Gwangju Biennale: “To where the flowers are blooming” a Venezia
Gwangju Biennale 5.18 Democratization Movement Special Exhibition in Venice
La Fondazione Biennale di Gwangju e la città di Gwangju (Corea del Sud) presentano Dove sbocciano i fiori, una mostra speciale del Movimento per la democratizzazione 5.18 nello Spazio Berlendis, a Venezia fino al 27 novembre 2022. Lo Spazio Berlendis, ex falegnameria di Squero Fassi, è uno dei più antichi cantieri navali di Venezia. Ora, restaurato, è diventato uno spazio dedicato all’arte e destinato a ospitare eventi culturali e mostre.
La Biennale di Venezia rappresenta una vetrina, oltre che per gli artisti, anche per altre manifestazioni e biennali. “Something Out of It” è il progetto presentato da LIAF– Lofoten International Art Festival (manifestazione biennale d’arte contemporanea) – come anteprima della prossima edizione alle isole Lofoten (apertura il 3 settembre p.v.). A curare la biennale, e il progetto di anticipazione a Venezia, il duo italiano Francesco Urbano Ragazzi.
Annunciato anche il tema della 14a Biennale di Gwangju (7.4 – 9.7.2023), curata da Sook-Kyung Lee: l’acqua morbida e debole, capace di abbracciare contraddizioni e paradossi. Per pensare il nostro pianeta condiviso come un sito di resistenza, coesistenza, solidarietà e cura, considerando il potenziale trasformativo e riparativo dell’acqua come metafora, una forza e un metodo. L’acqua produce un cambiamento, non con un effetto immediato ma con la resistenza e la pervasività della dolcezza.
Per un futuro comune dell’umanità è necessaria una prospettiva che trascenda i confini nazionali o regionali. Serve una cosmologia relazionale. La biennale intende presentare il pianeta come uno spazio condiviso, interconnesso e senza confini.
Un altro obiettivo della Biennale coreana è quello di affrontare l’identificazione storica di Gwangju come “Yehyang (una regione d’arte e cultura)”, nota per la sua calligrafia, pittura a inchiostro, Pansori (narrazione musicale coreana), laccati e altre arti e mestieri tradizionali.
A un sistema di conoscenza occidentale, coloniale si vuole proporre un altro sistema: conoscenze ancestrali e indigene radicate nelle rispettive storie e identità culturali. Siamo chiamati a imparare, a esistere insieme nelle nostre differenze, a trovare solidarietà sia nelle nostre affinità che nelle nostre singolarità.
La celebrazione del Movimento di democratizzazione 5.18, ‘dove sbocciano i fiori’, è iniziata a Seoul (Corea) nel maggio 2020 ed è nata per commemorare il 40° anniversario del movimento e diffondere la sua memoria alla comunità intera. Dopo due anni di rinvio, a causa della pandemia di Coronavirus, la mostra è finalmente arrivata a Venezia.
Il titolo è una frase, “dove i fiori sbocciano”, tratta dal romanzo di Han Kang “Human Acts” (“Atti umani”, Adelphi, 2017). Questo ripercorre i dieci giorni dal 18 maggio 1980. Il sesto e ultimo capitolo narra di una madre che ha perso il figlio, conduce in un luogo lontano dalle tenebre, “dove sbocciano i fiori”.
Il 18 maggio o “5.18” (o “cinque-uno-otto”, in coreano) si riferisce alla rivolta civile avvenuta a Gwangju dal 18 al 27 maggio 1980, per protesta contro la violenza militare sotto la legge marziale. Durante quei giorni oltre 160 persone sono state uccise, oltre 80 sono scomparse e circa 5.000 sono rimaste ferite. La rivolta – guidata da studenti, professori dell’Università Nazionale e sindacalisiti – venne repressa dai militari. Ma i resoconti del massacro non sono stati messi a tacere. Molte persone hanno rischiato la vita per far conoscere ciò che era accaduto a Gwangju. La resistenza è culminata nella Lotta di giugno (1987), che ha permesso alla Corea di raggiungere la democrazia, rovesciare il dittatore, rivedere la costituzione ed eleggere direttamente i presidenti.
I responsabili delle uccisioni sono stati puniti. L’onore di coloro che erano coinvolti nella protesta è stato ripristinato. Le vittime hanno ricevuto un risarcimento e delle scuse dallo stato. Ora il 5.18 è commemorato a livello nazionale. Come evento storico, il 18, non è più associato esclusivamente alla Corea. La canzone tributo March for the Beloved, scritta per commemorare la tragedia, è cantata in numerosi paesi asiatici, in occasione di manifestazioni per la democrazia, i diritti umani e la pace. Però ancora non si conoscono i nomi delle persone scomparse e chi ha ordinato ai soldati di aprire il fuoco.
L’esposizione è curata dal dipartimento della Gwangju Biennale Foundation. La mostra è composta da tre sezioni con undici artisti partecipanti. La prima, un archivio curato da Yoo Kyoungnam (un ricercatore dell’Istituto 5.18 della Chonnam National University), è una introduzione del movimento di democratizzazione. Delinea il 5.18 e la storia della democrazia in Corea.
La seconda sezione è composta da opere commissionate dalla Biennale di Gwangju per compiere una ricerca sulla storia della città e sul Movimento per la Democratizzazione. La terza sezione riflette sul movimento di democratizzazione in Gwangju e sull’attivismo contemporaneo. Inizia con la serie May Print di Hong Sung-Dam, che parte da maggio 1980. L’artista presenta una interessante raccolta di 50 xilografie che documentano il movimento e i residenti di Gwangju. Le stampe sono corredate da una sua poesia a integrazione di un libro che racconta la storia del 5.18.
Il lavoro di Choi Sun, contenente il respiro umano, ricorda agli spettatori che la democrazia, come l’aria, deve essere vissuta e respirata. L’artista cattura e raccoglie il respiro di persone di diverse età, razze, nazionalità , sesso, religione o disabilità. Ogni partecipante soffia alcune gocce di inchiostro blu su una tela bianca. E il respiro è uguale per ogni essere umano.
La politica della memoria di Jin Meyerson collega un dipinto a un sito commemorativo a Gwangju. I suoi dipinti immersivi sono stati presentati in numerose mostre personali e collettive. Il dipinto Leviathan. 2010 è stato creato mentre l’artista viveva a Parigi e stava rientrando in Corea dopo 30 anni di assenza.
Gli organizzatori hanno dichiarato: “In un momento in cui l’umanità sta affrontando varie sfide accompagnate da una maggiore discriminazione e odio, dove sbocciano i fiori servirà come opportunità per noi di condividere i nostri pensieri e cercare direzioni future con linguaggio artistico e immaginazione come i nostri media”.
La Biennale coreana vuole essere una ricognizione su come gli artisti, da diverse parti del mondo, stanno rispondendo alle crisi attuali che stanno colpendo il pianeta. Dalla pandemia alle guerre, alla crisi dei rifugiati, fino al razzismo e alle catastrofi climatiche. La Biennale punta ad abbracciare questioni globali apparentemente diverse, ma ugualmente impellenti, come una rete che investe l’intero pianeta e i suoi abitanti. Problemi che richiedono una visione planetaria condivisa.
Informazioni
5.18 Democratization Movement Special Exhibition in Venice
“to where the flowers are blooming” (Dove sbocciano i fiori)
Date: 20.4.2022 ~ 27.11.2022
Sede: Spazio Berlendis, Venice Italy
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00
Organizzazione: Gwangju Biennale Foundation, Gwangju Metropolitan City