RoFF18. La zona d’interesse (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer

RoFF18. La zona d’interesse (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer

La glaciale quotidianità dentro la Interessengebiet, area o zona d’interesse. In uscita nelle sale italiane il 25 gennaio 2024

Festa del Cinema di Roma 2023. Il film, che si è aggiudicato il secondo più importante riconoscimento della 76.ma edizione del Festival di Cannes: il Grand Prix (Premio della Giuria), è tratto dall’omonimo libro di Martin Amis (pubblicato nel 2014), che sia Gallimard, una delle più grandi case editrici francesi, che la tedesca Hanser rifiutarono di pubblicare.

Rudolf Höß, (Christian Fiedel), comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig, (Sandra Hüller), i loro cinque figli, oltre a vario personale di servizio, vivono in un’amena villetta di due piani, con giardino, piscina e orto confinante con il campo, nella zona d’interesse, invisibile agli occhi ma da cui si alzano le grida, il fumo e le ceneri nel cielo 24 ore al giorno.

Hedwig, La zona d'interesse
Hedwig

Le giornate trascorrono tranquillamente con Hannah Doll e i bambini accuditi che giocano liberi, in attesa di pranzi o cene di tutto rispetto. Mentre uno dei figli maggiori, primo segnale macabro, colleziona denti e protesi in metalli vari tra cui l’oro.

Suo marito, Paul Doll (versione romanzata dello spietato comandante di Auschwitz del periodo in questione, Rudolf Höss) analizza l’ottimizzazione dello sterminio, con camere a gas convertibili in un istante a forni crematori. Una costruzione ovale con camere separate da porte laterali che danno accesso alle camere adiacenti. Costruite nel rispetto dei venti che, una volta terminato il ‘lavoro’ nella prima camera, con l’apertura della porta consente al fuoco di entrare nella seconda camera con gli ebrei già asfissiati dai gas e così via h24.

La famiglia, la zona d'interesse
la famiglia

Il tempo impiegato per il sequenziale lavoro permette di poter pulire la prima camera, già raffreddata, dalla cenere dei corpi, così da prepararla per il successivo ingresso di ebrei.
Come in una normale riunione di lavoro, con efficienza disumana, si decide da quali stazioni ferroviarie far arrivare contemporaneamente i treni carichi di ebrei, affinchè il trasporto di 3 milioni di persone non determini “colli di bottiglia”.

Le notti non sono mai buie e silenziose. Dietro quell’immenso muro si alzano i bagliori di fuoco, le urla strazianti e le ceneri sollevate dal vento che offrono un agghiacciante contrasto della vita ne “La zona d’interesse”.

La zona di interesse
La zona di interesse

La madre di Hedwig, ospitata per la prima volta nella bella casa della figlia, dopo i primi momenti di allegria, i complimenti e le congratulazioni alla figlia per aver raggiunto un così alto traguardo sociale, la notte non riesce a resistere a quella cinica assurdità e la mattina successiva sparisce senza nessuna spiegazione.

Un film molto duro, ma allo stesso tempo sottile, sull’apparente banalità del male. Senza mostrare le immagini cruente del campo di concentramento, il film è giocato tutto sul suono e sulle atmosfere inquietanti. Il sonoro del film fatto di urla strazianti, se ascoltato a occhi chiusi, è ben lontano dalle immagini edulcorate della famiglia “normale”. Eppure a poco a poco anche quella famiglia lascia intravedere le sue crepe. I personaggi ben delineati sono volutamente ciechi e sordi su ciò che accadeva oltre il muro. Lontano dalla favoletta de “La vita è bella” di Roberto Benigni.

Il film girato da Jonathan Glazer, con la fotografia di Łukasz Żal è una co-produzione anglo-polacca. Il regista ha utilizzato anche telecamere termiche per una visione distorta del mondo. L’inquietante colonna sonora, composta da Mica Levi, ci cala nel profondo degli inferi, eppure erano uomini non diavoli.

The Zone of Interest – Voto 9 (max 10)

Informazioni

Festa del Cinema di Roma

Prodotto da A24 ed Extreme Emotions, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Marco De Felicis

Viaggiatore curioso ed interessato alla cultura delle popolazioni che ci hanno preceduto. Fotografo, videomaker e strumentista

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