A Venezia arte diffusa: Chiara Dynys, Tom Herck e Walton Ford
Opere, installazioni, mostre hanno invaso la Serenissima
INDICE: Chiara Dynys. Lo stile – Tom Herck – Walton Ford
Chiara Dynys. Lo stile
A Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna fino al 15 Settembre 2024 (contestualmente alla 60esima Biennale d’Arte di Venezia) le sale Dom Pérignon ospitano la mostra personale di Chiara Dynys “Lo Stile”, a cura di Chiara Squarcina, Alessandro Castiglioni, Elisabetta Barisoni.
La mostra si apre con un’opera enigmatica, realizzata per l’occasione: Lo Stile. Si tratta di una struttura metallica che trattiene al suo interno una serie di elementi in pietra lavica smaltata. Una sorta di rielaborazione di un dipinto neoplasticista. Infatti l’artista reinterpreta la sintesi del Neoplasticismo, fondato da Piet Mondrian (movimento De Stijl), attraverso ambienti ridisegnati da luce e materia. È insieme sia un’opera scultorea che pittorica, che però in qualche modo interviene, essendo un progetto espositivo site related, anche sull’architettura circostante.
Scrive in merito l’artista: «Il riferimento a Mondrian vuole rendere esplicita la mia affermazione che la forma del linguaggio, anche quando lo stile è rinnegato, come nel mio lavoro, è centrale. L’installazione che dà il titolo alla mostra è infatti un’opera ambigua, che intenzionalmente riprende le composizioni dell’artista teosofo ma nel contempo le rinnega, perché è realizzata in pietra e metallo, cioè in materie presenti e resistenti, quel che Mondrian rifuggiva più di ogni cosa”.
“Contrapposti a questa, un gruppo di libri colorati di metacrilato della serie Tutto, fornisce ulteriori spunti sulla mia particolare e contraddittoria idea di stile, mentre la seconda grande sala è interamente occupata dall’installazione “Gate of Heaven”, dove lo scheletro luminoso di una grande porta sembra derivare dalle curve, altrettanto luminose, che si diffondono sul pavimento secondo l’andamento delle onde gravitazionali dell’universo».
Quindi la porta, o soglia, è un altro topos nell’opera dell’artista. È stata proposta in diverse installazioni realizzate dall’artista, come per le mostre presso Villa Panza a Varese nel 2019, presso il Mart di Rovereto nel 2023 e alla Porta di Milano, Aeroporto di Malpensa, tra il 2023 e il 2024. L’opera coinvolge spazio, forma e colore. Un’opera di luce che trasforma lo spazio e che si pone idealmente in rapporto con l’universo. È la stessa artista a dire “La luce è indispensabile; è l’elemento primo senza cui nessuna visione esisterebbe”.
Tom Herck
A Venezia l’arte è diffusa ovunque. Il tema dell’opera monumentale (10 m di altezza) nel giardino di Palazzo Balbi Valier – visibile dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia – dell’’artista belga Tom Herck è l’estinzione. L’opera, Once We Ruled the World, rappresenta l’interazione tra uno scheletro umano gigante e lo scheletro di un dinosauro a grandezza naturale affacciati sul Canal Grande. I dinosauri, estinti circa 66 milioni di anni fa in seguito a un cataclisma, hanno lasciato posto a mammiferi e poi agli umani. A differenza dei dinosauri carnivori, dotati di capacità fisiche notevoli, gli esseri umani sono diventati predatori grazie a competenze cognitive, strutture sociali e strumenti complessi. Tutto ciò ha consentito all’umanità di dominare la Terra ma di prevaricare sulla natura.
La gigantesca installazione è un monito. Evidenzia l’egocentrismo degli esseri umani e la concezione antropocentrica di quest’era. Un invito a riflettere sulla natura ciclica della storia e sul declino di civiltà e specie sul pianeta.
Prima di essere presentata a Venezia l’opera è stata esposta nei giardini del castello di Ordingen in Belgio, da fine febbraio a fine marzo 2024. Ma la posizione seduta dello scheletro è stata pensata per la Biennale d’Arte di Venezia. Accanto all’installazione sta un QR code ben visibile. Attraverso la scansione il QR code permette di vivere un’esperienza di realtà aumentata che facilita il dialogo interattivo tra il pubblico e l’installazione. La sera l’applicazione, grazie a una vernice fotoluminescente, trasforma l’opera in una sorta di radiografia.
Walton Ford
È la prima mostra personale in Italia dell’artista americano, Walton Ford (Larchmont, 1960). L’artista ha organizzato una mostra site-specific, per Venezia, incentrata su un nuovo corpus di opere concepite in relazione alla collezione di una delle istituzioni più antiche della città: l’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. L’Ateneo non soltanto è ospitato in un bel palazzo (la Scuola Grande di San Fantin, a pochi metri dal Teatro La Fenice) ma è famoso soprattutto per le sue preziose collezioni d’arte. Tra cui un’opera di Jacopo Tintoretto (L’Apparizione della Vergine a San Girolamo, 1580 ca.), situata nella Biblioteca dell’Ateneo Veneto. Le opere site-specific di Ford sono poste in dialogo con il capolavoro del maestro veneziano (esposto per la durata della mostra nella Sala Tommaseo). Il protagonista di Lion of God è però il leone (attributo del santo) che corrisponde all’attenzione, da parte dell’artista, agli animali.
Lion of God presenta una serie di dipinti di grandi dimensioni realizzati ad acquerello che esplorano la dimensione storica, biologica e ambientale dei soggetti della collezione della biblioteca dell’Ateneo, in particolare la figura del leone nell’Apparizione della Vergine a San Girolamo di Tintoretto (c. 1580).
Il percorso espositivo è sviluppato in due sale dell’Ateneo Veneto: l’Aula Magna al piano terra e la Sala Tommaseo, dove l’opera di Tintoretto è esposta al pubblico.
Nel capolavoro del Tintoretto San Girolamo è raffigurato in estasi, durante una visione in cui la Vergine Maria discende dal cielo. La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, un testo ampiamente diffuso in Europa nel tardo Medioevo utilizzato come riferimento anche dall’artista americano, descrive il leone come amico di San Girolamo dopo che quest’ultimo gli tolse una spina dalla zampa.
Ford esplora il modo in cui interagiamo e ci allontaniamo dalle specie animali. In un altro dipinto il leone trasporta un carico di libri, invece che di legna come nella Legenda, testo che spiega anche la presenza di un asino in un altro dipinto e il titolo dell’opera.
In tal modo l’artista evoca una delle questioni più urgenti del nostro tempo: la terribile crisi ecologica che stiamo vivendo. I suoi dipinti sono una narrazione sull’arroganza della natura umana.
Pur alludendo agli studi nel campo delle scienze naturali del XIX secolo, la poetica di Ford sollecita il visitatore a individuare questi indizi frammentari come chiavi di lettura per svelare l’evento storico o immaginario rappresentato nell’opera.
Come scrive, curatore della mostra, Udo Kittelmann: “Il leone di Ford funge da struggente promemoria dell’umanità, segnalando la fine dell’Antropocene, e sottolineando la nostra inestricabile dipendenza dalla natura. Il leone ci spinge a riflettere sulla necessità di un rapporto nuovo con la flora e la fauna del pianeta”.
Le opere dell’artista risultano anatomicamente precise anche a causa dell’osservazione ravvicinata di esemplari tassidermizzati presenti in collezioni museali.
In contemporanea alla mostra veneziana, la Morgan Library & Museum di New York City ospita (fino al 6 ottobre 2024) Walton Ford: Birds and Beasts of the Studio.
La mostra di disegni dell’artista è organizzata da Isabelle Dervaux, curatrice e responsabile del dipartimento di disegni moderni e contemporanei di Acquavella.
Lion of God, allestita all’Ateneo Veneto, è organizzata dalla galleria Kasmin, New York.
Informazioni
Chiara Dynys. Lo stile
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Sale Dom Pérignon, secondo piano
Orari: dal 01 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Chiuso il lunedì
Dal 01 maggio al 30 settembre 2024, ogni venerdì e sabato Apertura fino alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Biglietto individuale o per Ca’ Pesaro – Galleria internazionale d’Arte Moderna + Museo d’Arte Orientale
Intero 14,00 euro Ridotto 11,50 euro
Tom Herck
Once We Ruled the World
Giardino di Palazzo Balbi Valier, visibile dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia
LION OF GOD. Walton Ford
Ateneo Veneto – fino al 22 Settembre 2024
San Marco, Campo San Fantin (vicino al Teatro La Fenice)
Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19
Telefono: +39 041.5224459
Fermata vaporetto linea N. 1: Santa Maria del Giglio o San Marco
www.ateneoveneto.org