Mälesskircher, San Marco evangelista. Se le scoperte di Galileo estromisero dalla scienza l’astrologia questa trovò sempre spazio nell’arte. Come nei due dipinti del XVII secolo di Sebastiano Ricci: Bacco e Arianna e Nettuno e Anfitrite che raccontano il mito della nascita delle costellazioni.
Nel Cristo risorto (ca. 1490) di Bramantino la luna, importante per i suoi cicli, è dipinta con un volto umano.
Ritroviamo le stelle anche nelle opere del XX secolo come quelle di Joan Miró o nei teatrini magici di Joseph Cornell, che fin da piccolo era interessato all’osservazione del cielo e degli astri. Nella sua opera in mostra il cerchio metallico sospeso rappresenta la luna che controlla le maree. Le coppe di cristallo sono la culla della vita, i quattro cilindri raffigurano i membri della famiglia dell’artista e ai lati stanno le costellazioni.
Demonologia
Di suggestioni per il demoniaco è piena l’iconografia cristiana. In questa sezione della mostra troviamo una serie di personificazioni del diavolo, capace di infinite trasformazioni.
Alcune volte i demoni sono facilmente riconoscibili come in San Michele che scaccia Lucifero e gli angeli ribelli (1612 circa) della bottega di Rubens, in cui Satana ha un aspetto umano ereditato dai fauni e dai satiri della mitologia classica. A partire dal Rinascimento, come ha dimostrato Daniel Arasse, l’immagine del diavolo si umanizza, in quanto l’umano può scegliere tra il divino e il diabolico.
Oltre i demoni l’arte è popolata anche da volti grotteschi e da altre presenze inquietanti che raffigurano le insidie del Diavolo, come quelle in Gesù tra i dottori (1506) di Dürer e in La Ninfa alla Fontana (1530-34) di Lucas Cranach il Vecchio, ispirata da una xilografia della Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna che mostra una ninfa dormiente svelata da un satiro. Decisamente infernale, con cadaveri e scheletri tra la folla, è la città all’inizio del XX secolo per George Grosz, in Metropolis.
Spiritismo
Nel XIX secolo negli Stati Uniti si sviluppò un grande interesse per la comunicazione con gli spiriti dei morti, attraverso sedute spiritiche. Gli artisti erano affascinati da medium che trasmettevano i messaggi ricevuti dall’aldilà. Nel 1902 Edvard Munch, che frequentava centri di spiritismo sin da giovane, iniziò a sperimentare elementi derivati dalla fotografia spiritica, come la doppia esposizione, per creare l’impressione di fantasmi nell’immagine. Così al centro del Tramonto (1888) di Munch vediamo la sorella Laura, seduta che guarda l’orizzonte, e una figura cancellata, ma ancora visibile, di sua sorella Inger. Tale figura ricorda gli esseri fantasmatici delle precitate fotografie.
John Atkinson Grimshaw non inventò certamente il “notturno” in pittura ma sicuramente creò un nuovo tipo di scenario urbano, rappresentato con un’aura di mistero. Il suo Notte con luna (1888) ha un’affascinante atmosfera gotica.
Uno scenario industriale dall’atmosfera inquietante è creato da Paul Delvaux ne Il Viadotto (1963). Qui uno specchio, sotto al portico sulla destra, riflette una lampada a olio poggiata su un tavolo e sembra aprire una porta verso un’altra dimensione. Il pittore racconta che questi oggetti erano legati alla sua infanzia quando la nonna si metteva gli occhiali, per leggere il giornale con la lampada a olio, era un momento magico. La luce lasciava una parte della stanza in ombra donandole un’aria di mistero.
Teosofia
Nel 1875 l’ucraina Helena Blavatsky e l’americano Henry S. Olcott fondarono a New York la Società Teosofica, una contaminazione di filosofia neoplatonica, tradizione ermetica e religioni asiatiche (soprattutto induismo e buddismo). Praticavano l’uguaglianza, di sesso, razza e credo. All’inizio del XX secolo la teosofia e l’antroposofia ebbero un’influenza importante sugli artefici dell’astrattismo: Kandinsky, Kupka, Mondrian e Giacomo Balla. Lo spiritismo si combinò in Kupka con la teosofia e con il suo spirito anarchico.
Intorno al 1908 Wassily Kandinsky portò avanti uno studio approfondito sulla teosofia, raffigurando le vibrazioni dell’anima come forme e colori. Le sue teorie sono esposte in Lo Spirituale nell’arte, scritto nel 1910. Piet Mondrian si unì alla Società Teosofica nel 1909 e rimase sempre fedele alle sue idee: “Credo che il neoplasticismo sia l’arte del prossimo futuro per tutti i veri antroposofi e teosofi. Il neoplasticismo crea armonia attraverso l’equivalenza dei due estremi: l’universale e l’individuale”. Queste idee sono visualizzate nelle opere esposte: Quadro con tre punti, n. 196 (1914) di Kandinsky e Composizione a colori / Composizione n. I con rosso e blu (1931) di Mondrian.
Sciamanesimo
Molti protagonisti delle avanguardie del primo Novecento erano attratti dalle culture tribali e affascinati dallo sciamanesimo (credenze e pratiche religiose presenti in diverse società indigene). Lo sciamano è un mediatore spirituale, guaritore, i cui poteri divinatori derivanti dalla natura gli permettono di connettere il mondo dei vivi con quello dei morti.
Nella Testa di “Nudo con drappeggio” (1907) di Pablo Picasso il volto è certamente ispirato alle maschere sacre africane. Mentre l’Ovale Luminoso (1925) di Kandinsky ricorda il tamburo magico degli sciamani, il cui suono induceva uno stato di trance e un contatto con gli spiriti.
Durante i suoi rituali lo sciamano s’incarna spesso in diversi animali (un uccello, un orso, un coyote) assumendone anche le sembianze. Ma in fondo l’artista, con il suo comunicare altre dimensioni, non si pone come sciamano?
Sogni, oracoli e premonizioni
I surrealisti erano affascinati dalla conoscenza occulta, dagli stati di trance, dalla scrittura automatica.
Tra i loro interessi c’era l’interpretazione dei sogni e dei fenomeni come premonizioni. Ecco che i sogni assumono una valenza profetica, sono i prodotti della mente in grado di sfuggire ai confini di tempo e spazio. Il dipinto di Paul Delvaux, Donna davanti allo specchio sembra una sfinge che interroga se stessa, da notare le due fasce che pendono dallo specchio come fossero due zampe, forse un richiamo a una celebre opera di Ingres.
Proprio L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud ha fornito una delle basi per il “metodo critico paranoico” di Salvador Dalí. Nel suo Sogno causato dal volo di un’ape attorno ad una melagrana un secondo prima del risveglio è il ronzio dell’ape che provoca il sogno di Gala che sembra diventare una premonizione, una puntura d’ape che risveglierà la donna addormentata.
Dell’artista René Magritte è La chiave dei campi (1936), il titolo è un’espressione che significa “partire per fuggire da un posto”. Il vetro rotto della finestra rappresenterebbe la liberazione della mente dalle costrizioni di spazio-mente. Un’aura inquietante, di minaccia imminente, è conferita anche al Ritratto di Christian Schad e al Ritratto di George Dyer in uno Specchio di Francis Bacon. George Dyer, amante dell’artista, fu trovato morto per un eccesso di droga e alcol. Nel ritratto il suo volto allo specchio è spaccato in due parti.
Ogni racconto di questa mostra non può sostituire la sua magia, lasciatevi trasportare dal flusso delle opere rimanendone incantati.
Informazioni
Titolo: Lo Oculto nelle Collezioni Thyssen-Bornemisza
Prorogata fino all’8 ottobre 2023
Sede: Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
Con la collaborazione del: Comune di Madrid
Curatore: Guillermo Solana, direttore artistico del Museo Nacional Thyssen-Bornemisza.
Elegante il Catalogo con testi di Guillermo Solana, un gioiello editoriale
Indirizzo: Paseo del Prado, 8. 28014, Madrid. Gallerie delle Esposizioni temporanee, piano terra
Orari: Martedì a domenica dalle 10 alle 19; Sabato dalle 10 alle 21. Chiuso il lunedì
Biglietti: Combinato: Collezione Permanente e Mostre temporanee
Standard: 13 € – Ridotto: 9 € – ingresso libero per visitatori di meno di 18 anni, disoccupati, disabili. Famiglie numerose, docenti e possessori della Youth Card e European Youth Card.
Acquisto anticipato del biglietto al desk ticket del museo, sul suo sito o telefonicamente: + 34 91 791 13 70. Informazioni: www.museothyssen.org