La Tuscia sociale, Vulci, Tuscania, Viterbo e la Francigena. Storie, gusti ed emozioni

INDICE:
Viterbo
S’Osteria 38
Acquapendente
Fattoria di Alice
Piccola Formaggeria Artigiana
Parco Naturalistico Archeologico di Vulci
Azienda Agricola Mariotti
Fattoria Sociale Ortostorto
Azienda Muscari Tomajoli
Azienda Agricola Sensi
Tuscania
Informazioni
Viterbo
La città più famosa dell’entroterra laziale è senz’altro Viterbo, ma esiste anche un’ampia rete virtuosa nel territorio, da scoprire, che è la “Tuscia sociale”. La storia di Viterbo parte da lontano, nel suo territorio ci sono tracce di insediamenti neolitici (8500 – 3000 a.C.). È stata fatta anche l’ipotesi che sia stata sede di una tetrapoli etrusca, sulla base dalla sigla FAVL, forse acronimo dalle iniziali di quattro cittadine: Fanum, Arbanum, Vetulonia, Longula. Fu conquistata dai Romani, Surina (città di Suri, divinità legata al culto dell’oltretomba e dell’acqua). Nella zona troviamo il Bullicame, sorgente di acqua sulfurea.Dove attualmente sorge il Duomo c’era un tempio dedicato a Ercole. Del castrum longobardo non rimane nulla.
Notizie più certe si hanno nel Medioevo. Viterbo ha il centro storico medievale più grande d’Europa ed è denominata la “Città dei Papi”. Nel 1192 fu elevata a cattedra vescovile. Famiglie insofferenti al predominio papale invocarono la protezione di Federico II. In questo periodo si inserisce la storia della santa protettrice, Santa Rosa, che incitò i suoi concittadini a resistere all’assalto delle truppe di Federico.

Il fallito assedio di quest’ultimo rese la città filo-papale e dal XIII secolo la città fu sede pontificia e, per 24 anni, il Palazzo Papale (1255-1266, voluto da Ranero Gatti) ospitò e vide eleggere diversi pontefici. Memorabile fu l’elezione papale del 1268-1271. I cardinali che dovevano eleggere il successore di Clemente IV continuavano a riunirsi da circa 20 mesi. Finché il popolo viterbese sdegnato assunse la drastica decisione di chiudere a chiave i cardinali (clausi cum clave, così nacque il “Conclave“), nutrirli a pane e acqua, e scoperchiare il tetto lasciandoli esposti alle intemperie, finché non avessero eletto il nuovo Papa. Così salì al soglio pontificio Gregorio X. Dopo papa Martino IV (1281) i pontefici non risiedettero più a Viterbo.
Il Palazzo dei Papi (visitabile) è famoso soprattutto per la sua “loggia delle benedizioni“, dalla quale si presentava ufficialmente il papa dopo il Conclave.
Accanto il Duomo (Cattedrale di San Lorenzo), in stile romanico, è situato dove c’era una piccola chiesa dell’VIII secolo dedicata a San Lorenzo, che era edificata sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole (da cui il leone simbolo della città). La facciata risale al 1570, rifatta in stile rinascimentale su disposizione del vescovo Giovanni Francesco Gambara.

Il duomo ha subito molti danni durante un bombardamento della città da parte degli alleati nel 1944. Le parti pregevoli sono il campanile trecentesco e il pavimento in stile cosmatesco. Nella zona absidale si trova la copia di una tavola del XII secolo raffigurante la Madonna della carbonara in stile bizantino che si trovava nell’omonima chiesa, sede dei Templari, sulla via Francigena. Dal Duomo si prende via San Lorenzo, si passa piazza della Morte, per raggiungere il quartiere San Pellegrino, in cui perdersi tra edifici medievali con il loro profferlo (scala a vista) e case-torri. Visitabile anche la Macchina di Santa Rosa una torre alta ben 30 metri, di 5 tonnellate, illuminata da fiaccole. Su questo baldacchino sta la statua di Santa Rosa. Il 3 settembre la Macchina viene portata a spalla da un centinaio di devoti.
S’Osteria 38

S’Osteria 38 è una scelta ideale come base per passeggiate, escursioni ed esplorazione del territorio. Sorge proprio nel centro storico di Acquapendente, crocevia di percorsi e di scambi e porta da Nord per la Tuscia. Un territorio che si incunea tra Toscana e Umbria e che rende questa cittadina un luogo di transito e uno spazio ricco di storia e di leggende inserito in un contesto naturalistico di grande bellezza. Il nome dell’albergo-ristorante-punto vendita richiama il concetto di sosta e di osteria, con riferimento alla via Francigena, antica via di pellegrinaggio che collegava Canterbury a Roma. Più precisamente fa riferimento alla 38° tappa, dopo la toscana Radicofani, che da Acquapendente conduce a Bolsena.

Precedentemente concepita come ostello per pellegrini S’Osteria 38 ha scoperto una vocazione turistica più ampia e di qualità, con comfort e attenzioni tipici di un piccolo albergo. Offre una ristorazione territoriale e selezionata, coniugandola al progetto di solidarietà e inclusione sociale. Così è diventata luogo di sosta e di ristoro non solo per pellegrini. S’Osteria38 è – insieme a Fattorie Solidali impegnate nella produzione agricola – una costola della Cooperativa Sociale Alicenova con cui condivide l’idea di sostenibilità sociale, ambientale, di inclusione sociale e lavorativa di persone appartenenti alle fasce deboli della popolazione.

A S’Osteria 38 l‘accoglienza, sostenibilità ed enogastronomia sono al primo posto. Il tutto sotto la direzione, professionale e premurosa, di Elisa Calanca,.Gli ambienti sono spaziosi, arredi dal design minimalista e dai colori caldi che predispongono al buonumore. Dispone di sei stanze da singole a quadruple, di cui una per disabili, tutte con bagno in camera. Anche gli spazi comuni sono luoghi di piacevoli soste e incontri: la sala caffetteria, il ristorante con il suo dehors, il punto vendita ma anche zone con postazioni per leggere, studiare o disegnare. Gli arredi sono in legno, frutto del recupero sapiente della mobilia precedente e sono stati realizzati dal laboratorio di falegnameria della Cooperativa.

Il ristorante merita una menzione a parte. In sala l’attento e discreto Pietro Ziaco e in cucina: Lorena Crescimbeni, Paolo Porroni e Dario Cupelli. La qualità delle materie prime, biologiche e locali, e i piatti sono sorprendenti. Gran parte dei prodotti utilizzati in osteria provengono da Fattorie Solidali, ortaggi, olio e confetture. Ma è stata fatta una accurata selezione tra vignaioli e produttori, per creare una virtuosa sinergia con cui è stato curato il menu. Hanno “camminato” la Tuscia (come direbbe Veronelli) seguendo il filo conduttore della qualità. Una cucina di territorio, con richiami famigliari, eseguita però con criteri moderni volti alla leggerezza, alla stagionalità e all’esaltazione delle materie prime. Gustosissimi gli spaghettoni del pastificio Fanelli con bottarga di Orbetello (presidio Slow Food) e carciofi dell’orto, e la Parmigiana di cardi.

La carta dei vini spazia nel territorio con uno sguardo verso le cantine della Nouvelle Vague che nella Tuscia non mancano e hanno creato delle vere e proprie piccole comunità.
Una menzione speciale merita la colazione, il buongiorno migliore che si possa desiderare: dolci artigianali, centrifughe di frutta, succhi di frutta biologici deliziosi, affettati, formaggi freschi e yogurt locali, marmellate e l’ottimo caffellatte di Pietro. Dopo il corso di formazione con Marco Ceccobelli – dell’Agriristorante Il Casaletto (Tre Spicchi Gambero Rosso) – e una passione alimentata dalla curiosità Mohamed Msehli si è immerso nel mondo creativo dei lievitati. Un bonus per le sue pizze cotte a legna che, grazie a una lievitazione prolungata, sono leggere e digeribili. Ottima la classica Napoli con alici di Menaica (presidio Slow Food), ma superlativa quella con Coregone affumicato e crema di patate.

Grazie a un corso di formazione della Regione Lazio e alla collaborazione con Carlo Zucchetti negli ultimi due anni il progetto di questa accogliente struttura, nata nel 2018, è cresciuto qualitativamente con un percorso di ricerca sulle materie prime del territorio e di recupero della tradizione gastronomica locale, puntando a un servizio professionale con la mission dell’inclusività. Attualmente dieci ragazzi con livelli diversi di disabilità stanno compiendo il percorso di avvicinamento al lavoro e svolgono un ruolo attivo nelle pulizie o nella produzione in cucina, mentre alcuni sono entrati stabilmente nello staff.
Acquapendente

Acquapendente, tappa della via Francigena, è famosa anche per i Pugnaloni, mosaici di petali di fiori e foglie – pannelli disegnati (2.60 mt x 3.60 mt) ricoperti di petali di fiori, foglie e altri materiali vegetali – preparati per la festa della Madonna del Fiore che si celebra la terza domenica di maggio. Una visita imperdibile è quella alla Basilica del S. Sepolcro, lungo la via Francigena. Secondo la leggenda la chiesa fu fondata dalla regina Matilde di Westfalia, diretta a Roma con una carovana di muli carichi d’oro per edificare un santuario dedicato al Santo Sepolcro. Ad Acquapendente i muli si sarebbero fermati, inginocchiati, rifiutandosi di ripartire. La regina durante la notte ebbe un sogno che la indusse a costruire lì il santuario.
La costruzione risale al XII secolo e originariamente era in stile romanico. Sotto al presbiterio è situata la cripta, costruita su 24 colonne su cui poggiano volte a crociera. Il sacello è meta di pellegrinaggio, contiene la riproduzione in miniatura della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la copia più antica al mondo del sepolcro di Gesù.
Dopo l’Urban Vision Festival Acquapendente è diventato il paese dei murales, divertitevi a trovarli nel centro storico.
Fattoria di Alice

Sarà il loro contenuto etico e sociale ma i prodotti delle Fattorie solidali sembrano avere più gusto. Sono una cooperativa sociale, nata nel 2007, settore agricolo di Alicenova (Cooperativa sociale del viterbese con esperienza nei servizi alla persona con oltre 500 dipendenti). Coltivano in biologico in tre fattorie sociali. Una è la Fattoria di Alice, un parco agricolo urbano, natura pura, un luogo carico di energia, dove stai bene e ti senti bene. Un casale circondato da un’area verde, attrezzata, deputata agli incontri e all’accoglienza, con un frutteto, orti e ulivi. Molto di quello che si vede nella Fattoria è stato realizzato da volontari e con materiale donato.

Si rimane subito conquistati dal Giardino Primavera, dove oltre alle regole, un cartello spiega i diritti delle bambine e dei bambini: all’ozio, di sporcarsi, agli odori, al dialogo, all’uso delle mani, a un “buon inizio”, alla strada, al selvaggio , al silenzio e alle sfumature. Il giardino, realizzato da Vito Ferrante (di A.FE.SO.PSI.T) con l’aiuto di volontari, è un luogo con giochi aperti e sensoriali, aree di ricreazioni, percorsi da fare a piedi nudi, vasche d’acqua e un villaggio indiano.

Le caratteristiche principali della Fattoria di Alice sono l’agricoltura e la trasformazione, infatti oltre alle colture stagionali, è presente un laboratorio di trasformazione che produce marmellate, creme salate e sott’oli e un laboratorio di trasformazione prima gamma che confeziona i prodotti freschi appena raccolti.
Il marchio Sémina racchiude tutta la produzione, dagli ortaggi freschi all’ottimo olio Extra-Vergine di Oliva, dalle piante aromatiche in vaso alle confetture salate, dolci e sott’oli. La vendita avviene sia direttamente che nelle fattorie e nei mercati, oppure attraverso Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) o fornendo negozi oltre il ristorante di S’Osteria 38.
Piccola Formaggeria Artigiana

La Piccola Formaggeria Artigiana di Marco Borgognoni ha iniziato la sua produzione a Viterbo nel 2018. Non effettua pastorizzazione ma la termizzazione a 58 gradi per 15 secondi. L’offerta è una linea di latte vaccino per formaggi a pasta filata e stracchino e quelli di pecora sono delicati senza sentori forti. La buccia è edibile perchè la maturazione è naturale. Yogurt di latte di pecore sarde allo stato brado o semibrado. Delicato, setoso, piacevolezza, basso contenuto di lattosio, facilmente digeribile, bassissimo contenuto zuccherino.Il suo Fior di latte, lavorato a mano con latte appena munto la sera prima, ti riempie la bocca di latte fresco. Lo Stracchinato, latte ovino, buccia paglierina leggermente muffata, sottile e non trattata. Cremoso, elegante, dal leggero retrogusto acidulo ma un finale in dolcezza Pecorino lavorato come parmigiano, stagionatura di 18 mesi, gusto pastoso. Fornisce i formaggi a S’Osteria 38.
Parco Naturalistico Archeologico di Vulci

Il Parco di Vulci, natura incontaminata e scavi archeologici, è un territorio che va dal bacino del fiume Fiora fino al promontorio di Talamone. Da visitare il Museo Nazionale Etrusco della Badia, il Ponte del “Diavolo”, la Tomba François e molto altro. L’archeologo Alessandro François scoprì, nel 1857, un lungo dromos (corridoio di 15 m) che dava l’accesso ad una ricca camera funeraria, la più importante tomba etrusca di Vulci, che apparteneva alla famiglia Saties: la tomba François. Trovò ricchissimi gioielli, eleganti vasi greci ed etruschi; ma soprattutto la raffinata pittura etrusca delle pareti. Sulla sinistra era raffigurato il sacrificio di prigionieri troiani da parte di Achille in onore di Patroclo, dominato dall’immagine di Caronte, e concluso dalla figura frontale di Agamennone; quindi Aiace Telamonio che assieme a Aiace d’Oileo trascinano altri prigionieri troiani. Sulla parete opposta fra gli eroi etruschi di Vulci c’è Mastarna, futuro Servio Tullio.

Gli eccezionali dipinti etruschi furono asportati presso la famiglia Torlonia, dove si trovano tutt’ggi. Oltrepassata la porta Ovest si trovano i resti del Tempio Grande di Vulci (36 m x 24 m), costruito con blocchi di tufo, a cui si accedeva da un’ampia scalinata.
Nella Domus del Criptoportico è possibile vedere le tabernae, le latrine e scendere nei sotterranei di questa residenza di epoca romana. Visitabile anche il Mitreo, dedicato a Mitra (divinità indoiranica), la statua esposta, con Mitra tauroctono, è una copia. Sui lati lunghi i banconi dove trovavano posto gli adepti. Essendo una religione iniziatica segreta si hanno poche informazioni al riguardo.

Sono molti gli elementi in comune tra mitraismo e Cristianesimo: la nascita dal grembo di una vergine in una grotta, Mitra che fa scaturire l’acqua da una roccia (vedi il miracolo della rupe di Mosè e quello della fonte operato da San Pietro), le lustrazioni e il battesimo, la resurrezione dei morti e il giudizio universale, la celebrazione del natale del dio (sol invictus) il 25 dicembre – solstizio di inverno – coincidente con quella della nascita di Cristo e infine il ritorno di Mitra in cielo a 33 anni.
Percorrendo il tratto settentrionale del Cardo, si raggiunge la Porta Nord. Dopo aver attraversato la Valle delle Farfalle, si prosegue per un sentiero che si inoltra nella vegetazione per raggiungere le sponde del Laghetto del Pellicone. È un luogo suggestivo di pace, chiuso tra pareti di roccia è alimentato da una cascata. Ora la scarsità di piogge ne ha abbassato il livello.
Azienda Agricola Mariotti

Vedere al pascolo, all’interno del Parco Naturalistico e Archeologico di Vulci, le vacche maremmane dell’Azienda Mariotti è un autentico spettacolo. Si ha la sensazione di connettersi, riaccordarsi con la natura. Una sensazione edenica, di pace e di equilibrio che, vivendo in città, raramente si prova. In una natura incontaminata l’azienda è presente, con 200 capi bovini maremmani, dal 1961. Un bioallevamento di vacche allo stato brado.

Queste vacche sono stupende, hanno delle corna fantastiche e il loro aspetto è quello di animali felici. Nella loro vita all’aperto queste vacche si scelgono ricoveri naturali per la notte, partoriscono libere e allattano per sei-sette mesi. Non conoscono antibiotici, vivono in modo naturale in una natura stupenda.

L’intervento umano è minimo e vengono nutrite a paglia e fieno quando l’erba è carente. La qualità della loro carne è indiscutibile.
Fattoria Sociale Ortostorto

Ortostorto, a due passi dal mare e a pochi chilometri dal centro abitato di Montalto di Castro, ha una connotazione più turistica. Su un terreno di circa tre ettari si estendono coltivazioni orticole biologiche, che integrano le produzioni della Fattoria di Alice, differenziando le colture sulla base di un diverso clima dovuto alla vicinanza del mare.
La fattoria si compone di un casale centrale con piscina e da quattro appartamenti con bagno senza barriere, è situata vicno al centro cittadino e a circa 1 km dalla località balneare delle “Murelle”.

Anche qui, con la guida di Giulia, attraverso le attività produttive vengono svolti percorsi di riabilitazione e progetti di inclusione sociale e lavorativa nell’ambito del turismo sociale.
Azienda Muscari Tomajoli

L’azienda Muscari Tomajoli è giovane (nata nel 2007) ma già promettente e dalle idee chiare. Ha scelto di impiantare, su terreni vergini, alcune varietà selezionate: Montepulciano, Petit Verdot e Vermentino. I terreni, tramandati in famiglia da più di un secolo godono sono situati in una zona collinare a pochi chilometri dal mare, nei pressi dell’antica e rinomata città etrusca di Tarquinia (Patrimonio Unesco). Oggi è il figlio Marco (sommelier), insieme al fratello, a portare avanti il progetto con grande passione.
La lavorazione nei vigneti è manuale, è escluso l’uso di erbicidi, concime e irrigazione. Per i trattamenti vengono usati soltanto prodotti ammessi nell’agricoltura biologica (rame e zolfo, argille fine tipo zeolite, propoli). Le rese per ettaro sono basse (25-40 q.li). Le loro bottiglie sono prodotte in quantità limitata (6000-7000 l’anno) e numerate. Un bonus per le belle etichette firmate dall’artista Guido Sileoni.

Delle tre proposte raccontiamo i nostri assaggi preferiti. Il Nethun, Vermentino 2021, è il vino che ci ha sorpreso. Colore giallo paglierino dai riflessi dorati. Al naso profumi di erbe balsamiche e sentori iodati. Freschezza, buona acidità e marcata sapidità, grazie alla vicinanza del mare. Servito fresco in estate, con il pesce, è di sicuro successo. Buono il rapporto qualità/prezzo. Il vino viene conservato per 6 mesi sulle fecce fini, riportate in sospensione grazie a numerosi bâtonnage. Viene fatto maturare 6 mesi in acciaio e altri 4 riposa in bottiglia.
Il pittore Guido Sileoni ha raffigurato, per il vino di punta dell’azienda, la divinità etrusca degli inferi, Aita (Ade per i Greci), rappresentato con una testa di lupo come copricapo. Il vino è prodotto con la migliore selezione di uve montepulciano provenienti da una particella di un ettaro. Viene fatto maturare per 18 mesi in barrique di rovere francese e poi riposa altri 9 mesi in bottiglia (circa 300) prima di essere messo in commercio. Questo montepulciano in purezza 2020 presenta un colore rubino profondo, al naso bouquet complesso di frutti neri (ribes, mora, mirtillo) leggera speziatura. In bocca è avvolgente e i tannini sono delicati.
Azienda Agricola Sensi

L’azienda (120 ettari di terreno agricolo) di Claudia e Patrizia Sensi, nipoti del fondatore, ha una lunga storia. Nel tempo le produzioni sono cambiate e oggi vengono coltivati: asparagi, ceci, lenticchie, piante aromatiche e una pregevole lavanda officinale angustifolia (dal 2006) con cui viene prodotto un ottimo olio essenziale. Non siamo riusciti, dopo averlo assaggiato, a rinunciare al loro olio extravergine di oliva Radici, di antichi ulivi (frantoio e canino).

Le due intrapredenti sorelle hanno realizzato, negli antichi annessi agricoli dell’antica villa del XVIII secolo (casino di caccia del Cardinale Ercole Consalvi), un agriturismo composto da quattro appartamenti (da 45 a 85 mq), immerso nel verde e nella pace.
Tuscania
Non si può lasciare la zona senza aver visitato la meravigliosa Tuscania, set cinematografico di molti film (Otello di Orson Welles Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini, Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, Nostalghia di Andrej Tarkovskij). Una location strepitosa: la chiesa di San Pietro si affaccia su uno spiazzo erboso tra il Palazzo dei Canonici e le possenti torri di difesa sopra l’antica acropoli. Uno scenario indimenticabile per trovarsi all’improvviso nel Medioevo.
San Pietro è un gioiello dell’arte romanica. Basilica fondata nell’VIII secolo sui resti di un tempio pagano ha subito varie trasformazioni architettoniche. Nella facciata le parti laterali vennero costruite nel XII secolo e, agli inizi del secolo successivo, fu realizzato il corpo verticale centrale, sporgente di circa un metro rispetto alle parti laterali. Quello da cui difficilmente si riesce a distogliere lo sguardo è il magnifico rosone (rappresentazione, con i suoi tre cerchi concentrici, di Dio e inscritto nei simboli dei quattro evangelisti) e la raffigurazione allegorica del Bene (a sinistra) e del Male (a destra), ognuna delle quali circonda una finestra bifora. All’interno, oltre ai sarcofagi, ci sono due cibori (XI e XIII secolo) e gli affreschi raffiguranti la Storia di Cristo, degli Apostoli e del Battista; la decorazione scultorea dei capitelli e il pavimento a mosaico cosmatesco. Dalla navata di destra si accede alla cripta (XI sec.).
Da visitare anche la vicina Chiesa di Santa Maria Maggiore. Le sue origini risalgono all’VIII secolo ma ricostruita tra la fine dell’ XI e l’inizio del XII secolo. Oltre a essere stata la prima cattedrale di Tuscania è stata anche l’unica, per antico privilegio, ad avere un fonte battesimale a immersione con vasca che ancora oggi è ben conservato nella navata destra. La torre campanaria aveva la duplice funzione di richiamo per i fedeli, avvistamento e difesa. In facciata uno splendido rosone e una loggetta sottostante e tre portali con le relative lunette. L’elemento costruttivo prevalente è il tufo, pietra locale di origine vulcanica. All’interno sono conservati una parte di affreschi e capitelli romanici decorati con soggetti mostruosi. Sull’arco trionfale è visibile un affresco del XIV secolo con il Giudizio Universale di Gregorio e Donato di Arezzo.
Scopri la Tuscia sociale è un progetto realizzato da Fattorie Solidali in collaborazione con Alicenova e Promotuscia. L’obiettivo del progetto è quello di promuovere e far scoprire un modello di turismo sociale in Tuscia in grado di connettere i turisti con la comunità locale, trasformare i luoghi attraverso l’inclusione e la solidarietà, promuovere e commercializzare il territorio.
Informazioni
S’Osteria 38
Via Cesare Battisti, 61 – 01021 Acquapendente (VT)
Info e prenotazioni: 342 5236544
email: info@sosteria38.it
Fattoria di Alice – Punto vendita Sémina
Strada Tuscanese, 20 – Viterbo
Orari: lunedì mattina chiuso, pomeriggio 15:30 – 19:30.
martedì – sabato: 9 – 13; pomeriggio 15:30 – 19:30.
Telefono: 0761 398082 – 3356967463
email: info@fattoriesolidali.it
Fattoria Sociale Ortostorto
Strada Bosco Cipolloni, 3 – Località La Valeria – Montalto di Castro (VT)
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13
email: ortostortofattoria@gmail.com
Crocevia
La storia dell’ultima nata tra le fattorie solidali, la “Fattoria Crocevia” a Nepi, è una storia di riscatto. Una storia che inizia con un clan criminale che utilizzava questo terreno per allevare cavalli per le corse clandestine. Il terreno viene sottratto al clan e dopo anni di incuria viene affidato al comune di Nepi che pubblica un bando per affidarne la gestione. Così nasce il progetto Crocevia, che vuole trasformare il bene in un luogo dove l’agricoltura è sociale e inclusiva, di tutti e per tutti.
Piccola Formaggeria Artigiana
di Marco Borgognoni
Via Belluno snc (VT)
Telefono: 328 0063238
Email: formaggeriaartigiana@gmail.com
Azienda Agricola Mariotti
via del Giardino, 15, Montalto di Castro, Italy
telefono: 347 978 5369
Email: info@carnemaremmana.it
Azienda Muscari Tomajoli
Strada Bandita del Casalnuovo, 01016 Tarquinia VT
Telefono: 328 899 0631
Email: vinimuscaritomajoli@gmail.com
Agriturismo Sensi
Strada Martana 8, 01017 Tuscania (Viterbo)
telefoni 3394648882 o 3398579987
email: info@doppisensi.it
Parco Naturalistico Archeologico Vulci
Orari: Dal 1 gennaio al 31 marzo : 9,00-17,00 Dal 1 Aprile al 30 Giugno: 9,00 – 18,00 Dal 1 Luglio al 31 Agosto: 9,00 – 19,00 Dal 1 Settembre al 30 Settembre: 9.00- 18.00 Dal 1 ottobre al 31 dicembre: 9,00 – 17,00
Biglietti: INTERO € 10,00 BIGLIETTO PARCO RIDOTTO Residenti Montalto di Castro – Canino – Ischia di Castro € 3,50 Scuola primaria e secondaria (min. 15 alunni) 6 euro.
La Tomba François è normalmente chiusa. Apre la domenica alle ore 15 per un numero di visitatori superiore alle 8 persone, consigliata la prenotazione.
Coordinate GPS: 42.42364659294317, 11.627140045166015
Telefono: +39.0766.031556 +39.0766.89298 +39.0766.870179
e-mail: info@vulci.it
Promotuscia
Piazza Martiri d’Ungheria – 01100, Viterbo (VT)
Telefono: +39 0761 226427 – +39 0761 30 46 43
Email: info@visit.viterbo.it – letizia@promotuscia.it