Viaggio slow con il Treno di Dante. Lo storico treno Centoporte da Firenze a Ravenna

Viaggio slow con il Treno di Dante. Lo storico treno Centoporte da Firenze a Ravenna

Fino al primo novembre con il Treno di Dante potete vivere un’esperienza unica all’insegna del turismo slow a bordo di un treno storico sulle tracce di Dante Alighieri

Per il centenario della morte (1321) di Dante Alighieri, celebrato lo scorso anno, la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane ha rimesso sulle rotaie un antico treno: il cosiddetto Centoporte per un viaggio nel tempo, nella storia e nell’arte.
Partenza da Firenze ore 8.50 per vivere un’esperienza di viaggio unica, tra enogastronomia, arte e cultura. Un itinerario all’insegna del turismo slow a bordo di un treno storico che attraversa il cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo alla scoperta delle terre che Dante Alighieri visitò nel suo cammino tra Firenze e Ravenna, sua destinazione finale. Da Ravenna si può rientrare in giornata o prenotare un pacchetto per visitare i luoghi danteschi o i suoi preziosi mosaici.
Il viaggio nel tempo. “100 Porte” è un simbolo della locomozione ferroviaria italiana.

Il Treno di Dante

È un’emozione salirci e prendere posto. Possiede dei particolari e dettagli, come i porta valigie o gli specchi, che hanno una impronta estetica che commuove. Meraviglie ai giorni nostri in cui si bada all’efficienza senza cura per la bellezza, che fa bene alla mente e all’anima. Un treno che rievoca, con i suoi interni in legno, le diligenze dei primi del Novecento. Centoporte sono quelle su ogni lato del treno. È suddiviso in tre aree: la classe standard, all’epoca terza classe, con i tipici interni di legno, a cui seguono la prima e la seconda classe con i divani imbottiti e le decorazioni Liberty. Ai 230 posti per i passeggeri occorre aggiungere il vagone postale e la motrice storica. Ne rimangono solo pochi esemplari in Italia e sono considerati dei gioielli di antiquariato nella storia del trasporto passeggeri. Vengono concessi al pubblico solo in occasioni speciali come questa.

Il tragitto – 136 km della linea Faentina, la prima in Italia ad attraversare gli Appennini, inaugurata nel 1893 – inizia da Firenze, dove Dante nacque nel 1265 e visse fino al momento dell’esilio.

Nel capoluogo toscano si possono visitare la Casa del Sommo Poeta (una replica ottocentesca che ospita un museo didattico), la Chiesa di Santa Margherita, dove Dante incontrò Beatrice (che si crede sia sepolta qui) mentre la maschera del Poeta è custodita a Palazzo Vecchio. Gli appassionati di food e wine possono gustare nel capoluogo toscano i piatti tipici come la bistecca alla Fiorentina, alta e al sangue, o la Pappa al pomodoro e la mitica Ribollita. Chi ama lo street food troverà nei chioschi lo squisito lampredotto. Due fette di pane toscano, “sciocco” perchè senza sale, riempite di trippa cotta a puntino. Da bere il famoso Chianti Docg o il pregiato Brunello di Montalcino Docg e il Nobile di Montepulciano Docg.

Lungo il percorso è possibile scegliere di fermarsi in una città d’arte o in un borgo medievale. Il tutto immersi nella natura degli Appennini che scorre dai finestrini del treno, che si aprono per godere del paesaggio e del vento tra i capelli. Tutti i sabati e le domeniche (escluso il 10 settembre) fino al 1° novembre, quando una corsa straordinaria chiuderà la stagione, si può viaggiare con il Centoporte accompagnati da un assistente di viaggio pronta a darvi informazioni. I 136 km vengono percorsi in tre ore e raggiungono sei comuni da scoprire, dove il viaggio nel tempo diventa viaggio nella storia.

La prima fermata è a Borgo San Lorenzo (Fi). Qui è possibile ammirare il medievale Palazzo Podestà e la pieve di San Lorenzo, con il suo particolare campanile poligonale del 1263. All’interno della chiesa è collocata una Madonna con bambino attribuita al giovane Giotto. Da visitare Villa Pecori Giraldi, dove è allestita la collezione permanente di opere di Galileo Chini e della sua dinastia: ceramiche, vetrate e dipinti. Si compie un viaggio a ritroso nel Medioevo con la visita alla duecentesca chiesa di San Francesco con resti di affreschi del Trecento. La pieve romanica di San Giovanni Maggiore sulla via Faentina è del X secolo. Gli amanti della natura e del trekking possono usufruire di una fitta rete sentieristica con varie proposte di itinerari.

Suggerimenti enogastronomici: gli Zuccherini del Mugello, biscottini tondi, bucati nel mezzo, profumati di anice, e il Pane del Mugello senza sale, nel rispetto dell’antica tradizione artigianale. Vino: il Chianti Classico Docg con invecchiamento minimo di 24 mesi.
Il treno prosegue sulle colline di Vicchio, che ha dato i natali a Giotto e Beato Angelico, tra boschi e verde assoluto. La seconda fermata è a Marradi (da “marrato”, zappato, indica il podere alla destra del fiume Lamone). La cittadina appenninica ha dato i natali al poeta Dino Campana. Da qui partono diverse escursioni a piedi, in bici e a cavallo ed è possibile gustare due eccellenze del territorio: il Marron buono di Marradi e l’acqua di Marradi. Alcuni sentieri conducono a luoghi particolarmente suggestivi, come la badia Santa Reparata. Quello che parte dal Ponte della Valle (località Lutirano) conduce all’eremo di Gamogna, fondato da san Pier Damiani nel 1053.
Qui si gusta la farinata con il cavolo nero, la farina di mais e i fagioli e si beve Pinot Nero e la Malvasia.

Sul treno non ci si annoia mai, si rimane incantati a vederne i particolari che ci fanno tornare indietro nel tempo e i paesaggi scorrono sul finestrino come un film. E poi c’è Dante che viaggia con voi.
Entrati in Romagna la tappa successiva è Brisighella (oggi circa 7000 abitanti) dove ci attende la nostra guida che ci accompagna in un’interessante esplorazione del borgo. Per la sua bellezza ha conseguito diversi riconoscimenti: Borghi più Belli d’Italia, Citta slow e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Un borgo che si distingue per le sue eccellenze e la sua qualità di vita. Viene chiamato il borgo dei tre colli: la Rocca Manfrediana del XV secolo, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino. In realtà il colle era uno solo ma a causa dell’estrazione del gesso si sono formati degli avvallamenti. Infatti la risorsa più importante di Brisighella è stata il gesso.

Stazione di Brisighella
Stazione di Brisighella

Dante, piccato del passaggio alla fazione dei ghibellini di Maghinardo Pagani da Susinana (governatore di Brisighella alla fine del XIII secolo), lo spedì, nella Dvina Commedia, all’Inferno. In realtà il Sommo Poeta non sostò mai a Brisighella. Da non perdere la “via degli Asini”, una suggestiva strada sopraelevata e coperta in cui furono scavate nella roccia le stalle che un tempo ospitavano gli asini. Un sentiero che conduce nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Ma Brisighella è anche una sosta che non deluderà i buongustai: patria del nobile Olio Extra Vergine d’Oliva “Brisighella Dop” e del Carciofo Moretto, piccolo, mai modificato geneticamente, cresce soltanto nei versanti assolati dei calanchi gessosi. Tra i vini da gustare il Trebbiano di Romagna Doc e il bianco Pagadebit Doc. Deve il suo nome ai mezzadri vignaioli che pagavano i loro debiti con questa uva.

Brisighella
Brisighella

Altra sosta a Faenza famosa per le sue ceramiche. Nel Purgatorio Dante tuona: “Oh Romagnuoli tornati in bastardi!” (Purgatorio XIV 99). Proprio all’Inferno il Sommo Poeta incontra Tebaldello Zambrasi che ha tradito la fiducia della propria patria per il furto di un maiale e Frate Alberigo Manfredi che ha tradito la propria famiglia. In questo girone infernale un gelo eterno tormenta le anime dannate dei traditori. Nel XXXII canto dell’Inferno Dante cita Tebaldello Zambrasi, responsabile di aver aperto una delle porte della città ai Geremei e ai loro alleati guelfi, che fecero strage dei ghibellini. “Tebaldello ch’aprì Faenza quando si dormia” (Inferno XXXII 122-123). Ma verrà ucciso l’anno dopo nella battaglia di Forlì.
Dopo l’abbraccio e il bacio della riconciliazione tra i due cugini, Manfredo e Alberigo, quest’ultimo alla fine della cena fa entrare dalle porte di servizio dei sicari che trucidano a pugnalate Manfredo e suo figlio Alberghetto. Dante scaraventa all’inferno l’anima di Alberigo quando questo è ancora vivo. Lo definisce: il “peggior spirito di Romagna” perché ha tradito la sua propria famiglia.

Via degli Asini
Via degli Asini

A Faenza, di origine romana, è interessante una visita al MIC, il Museo Internazionale della Ceramica, dove si possono ammirare le produzioni italiane e internazionali antiche e contemporanee, e alle botteghe, circa 60, ancora oggi attive. Il centro storico di Faenza è accogliente nel suo stile tipico romagnolo: la piazza porticata della Libertà, la fontana Maggiore, la torre dell’Orologio, il palazzo del Podestà che risale al 1175, già presente all’epoca di Dante.

A Faenza si può gustare la pasta tipica, i Curzul, “laccetti di scarpe” così chiamati per via della forma. Sono a sezione quadrata, più spessi e più corti dei tagliolini. Il sugo in abbinamento ai Curzul è allo scalogno di Romagna Igp con le carni di Mora Romagnola, l’antica razza suina autoctona. Qui i due vini più apprezzati, simboli della Romagna sono: il Sangiovese Doc e l’Albana Docg (secco, dolce, passito e spumante).
Arrivo a Ravenna, famosa per i suoi mosaici, è stata capitale tre volte: dell’Impero romano d’Occidente (402-476), del Regno Ostrogoto (493-553) e dell’Esarcato Bizantino (554-751). Qui Dante decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita fino alla morte, giunta il 13-14 settembre 1321, per aver contratto la malaria al ritorno da un’ambasceria a Venezia, e dove terminò la stesura della Divina Commedia. I funerali del Sommo Poeta si svolsero nella basilica di San Francesco (da non perdere la suggestiva cripta sommersa d’acqua dove nuotano i pesci rossi).

Le spoglie del Sommo Poeta vennero sepolte in un piccolo cimitero presso la chiesa. Ma furono sempre rivendicate dai fiorentini. Per tale motivo i frati custodi della tomba, al fine di evitarne il trafugamento, le nascosero in un luogo segreto del convento, per poi ricollocarle nel mausoleo. Le ossa dell’Alighieri vennero di nuovo occultate durante la Seconda Guerra Mondiale. Il tempietto neoclassico che dall’Ottocento accoglie i resti di Dante, la Tomba di Dante (considerata monumento nazionale e protetta da una zona di rispetto e di silenzio chiamata “zona dantesca”), è chiamato dai ravennati, per la sua forma tondeggiante e il suo candore: la “Zuccheriera“. Ad essa si accede attraverso una porta bronzea che ospita il sarcofago di epoca romana. Al di sopra dell’urna sta un bassorilievo scolpito nel 1483 da Pietro Lombardi che raffigura Dante in pensoso raccoglimento.

La Tomba di Dante riveste ancora oggi un alto valore simbolico. Il 14 settembre, ogni anno in ricordo della morte del Sommo Poeta, la città di Firenze, attraverso una propria delegazione, consegna in dono olio d’oliva degli Appennini toscani per tenere viva la lampada votiva situata al centro del monumento funerario.

Ravenna è a pochi chilometri dall’Adriatico e vanta ben otto monumenti Patrimonio dell’Umanità Unesco. Tra questi la Basilica di San Vitale, capolavoro dell’arte bizantina del VI secolo o gli stupendi mosaici del Mausoleo di Galla Placidia e del Battistero Neoniano. Per approfondire Ravenna e suoi mosaici leggete (o ascoltate): Ravenna, una città d’acqua tra Dante e mosaici.

Tra le specialità ravennati: la Piadina romagnola Igp. Regina degli street food è preparata espressa nei chioschi e viene farcita con Squacquerone di Romagna Dop o salumi e affettati tipici. Tra i primi piatti sono da gustare: Cappelletti, Strozzapreti, Tagliatelle al ragù e la Spoja lorda (modo dialettale per descrivere un ripieno scarso e quindi una sfoglia appena sporcata). Non mancano le carni di razze autoctone e sano pesce azzurro dell’Adriatico. Da bere: gli autoctoni rossi della “bassa” Tundè Igt e Burson Igt.

Nelle giornate di domenica (11 settembre, 18 settembre, 25 settembre, 2 ottobre, 9 ottobre, 16 ottobre, 23 ottobre, 30 ottobre, 1 novembre) il Treno di Dante parte da Firenze alle ore 8.50 per giungere a Ravenna in mattinata (ore 11.57) dove rimarrà in sosta in stazione sino alla ripartenza, prevista per le ore 17.54. Quattro le fermate intermedie: Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella e Faenza, tutti luoghi che hanno segnato la vita di Dante.

Nelle giornate di sabato, invece, si può scegliere la nuova formula “crociera”. Ovvero tre soste tecniche e la sosta prolungata (1 ora e 30) a Brisighella (24 settembre, 8 ottobre, 22 ottobre) o Faenza (17 settembre, 1 ottobre, 15 ottobre, 29 ottobre). Con questa la formula i viaggiatori possono completare l’acquisto con le opzioni di escursione/degustazioni nelle due città. Degustazioni di olio o gelato tradizionale e visita al Borgo Medievale di Brisighella (uno dei più belli d’Italia), la scoperta delle tradizioni ceramiche artistiche e della neoclassica città di Faenza.

Il servizio sul Treno di Dante è, inoltre, personalizzato e di alta qualità: su ogni vettura è presente un’assistente di viaggio che si occupa di accompagnare i viaggiatori nella loro esperienza e narrare la storia dei luoghi toccati durante l’esilio dell’Alighieri, che più ne influenzarono l’esistenza e l’opera.
Il Treno di Dante è un progetto del 2021 voluto per i 700 anni della morte di Alighieri dalla Regione Emilia-Romagna e sviluppato da Apt Servizi Emilia-Romagna con Toscana Promozione Turistica. Organizzazione: Il Treno di Dante s.r.l.

Informazioni

I biglietti per il Treno di Dante sono in vendita sul sito: www.iltrenodidante.it
Prezzi: singola tratta 38,00 €; andata e ritorno 56,00 € (sconti per i bambini e gratuità fino a 4 anni).
Sul sito sono in vendita anche molti pacchetti turistici a completamento del viaggio, tra i tanti: Alla scoperta dei luoghi Danteschi di Ravenna; Dante e i Mosaici Bizantini di Ravenna; Benessere e relax a Faenza; Ceramiche, Mosaici e luoghi Danteschi fra Faenza e Ravenna; In collina in Romagna fra Faenza e Brisighella; Sapori di montagna e luoghi danteschi fra Marradi e Ravenna.
Partenze tutti i sabati e le domeniche fino al 30 ottobre (escluso il 10 settembre), con una corsa straordinaria martedì 1° novembre
Orari del sabato e della domenica
Email: info@iltrenodidante.it

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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