Venezia 80. The Palace, l’ultima provocazione di Roman Polanski

Venezia 80. The Palace, l’ultima provocazione di Roman Polanski

Un capodanno estremo, l’ultimo dello scorso millennio, con protagonisti esageratamente ricchi in un luxury hotel. Il capitalismo ultimo atto. Già al cinema

THE PALACE - Oliver Masucci Credits photo by M. Abramowska
THE PALACE – Oliver Masucci Credits photo by M. Abramowska

Presentato Fuori Concorso alla Biennale Cinema 2023 potrebbe sembrare la versione capitalistica, eccessiva ed eccentrica di Grand Budapest Hotel ma Roman Polanski (premio Oscar), polacco naturalizzato francese (entrambi i genitori in campo di concentramento), va oltre. Proprio questo suo essere oltraggioso, oltre le righe, eccessivo e sgradevole l’ha reso inviso alla critica.

THE PALACE - Fanny Ardant Credits photo by M. Abramowska
THE PALACE – Fanny Ardant Credits photo by M. Abramowska

Il Palace Hotel è un lussuoso castello, stile Gstaad, che svetta sulle montagne svizzere. In questa atmosfera fiabesca, e innevata, ogni anno si radunano ricchi e viziosi ospiti per celebrare il rito del capodanno. Il regista sceglie l’avvento del 2000. Uno stuolo infinito di camerieri, facchini, cuochi e receptionist è pronto a esaudire le più stravaganti esigenze dei facoltosi e viziati ospiti.
Il film inizia con l’ispezione dello staff, stile militare, di Hansueli, devoto manager cinquantenne del suntuoso albergo, prima dell’arrivo degli ospiti la sera del 31 dicembre 1999: “Alle otto in punto ceneranno ai nostri tavoli delle persone davvero importanti. Le vite di milioni di persone dipenderanno dall’umore con cui questi se ne andranno la mattina dopo. È nostro dovere assicurarci che non gli si atrofizzino le chiappe perché le sedie sono troppo dure, che si rimpinzino di caviale fino a esplodere e che lo champagne gli esca dal naso e dalle orecchie. È chiaro?”.

PRESS CONFERENCE - THE PALACE - Actor Oliver Masucci Credits Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia - Foto ASAC
PRESS CONFERENCE – THE PALACE – Actor Oliver Masucci Credits Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC

Ma nell’aria aleggia l’ansia da Millennium Bug e il timore che dopo la mezzanotte i conti dei grandi finanzieri possano subire pericolose variazioni a causa del blocco dei sistemi informatici.
Il rito viene celebrato con stravaganze ed eccentricità di ogni genere: cani con problemi di evacuazione e poveri pinguini scambiati come doni.
Una commedia noir, con tinte di amaro sarcasmo, su un’umanità assurda e insopportabile. E qui è la provocazione di Polanski: la fine del 1999 è soltanto la fine di un secolo, di un millennio degradato o di una specie sull’orlo dell’estinzione?

THE PALACE - Bronwyn James Credits photo by M. Abramowska
THE PALACE – Bronwyn James Credits photo by M. Abramowska

Oliver Masucci è un impeccabile direttore che nonostante il suo impegno non riesce a non far tracimare la serata, Mickey Rourke è un volgare criminale finanziario, John Cleese, un vecchio miliardario sposato con una giovane straripante, è un defunto imbottito di viagra che non deve morire fino all’anno nuovo, una deliziosa Fanny Ardant è alle prese con la stitichezza del suo cagnolino e Luca Barbareschi interpreta un pornoattore in declino. Mentre questo clima assurdo lievita sotto scorre la “storia”: la televisione trasmette le dimissioni di Boris Eltsin e le dichiarazioni del giovane Vladimir Putin destinato a succedergli. Ma nella farsa del capodanno ci sono anche i russi, mafiosi impellicciati, con borse piene di soldi che se la spassano con pseudo-modelle e politici corrotti.

PRESS CONFERENCE - THE_PALACE - Actress Fanny Ardant Credits Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia - Foto ASAC
PRESS CONFERENCE – THE_PALACE – Actress Fanny Ardant Credits Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC

Di questa corte kitsch fatiscente fanno parte anche vecchie signore adorne di botox, gioielli e cagnolini. Questa commedia dell’assurdo si svolge tutta in una notte dove l’inevitabile sta per esplodere in un fuoco d’artificio di gag.
Questo lussuoso kitsch scaturisce dall’esperienza del regista che racconta: “Per quasi mezzo secolo ho frequentato un luogo in Svizzera dove si trova un hotel di lusso, appartenente alla categoria 5* Superior Hotel, noto come Gstaad Palace. Ho osservato la vita di questo albergo, dove soggiorna un’élite estremamente ricca e poliglotta, attorno alla quale si muove il proletariato dell’hotel. Questi due mondi sono, a loro modo, esilaranti, a volte persino grotteschi. Tutto li separa, a partire dalle loro opinioni politiche. Li unisce solo la figura del direttore dell’albergo, che si prende cura di tutti e cerca di accontentare tutti, a volte in verità leccando i piedi sia ai clienti che ai subordinati. Con abilità diplomatica, trova una via d’uscita dalle situazioni più improbabili.

THE PALACE - Oliver Masucci Credits photo by M. Abramowska
THE PALACE – Oliver Masucci Credits photo by M. Abramowska

Una volta sono stato invitato a trascorrere il Capodanno in questo hotel. Era la vigilia dell’anno 2000, nel bel mezzo del panico generale causato dalle voci sul “millennium bug” che avrebbe dovuto portare alla fine del mondo dei computer. Vidi in pieno il carosello assurdo che si agitava. L’idea di fare un film su questo mondo esotico mi è venuta immediatamente. Doveva essere una commedia, un po’ brusca e sarcastica, severa nei confronti dei personaggi del film, ma non priva di un tocco di indulgenza e simpatia.
Per varie ragioni, ho rimandato questo progetto per anni. Ora, in prossimità del mio 90° compleanno, mi sono detto che potevo concedermelo e che non si sarebbe presentata un’occasione migliore.”

Questa sfilata di personaggi grotteschi, comici e tragici allo stesso tempo, dalla ricchezza impudica, alimenta lo sguardo caustico e impietoso del regista. Un capodanno luxury e paillettes che si trasforma in una danza macabra. Priva del raffinato cromatismo di James Ensor è scolpita dalla volgarità della ricca borghesia. Per questo il riferimento al Fascino discreto della borghesia di Luis Buñuel è forse il più immediato, ma il sarcasmo di cui è intriso il film e il finale lo differenziano.

Se questo film ha scandalizzato forse il regista ha raggiungo il suo obiettivo. Hector Berlioz, un grande compositore bistrattato dalla critica, consigliava “Romek” (come era chiamato dagli amici Roman Polanski): “Comincia a raccogliere le pietre che ti lanciano; costruiranno il tuo futuro piedistallo”.

The Palace – Voto 8,5 (max 10)

Informazioni

Biennale Cinema 2023

01Distribution

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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