Pantone ‘Nero Frans Hals’

I capolavori di Frans Hals in mostra al Rijksmuseum di Amsterdam, fino al 9 giugno 2024
Amsterdam. Dopo il successo della mostra monografica dedicata a Vermeer (2023), il Rijksmuseum ha allestito la sua prima grande mostra dedicata a Frans Hals, ritrattista del Secolo d’Oro olandese. Questa è la prima grande e importante mostra delle sue opere negli ultimi trenta anni. Hals fa parte dei “tre grandi” pittori del periodo, insieme a Rembrandt (1606-1669) e Vermeer (1632-1675).
Frans Hals (Anversa 1582/1584 – Haarlem 1666) è stato un artista olandese tra i più famosi e innovativi del XVII secolo. Le pennellate sciolte, libere e spesso visibili evocano una vitalità e un’impressione di movimento nei suoi ritratti, a differenza di quelli dei contemporanei piuttosto rigidi e in posa. La sua fama di ritrattista è tale che nel 2012 due dei suoi ritratti sono stati battuti per oltre 11 milioni di euro presso la casa d’aste Christie’s di Londra.

Fino al 9 giugno è possibile ammirare il dipinto forse più celebre di Hals: Il cavaliere che ride (1624), che ritorna in patria per la prima volta dopo oltre 150 anni grazie al prestito della Wallace Collection di Londra, dove si trova dal 1870. Un’opera iconica del pittore in cui esprime al meglio la sua dote nel saper dipingere le persone che sorridono, quasi una Gioconda al maschile. Una caratteristica che lo rese così unico nella pittura olandese del XVII secolo che il dipinto fu venduto nel 1865 per una cifra astronomica, divenendo famoso. I suoi abiti sfarzosi inducono a ritenere che non sia un uomo sposato, in quanto gli uomini coniugati vestivano, all’epoca, in modo più sobrio.

Si conosce poco della vita del pittore. Per certo sappiamo che è nato ad Anversa (Paesi Bassi meridionali) durante la rivolta olandese contro la Spagna, conosciuta come la Guerra degli 80 anni (1568-1648) Quando Anversa cadde in mano agli spagnoli nel 1585, la famiglia Hals si trasferì, come molti artisti e lavoratori tessili delle Fiandre, nella città di Haarlem (nel nord dei Paesi Bassi), dove iniziò il Secolo d’oro della pittura olandese. Dal 1620 Haarlem diventò, e lo è ancora oggi, la capitale di produzione dei tulipani.

Ad Haarlem Frans Hals divenne apprendista presso Karel van Mander (1548-1606), pittore, biografo e teorico dell’arte. Nel 1610 Hals si iscrisse come “assistente pittore” presso la Sint Lucas Guild (la corporazione degli artisti) di Haarlem e dopo aprì il suo studio. Nello stesso anno sposò Anneke Harmens (figlia di un imbianchino) da cui ebbe tre figli. Anneke morì in giovane età, nel 1615, il pittore si risposò due anni dopo con Lysbeth Reyniers (giovane bambinaia dei suoi figli), con la quale, sembra, ebbe otto figli. Dal 1612 in poi prestò servizio nella milizia civile di Haarlem.

Frans Hals si specializzò nei ritratti, che gli procurarono parecchie commissioni. Dipinse fino a tarda età ed è, di un anno o due prima della sua morte (all’età di 84 anni), l’opera: i Reggenti dell’Ospizio dei vecchi. L’artista fu sepolto nella zone dell’altare a Sint Bavokerk ad Haarlem. Ancora è dibattuto il numero esatto dei suoi dipinti: sicuramente oltre 160 opere. Nonostante il successo ottenuto durante la sua vita la fama di Hals decadde nel XVIII secolo. La collezione del Rijksmuseum contiene nove opere del pittore di Haarlem e ad aprire la mostra un dipinto famoso del museo: L’allegro bevitore (The Merry Drinker), ritratto di un miliziano alticcio, che sorride allegramente. Hals era abile nell’influenzare lo spettatore con espressioni facciali come questa.

Lo stile. La sua pennellata è veloce e meno materica di quella di Rembrandt. Nei ritratti non persegue la precisione quanto piuttosto l’impressione, l’espressione o l’effetto. Mentre Hals indugia nei dettagli, in stile fiammingo,come i polsini di pizzo o i colletti. Questo stile fluido, apparentemente facile, sembra creare opere velocemente. Gli artisti a lui contemporanei usavano invece pennellate fini per dipingere immagini dettagliate. Hals iniziava i suoi dipinti con uno schizzo approssimativo utilizzando contorni grigi.
Per la sua pennellata fluida, espressiva e gestuale, e per le impressioni che riusciva a trasmettere, Hals fu uno degli artisti prediletti dagli impressionisti. Verso la fine del XIX secolo Haarlem fu una meta frequentata dai protagonisti del movimento impressionista internazionale. Alcuni come Vincent Van Gogh (1853-1890), James McNeill Whistler (1834-1903) e Max Liebermann (1847-1935) visitarono la città per vedere il lavoro di Hals.

Altra sua caratteristica inconfondibile è l’uso del colore nero. Riesce a renderne infinite sfumature, brillantezza e riflessi. Un nero profondo, a volte vellutato, a volte brillante, lucido, reso ancora più nero e profondo dall’accostamento ai merletti bianchi. Pertanto, come nel caso del nero assoluto di Anish Kapoor, parlerei di “Nero Frans Hals”. Vincent Van Gogh, suo ammiratore, scriveva al fratello Theo (ottobre 1885): “Frans Hals deve avere almeno ventisette neri”.
Un’altra caratteristica altrettanto del suo stile era il modo in cui metteva in posa i soggetti dei suoi ritratti. Spesso il soggetto è seduto di sbieco e rivolto verso lo spettatore.

Hals dipinse ritratti di persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali: signori, ubriachi, bambini, prostitute, truffatori e anche persone con problemi mentali (come il suo ritratto, Malle Babbe, della donna forse malata di mente). Uno dei figli di Hals, probabilmente affetto da disturbi mentali, finì in una casa di correzione.
Il Ritratto di coppia mostra due amanti dipinti in modo informale, sconveniente in quel periodo, poiché nemmeno moglie e marito mai apparivano nello stesso ritratto. Soprattutto la posa dei due protagonisti risulta libera e audace se messa a confronto con il Ritratto di Tieleman Roosterman e di Catharina Brugman, dove i due protagonisti stanno separati in due quadri.

Hals è famoso anche per le grandi dimensioni dei suoi dipinti come i Ritratti di gruppi della milizia civile.
Lui stesso era un membro della milizia. Le milizie erano formate da cittadini armati che avevano il compito di mantenere la pace e l’ordine nella città in tempo di pace e la difendevano in tempo di guerra. Anche in questi ritratti Hals rompe con la tradizione che voleva tutti i soggetti raffigurati in piedi e in posa rigida. Il pittore decide invece di ritrarli in atteggiamenti dinamici. I personaggi in pose diverse contribuiscono a dare una impressione di movimento.

I miliziani sono ritratti in pose disinvolte mentre parlano, ridono, conversano. L’artista ha dipinto in totale sei ritratti di gruppi di milizie civili, di cui cinque appartenevano alle milizie di Haarlem. L’eccezione è il ritratto di una milizia di Amsterdam. Hals è l’unico pittore ad aver portato a termine sei commissioni per ritratti di gruppi della milizia civile. I due banchetti della guardia civica in mostra sono stati eseguiti in onore dell’addio degli ufficiali, che lasciavano i loro incarichi dopo tre anni.

Frans Hals è conosciuto anche come il “maestro del sorriso“, uno dei rari artisti nella storia dell’arte occidentale ad aver dipinto con successo persone che sorridono e ridono. Riusciva a ritrarre i suoi soggetti sorridenti in modo sorprendentemente naturale. Soprattutto quando ritraeva persone provenienti dai ceti più bassi le raffigurava in modo più libero, sorridenti e persino a denti scoperti. Tali personaggi popolari erano l’espressione della sua gioia di vivere.
Il numero dei soggetti dei dipinti in mostra al Rijksmuseum consentono di conoscere le loro identità e la società del tempo.

Nel Gruppo di famiglia in un paesaggio, 1646 circa è raffigurata la famiglia di Jacob Ruychaver. Per diversi anni Jacob fu governatore nell’attuale Ghana, da dove gli schiavi venivano deportati in America. Il ragazzo africano, unico personaggio diverso anche nell’abbigliamento, è quasi sicuramente al servizio della famiglia. Ruychaver potrebbe averlo portato con sé al suo ritorno ad Haarlem.
L’inserimento di un bambino di colore in un dipinto olandese, a partire dagli anni Trenta del XVII secolo, era sempre più frequente perché gradito alle famiglie benestanti quale elemento esotico identificativo di uno status. L’oggetto nella mano del ragazzo non è chiaramente identificabile. La scena apparentemente amena con i protagonisti sorridenti, tranne il ragazzo africano, racconta molto sulla società altolocata dell’epoca e sullo schiavismo. L’espressione del ragazzo, anche per contrasto con quella degli altri personaggi, infonde profonda tristezza e riflessioni su quanto i vantaggi economici hanno perpetrato a danno delle popolazioni africane più deboli.

Una sezione della mostra è dedicata anche ai ritratti di piccolo formato. Una scelta forse dettata dai committenti che amavano tenere tra le mani il loro ritratto oppure pagarlo meno in considerazione delle dimensioni ridotte.
Il gran numero di commissioni ottenute per i suoi dipinti rese Hals piuttosto ricco, almeno fino al 1640, ma la sua situazione economica rimase instabile. Con la sua famiglia viveva in affitto e cambiarono casa molte volte. Hals. Dalla metà degli anni ’50, aveva circa 70 anni, la sua produzione diminuì. Così verso la fine della sua vita il pittore chiese un supporto finanziario alle autorità della città di Haarlem.

Verso la fine della sua carriera, come si evince dai due ritratti di gruppo dei reggenti dell’ospizio dei vecchi, eseguiti dall’artista ottantenne, Hals applicava la pittura in modo libero e sciolto, lasciando persino sgocciolature visibili. La donna seduta sulla destra, in Reggenti dell’Oudemannen-huis, osserva lo spettatore con un’aria maestosa e un po’ distaccata. Tuttavia la sua mano sottile e tesa, dipinta con poche pennellate disinvolte, ce la fa apparire in qualche modo fragile. Mentre le reggenti erano responsabili delle faccende domestiche i reggenti si occupavano delle finanze. Le reggenti appartenevano alla borghesia benestante e sentivano come loro dovere il prendersi cura di chi era meno fortunato. Oggi proprio l’ospizio è la sede del Frans Hals Museum.

La mostra ha il pregio di aver selezionato molti dipinti che abbracciano l’intera opera dell’artista. Tra gli importanti prestiti internazionali la mostra vanta: Il cavaliere che ride (1624, Wallace Collection, Londra), che viene prestato per la prima volta dal 1870; il Ritratto di Catharina Hooft con la sua nutrice (1619/20 circa) e Malle Babbe (1640 circa, Gemäldegalerie, Berlino); Gruppo familiare in un paesaggio (1646 circa, Museo Nacional Thyssen-Bomemisza, Madrid) e Suonatore di liuto (1623 circa, Museo del Louvre, Parigi). La festa degli ufficiali della milizia di San Giorgio (1616, Museo Frans Hals) ha lasciato la sua sede, Haarlem, per la prima volta.

La Gemäldegalerie di Berlino ospiterà la mostra di Frans Hals dopo questa di Amsterdam. Ma a differenza delle mostre di Berlino e quella precedente (alla National Gallery di Londra) che adottano un approccio cronologico, la mostra del Rijksmuseum ha preferito un’esposizione tematica che ha convinto per contenuti e conoscenza del modus operandi dell’artista. Ognuna delle dieci sale della Phillips Wing è dedicata a un tema sviluppato dal lavoro di Hals, come sorrisi e risate, famiglia, soggetti maschili, piccoli dipinti e ritratti di gruppo.

I curatori della pittura olandese del XVII secolo del Rijksmuseum, Friso Lammertse e Tamar van Riessen, hanno curato la mostra in collaborazione con Bart Cornelis. Il progetto della mostra è dell’architetto e designer francese Jean-Michel Wilmotte. Il progetto grafico della mostra e delle pubblicazioni relative è della designer olandese Irma Boom.

Informazioni
Rijksmuseum
Orario: Tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00
Indirizzo: Museumstraat 1, Amsterdam
Biglietti