Vinchio Vaglio, il santuario del Barbera
Dalle conchiglie ai Nidi delle colline del Monferrato (Patrimonio UNESCO)
Quando si arriva nella Riserva Naturale della Val Sarmassa (233 ettari di specie floro-faunistiche), si resta a bocca aperta davanti a quello che Davide Lajolo definiva “il mio mare verde”. Un mare di piante, boschetti e vigne che si perdono fino all’orizzonte, interrotte da un raro campanile invece che da un faro. La Cantina Cooperativa di Vinchio-Vaglio Serra (fondata nel febbraio del 1959) ha preso subito a cuore la valorizzazione del paesaggio agrario delle verdi colline del Monferrato. Così ha realizzato il percorso naturalistico i “Nidi” di Vinchio e Vaglio Serra. Perché la Cantina è una sola ma i comuni sono due.
Il percorso più bello per arrivare alla Cantina Cooperativa di Vinchio-Vaglio Serra è proprio quello naturalistico in cui si seguono i “nidi” per immergersi nel “mare verde”. Un mare che non c’è più ma che ha lasciato i segni della sua antica esistenza nei tanti frammenti di conchiglie fossili. Un territorio che, oltre essere un tesoro paleontologico (calpesti un fondale marino di 5 milioni di anni fa), ha influenzato positivamente anche la produzione del vino.
“Vinchio è il mio nido” per Davide Lajolo, ma è anche il nido del Barbera. Un territorio caratterizzato da terreni di natura prevalentemente calcarea e sabbiosa. La maggior parte dei vigneti si trova su pendii molto ripidi, che rendono spesso la meccanizzazione impossibile, ma che godono di un’esposizione favorevole. La vendemmia per l’80% è manuale e solo per il 20% è meccanizzata.
Solo davanti alla bellezza di questi anfiteatri scoscesi di vigne a strapiombo si comprende come queste colline siano diventate, nel 2014, Patrimonio Mondiale Unesco e si intuisce tutto il lavoro che c’è dietro a un calice di buon vino. Per questo si dice che le gocce del rubino di Vinchio (così viene chiamata la Barbera) equivalgono a gocce di sudore. I vigneti più vecchi arrivano fino a 80-100 anni di età.
I Tre Vescovi è una località dove confinano i vescovadi di Asti, Acqui e Alessandria, punto panoramico ad alta vocazione viticola. La leggenda narra che la posizione del luogo fosse nota a pochi, poiché luogo di incontri segreti dove si riunivano i tre Vescovi per accordarsi sulle decisioni più complicate. Si racconta che trovassero accordi anche grazie al vino locale che veniva loro offerto: la Barbera.
Dalla Big Bench n. 94 (gigantesca panchina rossa su uno dei punti più alti) si gode un panorama da contemplazione, ovvero l’arco alpino su cui svetta il Monviso.
Dall’ingresso della Riserva Naturale della Val Sarmassa (dalla tribù dei Sarmati stanziati nel II sec. d.C.) – seguendo il percorso naturalistico dei Nidi (realizzati con salici intrecciati a mano), all’ombra di boschi e con qualche sosta nei punti più panoramici (si deve a Vinchio Vaglio la creazione di tavoli, fontane e nidi) – si arriva alla Cantina Cooperativa di Vinchio-Vaglio, cattedrale della Barbera e non solo. I Nidi sono l’espressione dei valori che la Cantina porta avanti: protezione del territorio e simbolo di un’accoglienza familiare.
La cura del territorio di questa Cantina si esprime anche attraverso la pratica della sostenibilità: è certificata Equalitas. Utilizza per l’80% dell’intera produzione bottiglie con un peso inferiore a 420 gr; usa bag in box; è dotata di impianti fotovoltaici e batterie di accumulo che consentono la quasi autosufficienza energetica; i trattamenti sono ridotti al minimo e sono praticati inerbimenti con leguminose; il 100% delle uve sono conferite dall’area del Monferrato.
Il progetto Vigne Vecchie nasce, nel 1985, dalla selezione delle vigne più vocate con oltre 50 anni di vita, grazie a una profetica intuizione dell’enologo Giuliano Noè. Un’idea in controtendenza che mirava a salvaguardare il patrimonio storico dei vigneti più vecchi e a donare qualità alla Barbera.
La Cantina Cooperativa di Vinchio-Vaglio (poco distante dalla città di Asti) è sorta, nel 1959 (prima vendemmia nello stesso anno), al confine esatto tra i due comuni per porre fine a una rivalità secolare. Ha iniziato con pochi pionieri: 19 viticoltori associati. Oggi questa Cantina lungimirante, che ha creduto in un’economia cooperativa, conta 192 soci, di cui 160 conferitori, con un totale di circa 500 ettari vitati di cui quasi 280 a Barbera. È stata una delle prime cantine a puntare sulla qualità della Barbera d’Asti e continuano a farlo. Carlo Petrini (fondatore di Slow Food) ha definito Vinchio Vaglio “la madre di tutte le Barbere”.
Una produzione basata su centinaia di piccoli vigneti e, in alcuni casi, antiche vigne di Barbera ma anche di altri vigneti autoctoni interessanti come Moscato, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo, Arneis, Brachetto, Ruché etc. Oggi il Barbera, che rappresenta il vitigno di riferimento della Cantina (70% del totale), resta il vino dei piemontesi ma è apprezzato anche all’estero. Così oggi il direttore di Vinchio Vaglio, Marco Giordano, con comprensibile orgoglio dichiara: “Facciamo dieci milioni di fatturato” per una produzione di circa un milione di bottiglie e 600.000 bag in box.
La Cantina è radicata sul territorio e ha invertito la rotta della produzione della Barbera: da quella che puntava alla quantità di un vino da osteria verso una qualitativamente superiore. Per raggiungere questo obiettivo la Cantina ha garantito un prezzo di acquisto delle uve per ettaro e non per quintale.
Il colore della Barbera è rosso rubino, brillante o granato con l’invecchiamento, caratterizzato da una spiccata acidità. Il profumo è vinoso da giovane: ciliegia, prugna, bacche scure, a volte sentori di confettura. Presenta note leggermente balsamiche e speziate. Se più invecchiato la maturazione in legno sviluppa sentori di cannella, cacao e liquirizia. La Cantina Cooperativa è tra i pochi ad avere temperature di fermentazione molto basse, per preservare gli aromi.
GLI ASSAGGI
Castel del Mago Brut Spumante DOC (Pinot Chardonnay). Colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Un perlage fine e persistente, una limpidezza brillante. Al naso è un bouquet floreale, fruttato, intenso. Lieve sapidità, coerenza naso e bocca. Freschezza e bevibilità garantite.
Alta Langa DOCG Spumante Brut, metodo classico 2019. Il Piemonte è stata la prima regione italiana a produrre gli spumanti. Colore giallo paglierino, perlage fine e persistente. Al naso si presenta complesso, con sentori di crosta di pane, fiori bianchi, fruttato, leggero. Dona subito piacevolezza e freschezza, sapido, persistente con sentori che sanno di pane lievitato.
DEGUSTAZIONE
Sorì dei Mori Barbera d‘Asti DOCG 2023. Vigneti a Guyot di Barbera a 250 m s.l.m. Vinificazione a temperatura costante. Dopo il passaggio in vasche inox viene messo a riposo in vasche di cemento per 6 mesi. Poi affinamento in bottiglia di 3 mesi. Colore rubino con riflessi violacei, gusto fruttato, freschezza e acidità. L’annata è stata particolarmente siccitosa. La produzione è di 100.000 bottiglie. Il nome “sorì” sta per cima di collina soleggiata e Mori è un riferimento ai Saraceni contro cui combatterono gli abitanti del posto.
I Tre Vescovi Barbera d‘Asti Superiore DOCG 2021. Vino bandiera dell’azienda, forte legame con il territorio. Vigneti ai confini delle Diocesi di Asti, Acqui Terme e Alessandria, dove si narra che i relativi vescovi si riunissero per discutere di affari che trovavano una migliore soluzione davanti a buon bicchiere di Barbera. Selezione delle uve, produzione di 300.000 bottiglie. Fermentazione in vasche inox, affinamento di 10-12 mesi. Colore rubino, tendente al granato, leggero spunto alcolico, fruttato, leggera speziatura e lieve persistenza.
SELEZIONI di BARBERA
Vigne vecchie 50 Barbera d’Asti DOCG del 2022. Deve il suo nome alla celebrazione, nel 2009, dei 50 anni della Cantina, affina in acciaio ed esprime la freschezza e bevibilità di una Barbera giovane. selezione di uve di vigneti di oltre 50 anni. Una Barbera prodotta “come una volta”, senza passaggi in legno, viene fatta riposare 16 mesi in vasche inox e cemento e affinato in bottiglie ancora un anno prima della commercializzazione. Produzione di 20.000 bottiglie. Colore rubino intenso con sfumature violacee. Al naso ciliegia, prugna, frutta matura, poi arriva la speziatura con sentori di caffè. Permanenza, lascia la bocca asciutta, secca e pulita. Vino raffinato e piacevole.
Laudana Nizza DOCG 2020. Deve il suo nome a uno dei “bricchi” meglio esposti (sud-ovest) di Vinchio. Nizza è una DOCG, prodotta in diversi comuni, diversa dalla Barbera d’Asti Superiore. Barbera 100%, colore rosso rubino con riflessi granata, bouquet complesso, confettura di frutti rossi, lievemente sapido, toni speziati che emergono e sentori vanigliati dovuti all’affinamento in barrique nuove e di secondo o terzo passaggio, poi in vasche di cemento e poi imbottigliato. Vino setoso, elegante e con una buona persistenza.
Vigne Vecchie Barbera d‘Asti superiore DOCG 2020 Proviene da vigneti di oltre 50 anni esposti a sud. Affina in legno (barrique e tonneaux), poi in vasche di cemento per poi riposare in bottiglia. Esprime longevità e complessità nei profumi. Colore rosso rubino profondo, al naso esplode con profumi di frutti rossi, note speziate di tabacco, liquirizia e sentori di vaniglia. Buona struttura, acidità, tannini delicati, avvolgente e buona persistenza. In finale rimane sia il gusto fruttato che speziato.
Sei Vigne Insynthesis, Nizza Riserva DOCG 2019. Selezione estrema delle uve dei sei migliori vigneti scelti ogni anno con almeno 60 anni di età, diradamento del 50%. Affinamento in barrique per 20 mesi, poi in vasche di cemento e poi in bottiglia per un anno. Colore rubino intenso con riflessi violacei ma brillante. Bouquet elegante di amarena, prugna che evolvono in toni speziati (cioccolato, tabacco). Una trama fitta e intrigante, struttura e freschezza in equilibrio, note di acidità, tannini leggeri, gusto pieno e finale persistente. Vino da meditazione da trattenere in bocca per gustarne l’evoluzione. Definita da Carlin Petrini (storico presidente Slow Food): “Madre di tutte le Barbere”.
Oltre il merito di aver applicato il principio di solidarietà per uscire da una crisi, per non veder scomparire la realtà di piccoli produttori e aver creduto e investivo in un’economia cooperativa, a questa Cantina va riconosciuto il merito di applicare dei prezzi onesti alle loro bottiglie.
Informazioni
CANTINA SOCIALE DI VINCHIO – VAGLIO SERRA e Z.L.
Regione San Pancrazio, 1 – 14040 Vinchio (AT) – Piemonte, Italia
ORARI: Dal Lunedì al Venerdì: 8:00-12:00 / 14:00-18:00 –
Sabato e Domenica: 9:00-12:30 / 15:00-18:00
TELEFONO: (+39) 0141 950903 – (+39) 0141 950608
WHATSAPP: (+39) 345 9294662
EMAIL: welcome@vinchio.com – ordini@vinchio.com