RoFF18. Estranei (All of us strangers), il dolore del mondo queer
Estranei: omosessualità, solitudine e fantasmi. La nuova pellicola di Andrew Haigh
Presentato nella sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma, Estranei – nei cinema nel 2024 – è tratto dall’omonimo romanzo di Taichi Yamada.
L’incipit del film ci immerge in un sobborgo di Londra, nel palazzo disabitato dove vive il protagonista Adam (uno strepitoso Andrew Scott). È uno scrittore solitario senza una età precisa. Ha gli occhi di un bambino dal cuore spezzato, l’inesperienza di un adolescente (deve ricordare di prendere fiato quando bacia) e infine è un adulto volutamente isolato a causa di traumi infantili irrisolti.
Così scopriamo che i suoi genitori sono morti in un incidente stradale. Sembra cercarli nella sua giornata condita da silenzi e sguardi nel vuoto. La sua routine viene spezzata quando bussa alla sua porta Harry, un ragazzo omosessuale (Paul Mescal che incarna perfettamente il fallito ma anche l’erotismo di un cuore solitario). Adam inizialmente è combattuto se lasciarlo entrare nella propria vita, ma poi, anche tediato dalla sua solitudine, inizia una relazione con Harry che condivide un’analoga sfortunata situazione familiare. Harry ha un rapporto conflittuale con entrambi i genitori.
Per trovare il suo equilibrio ed essere felice Adam dovrà fare i conti con il suo passato. Visita la sua vecchia casa dove ritrova i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) come li aveva “lasciati”. Sono vestiti come prima dell’incidente con abbigliamento anni Ottanta, crucciati per non aver capito le esigenze del figlio. “Non mi sono gustata le tue marachelle” gli confessa scusandosi la madre, “Mi dispiace non averti chiesto perché piangevi” straziato esclama il padre cercando di capire il loro figlio tanto amato.
Oltre l’elemento fantasmatico, in questa parte, tenendo sempre il sottile confine tra il reale e l’immaginario, assistiamo a un’indagine sull’evoluzione dell’omosessualità. Come viene percepita da differenti generazioni. Diventa evidente l’imbarazzo dei genitori che non riuscono a capire le sofferenze di Adam.
Si cerca nel passato per comprendere il presente ma nonostante le difficoltà emerge l’amore incondizionato della mamma che dice al papà, divinizzando la potenza del loro attaccamento: “Nonostante i problemi sono felice di essere stata con te”.
Haigh, regista dichiaratamente gay e da sempre sensibile alle tematiche LGBTQ+ con pellicole come Weekend e 45 anni, sceglie, dopo il dramma vissuto durante tutto il film, un finale che ridà speranza. Un cielo stellato in cui si trasforma l’abbraccio dei due protagonisti. Non siamo gli unici a sentirci soli. C’è tanta gente intorno a noi nella nostra stessa situazione e insieme è possibile uscire dall’isolamento. Non a caso la musica che accompagna l’ultima inquadratura è Power of Love. La colonna sonora, con canzoni da discoteca attuali e anni Ottanta, rende il film un piccolo gioiello cinematografico.