Ventotene, dalla segregazione all’evasione, alla vacanza

Ventotene, dalla segregazione all’evasione, alla vacanza

Ventotene è un’isola naïf. Non ha bisogno di vita mondana, è affascinante perchè è ricca di storia e la sua natura ti avvolge.

Un’isola è di per sé eccentrica rispetto alla terraferma, come i suoi abitanti, gente che ha scelto di vivere con il mare intorno e dipendere dai suoi umori. Per chi ha la ‘malattia dello scoglio’, e il mare nelle vene, ogni isola è ‘casa’. Ma ogni isola è unica, ha una personalità, una storia e profumi diversi da quelli delle altre isole.

Ventotene, Strada delle botteghe dei confinati
Ventotene, Strada delle botteghe dei confinati

Ventotene è da sempre schiva, una delle poche senza discoteche o cinema, senza movida anche nell’alta stagione, ma questo è il suo fascino. Non vi arrivano i giornali ma ha una piccola libreria, aperta nel periodo estivo, che ripaga ogni lettore-dipendente.

Strada Mensa socialista
Strada Mensa socialista

Una lingua di terra nel mar Tirreno di origine vulcanica con strati sia geologici, che si leggono sulle sue pareti di tufo a cui piedi stanno incantevoli calette, sia storici che antropologici. ‘Pandataria’ (il suo nome in epoca romana: “dispensatrice di ogni bene”) è un palinsesto, dall’antichità al secolo scorso, che è possibile definire con poche parole chiave: segregazione, esilio, detenzione e confino.

Strada delle mense comuniste
Strada delle mense comuniste

Insospettiscono due caserme enormi, tra gli edifici più grandi dell’isola, sproporzionate per i pochi residenti. Girovagando per i vicoli del piccolo centro salta agli occhi una curiosa toponomastica: “Strada delle botteghe dei confinati”, “Mensa socialista” o “Strada delle mense comuniste”. Non manca il “Belvedere Sandro Pertini”, confinato in questa isola, o la “Piazzetta Europa”. Tutti indizi che confermano come questo paradiso per subacquei, oggi area marina protetta, ha ospitato ben altre attività. 

Belvedere Sandro Pertini
Belvedere Sandro Pertini

Durante il fascismo qui furono mandati al confino politico molti intellettuali rei di non essere d’accordo con la politica del regime. Il confino non era una condanna giudiziaria ma una misura preventiva, discrezionale, finalizzata a eliminare gli oppositori politici senza bisogno che questi venissero accusati di reati e condannati. Era sufficiente essere un non-fascista per essere deportato in una piccola isola.

Piazzetta Europa

Chiuso il confino politico di Ponza nel 1938, a Ventotene si costruì in poco tempo una cittadella confinaria dove vennero reclusi circa 900 prigionieri guardati da circa 300 guardie. Qui soggiornarono gli oppositori di Mussolini, socialisti, anarchici, comunisti: Sandro Pertini, Umberto Terracini, Altiero Spinelli (fondatore dell’unità europea), Camilla Ravera, Luigi Longo, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e altri.

Santo Stefano
Santo Stefano

Potevano passeggiare solo per alcune vie, lungo un percorso sorvegliato e alcuni di loro, considerati i più pericolosi, erano pedinati da un milite. Non potevano scrivere a macchina, il cibo e l’acqua spesso scarseggiavano, cimici, pulci e altri insetti infestavano le loro estati.

Santo Stefano
Santo Stefano

Si adattarono a vari lavori artigianali, organizzarono diverse mense ed erano orgogliosi della loro biblioteca, alla cui chiusura reagirono con uno sciopero della fame. Sull’isola si formò la classe politica della futura Repubblica e si gettarono le basi del federalismo e quindi dell’Unione Europea.

Santo Stefano, cortile interno
Santo Stefano, cortile interno

Alle spalle del carcere borbonico – attivo fino al 1965 e che domina, a un chilometro e mezzo di distanza, l’isolotto di Santo Stefano – si scorge in lontananza Ischia. A Santo Stefano venivano inviati quelli che dovevano scontare la ‘segregazione’ (tra cui Sandro Pertini, sorvegliato speciale, che nel 1930 fu trasferito dal carcere per il suo stato di salute).

Cisterna
Cisterna

Il penitenziario fu commissionato da Ferdinando IV di Borbone a Francesco Carpi (allievo del Vanvitelli). La sua forma a ferro di cavallo seguiva il principio del panopticon (visione del tutto), dal centro del cortile pochi sorveglianti potevano tenere tutto e tutti sotto controllo.

Cisterne, edicole
Cisterne, edicole

Tutte le celle si affacciavano sul cortile e avevano una finestrella a bocca di lupo da cui non si vedeva nemmeno il mare intorno. I terreni circostanti furono concessi a due coloni che si avvalsero del lavoro dei detenuti.

Pozzillo magazzino
Pozzillo magazzino

Dopo l’impero romano l’isola ospitò eremiti (IV-V secolo), poi monaci benedettini e cistercensi, che per nascondersi dagli attacchi dei pirati iniziarono ad abitare le grandi cisterne lasciate dai Romani (sei più un acquedotto). Queste furono costruite, per la mancanza di acqua sorgiva, per l’approvvigionamento idrico; due sono attualmente visitabili (2000 mq).

Porto romano
Porto romano

Bentilem’ (il nome dell’isola nel Medioevo) è quasi interamente scavata nel tufo. Piena di cunicoli ed enormi stanze, rivestite in cocciopesto e utilizzate come stalle o magazzini, che conservano ancora oggi i disegni di chi le abitava e le scritte dei forzati che in epoca borbonica furono condotti sull’isola, e alloggiati nelle cisterne, per costruire le fortificazioni difensive.

Pescatori nel porto romano
Pescatori nel porto romano

All’epoca (dopo il 1768) risalgono la strada del Pozzillo e le Rampe che collegano il porto romano, interamente scavato nella roccia, alle sedi della vita civile. Vicino al faro si vedono ancora le antiche peschiere romane per l’allevamento ittico.

Vista dal ristorante Mast'Aniello
Vista dal ristorante Mast’Aniello

In estate seguendo il fresco maestrale verso nord si arriva all’estremità dell’isola: Punta Eolo dove si trovano le rovine di villa Giulia, figlia dell’imperatore Augusto. Anche qui la storia parla di confinate. Giulia fu esiliata dal padre per i suoi costumi dissoluti, per aver tradito il suo terzo marito Tiberio (figlio adottivo di Augusto), ma forse soprattutto per l’accusa di aver complottato contro la vita del padre. 

Rampe
Rampe

Stessa sorte toccò alla figlia del secondo matrimonio di Giulia con Agrippa: Agrippina maggiore, celebrata per il suo valore morale, accusata di essersi ribellata a Tiberio fu mandata a Ventotene dove morì di inedia. L’isola ospitò anche Ottavia, moglie di Nerone che lì la confinò per essersi invaghito di Poppea, che ne chiese la morte.

Stucchi villa di Punta Eolo
Stucchi villa di Punta Eolo

A testimonianza che le architetture e sculture dei Romani, a differenza di come le vediamo oggi, erano colorate basta entrare nel piccolo Museo storico archeologico dove si vedono anche resti di cornicioni e stucchi colorati.
Oggi Ventotene è un luogo di otia, lontano dai negotia (lavoro e affari), per chi cerca un’altra dimensione. Il suo sound è slow, regala il piacere di girare tutta l’isola a piedi, immersi nella natura o in un bel mare.

Negozio Evaso
Negozio Evaso

Una seducente terra dove si respira aria di libertà e vacanza, rese possibili grazie ai ‘confinati’ fondatori della Repubblica che hanno saputo garantirci: diritti, democrazia, garanzie sociali e lavorative.
Oggi anche il marketing, il turismo e il pianeta fashion stanno recuperando questi brani di storia, per esempio una linea di abbigliamento con la pianta del carcere di Santo Stefano.

Logo di una T-shirt con la pianta del carcere di Santo Stefano
Logo di una T-shirt con la pianta del carcere di Santo Stefano

Pensare che il progetto di una Europa unita, promosso dal Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi (1941), sia iniziato qui, uno scoglio di tufo di 2,5 chilometri quadrati, sembra incredibile!

Testo e foto di Antonella Cecconi

Per arrivare

Laziomar: https://www.laziomar.it/orari-e-destinazioni#ventotene

Da visitare
Museo Storico Archeologico
piazza Castello 1
Tel. 0771 85345

Villa Giulia
a.terramaris@libero.it

Museo della Migrazione ed Osservatorio Ornitologico
Località Il Semaforo, via Olivi
Tel. 0771 85275
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Dormire
Hotel Mezza Torre
Piazza Castello, 5/6
Tel. 0771 85294
Sito: www.mezzatorreventotene.com
Camera con vista sull’isola di Santo Stefano. Centralissimo. Colazione su terrazza panoramica

Mangiare

Mast’Aniello

Spieggia di Cala Nave
Tel. 0771 854007
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Vista insuperabile sulla spiaggia di Cala Nave e l’isola di Santo Stefano. Buona la cucina di pesce e la pizza. Bonus per la location, gentilezza e rapporto qualità/prezzo.

Un Mare di Sapori
Via Porto Romano, 3
Tel. 0771 85292
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Ottimi piatti di legumi, di produzione propria come le famose lenticchie, abbinati con il pesce. Da acquistare: lenticchie, cicerchie, origano, capperi e prodotti tipici.

Il Giardino di Ventotene
Via Olivi, 45
Tel. 0771-85020 e 328 7980349
Sito: https://www.ilgiardinodiventotene.it/
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Ristorante riservato all’interno di un giardino rigoglioso. Piatti di pescato locale e prodotti del luogo. Servizio accurato

Antico Forno Aiello
Via Olivi, 35
Tel. 0771 85170
Pizze, focacce, biscotti, tielle (torte salate ripiene)

Shopping
Libreria Ultima Spiaggia
Piazza Castello, 18
Tel. 0771 85295
Sito: https://www.libreriaeditriceultimaspiaggia.it/
Facebook
Libreria indipendente, anche casa editrice, raffinata selezione di testi. Tutto quello che si può leggere su Ventotene. Fabio Masi: “la libreria è l’avamposto quotidiano della cultura”.
Lettura consigliata: Filomena Gargiulo, Ventotene isola di confino, confinati politici e isolani sotto le leggi speciali 1926-1943, Ultima Spiaggia, Genova-Ventotene, 2013.

Le Rampe
Via Rampe Marina, 10 Ventotene (LT)
Telefono: 0771 85261
Le loro T-shirt sono diventate un cult isolano e un brand

 

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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