GOLGOTA al Teatro dell’Opera di Roma, le suggestioni di Bartabas

GOLGOTA al Teatro dell’Opera di Roma, le suggestioni di Bartabas

Ci auguriamo che il sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes continui a internazionalizzare la programmazione con opere come “Golgota” di Bartabas. Théâtre équestre Zingaro (andato in scena già a settembre al Festival Torinodanza), che a pieno diritto, per la sua contaminazione di arti e performance, fa parte dell’arte contemporanea.

 

Ingresso Teatro

Bartabas (ideatore, regista e coreografo di Golgota) ha portato sul palcoscenico la sintesi di un percorso storico-artistico-iconografico-musicale-coreutico, che inizia dalla Spagna del Seicento (con i suoi riferimenti all’Inquisizione, l’uomo-penitente che si autoflagella). Ma allo stesso tempo è straordinariamente ‘contemporaneo’ per il suo lavoro di ‘sottrazione’ che diventa essenzialità e purezza.

Golgota_Foto di scena_©Nabil Boutros

Sottrazione di colori (solo il rosso entra in scena). Il contrasto tra bianchi e neri è lo stesso delle mistiche tele secentesche del pittore spagnolo Francisco de Zurbaràn. Il contrappunto luministico tra luce e ombra ricorda le sciabolate di luce nel buio delle tele di Caravaggio. Ma il riferimento iconografico più immediato è ai “Caprichos” (ultimo decennio del XVIII secolo) di Goya. Lo stesso contrasto tra la luce e il buio della notte e della ragione. La stessa umanità ferina si muove e danza sul palcoscenico come gli uomini con teste di cavallo del pittore sono seduti e leggono.

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Goya – Caprichos (Courtesy Wikimedia Commons)

I personaggi con i cappelli a cono e i frati deformi del pittore aragonese rimandano a quelli di Bartabas. In scena gli stessi cappelli a cono, ma neri, e un sacerdote e una suora nani.

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Goya – Caprichos (courtesy Wikimedia Commons)

Sottrazione di dialoghi e parole in quello che è il loro luogo deputato: il teatro.  L’aria è pervasa soltanto dall’armonia musicale, raffinata e secentesca, dei mottetti dello spagnolo Tomas Luis de Victoria (1548-1611), gesuita compositore, educato a Roma e allievo di Pierluigi da Palestrina. L’armonia celestiale – voce di controtenore di Christophe Baska, cornetta di Adrien Mabire e liuto di Marc Wolff – ha creato non pochi brividi di emozione in platea.

Golgota_Foto di scena_©Nabil Boutros

Sottrazione di orpelli folkloristici e costumi dal flamenco che lo stesso Bartabas spiega: «non volevo piombare nel folklore… si è fatta avanti una nuova generazione di danzatori, di cui fa parte Andrés Marin, che hanno ripulito il flamenco della sua immagine e dei suoi luoghi comuni, lo hanno spogliato di tutti gli orpelli e di tutto quanto c’era di artificioso. E tutto questo d’un tratto mi ha colpito. Ho trovato qualcuno con cui far uscire quello che cerco nel flamenco come nell’arte equestre: un approccio fondato sul corpo, sull’ascolto, sul ritmo».
Cosa rimane da questo lavoro di sottrazione? La magia sulla scena.

Una liturgia mistica, sacra e profana, che inizia con l’adorazione di un dio pagano (il teschio) e finisce con la crocefissione di un uomo con gli zoccoli, sacrificio dell’ultimo rappresentante di una umanità non ancora emancipata dal mondo animale e/o in sintonia con esso. Un’umanità che ricorda quella delle ‘Storie dell’umanità primitiva’ di Piero di Cosimo, ben rappresentata dal centauro Bartabas, un cavallerizzo che è tutt’uno con il suo cavallo. Corpi di uomini e animali che si muovono e danzano all’unisono, illuminati da luci sulfuree e una musica invisibile che ne ricorda le origini celesti.
In questi quadri di una bellezza estetica impressionante non è secondario il silenzio e la presenza degli splendidi cavalli in scena.

Informazioni

Teatro dell’Opera di Roma
a

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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