“Priscilla”, la storia d’amore con Elvis Presley
Venezia 80. Priscilla, una moglie in una gabbia dorata. Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Cailee Spaeny. Dal 27 marzo al cinema
Priscilla Beaulieu è solo un’adolescente quando incontra a una festa Elvis Presley, superstar del rock’n’roll. Alla fine degli anni Cinquanta Elvis Presley era di base in Germania, come il padre di lei. È appena una ragazzina con i golfini color confetto, va bene a scuola ma ha nostalgia, come Elvis, dell’America. Inoltre lui è addolorato dalla recente perdita della madre. Così scocca la scintilla e lei è invidiata da tutte le fan di lui.
Ma la vita privata con il cantante si rivela ben presto qualcosa di molto diverso dal sogno. Un amore travolgente, una vita matrimoniale trascorsa in solitudine, vista attraverso gli occhi di lei. Sofia Coppola racconta nel suo film il lato privato di uno dei miti americani. Dal lungo corteggiamento, al matrimonio e alla vita coniugale turbolenta.
La tenuta da sogno kitsch a Graceland, luogo di pellegrinaggio visitata da mezzo milione di persone ogni anno, è la meta desiderata o una prigione dorata?
Per Elvis era solo un santuario che serviva a proteggere la sua privacy, fece costruire intorno alla casa un muro di cinta in pietra rosa per proteggersi dai paparazzi. A metà degli anni Settanta, dopo che Priscilla se n’era andata, la fece ristrutturare, cosicché quella che oggi visitano i turisti è la nuova villa, in cui il cantante visse fino alla sua morte nel 1977.
Priscilla è stato il grande amore e unica moglie di Elvis ma i riflettori erano tutti puntati su di lui. Una moglie-bambina piena di sogni che non può uscire da sola e lasciata ad aspettare a casa il mito. Sofia Coppola indaga da vicino la storia di questa ragazza basandosi sul libro scritto (insieme a Sandra Harmon) dalla stessa Priscilla, Elvis and Me. Quasi nessuno spazio alla musica e ai successi del cantante.
Attraverso la sua biografia, tratteggiata dalla regista, assistiamo all’evoluzione dell’identità di Priscilla che viene catapultata, nel suo sogno romantico, in una vita di lussi e privilegi. Ma la fiaba ha il rovescio della medaglia: Elvis le impone vestiti, pettinatura e la lascia a casa durante le sue tournée, occasioni di avventure. Va da solo a Hollywood mentre lei deve restare lì ad aspettarlo. Presto l’abuso di farmaci e l’aggressività del cantante mettono la moglie di fronte a una realtà difficile da accettare. La storia d’amore, iniziata a 14 anni, finisce a 24 anni quando Priscilla scappa da Graceland.
Elvis tornò negli Stati Uniti nel 1960. Nel 1963, i genitori di Priscilla accettarono che la loro figlia diciassettenne raggiungesse Elvis a Memphis. purché frequentasse la High School, un istituto cattolico femminile, per terminare la scuola superiore mentre risiedeva a Graceland. Elvis e Priscilla dormivano nello stesso letto ma Elvis aveva deciso che non avrebbero fatto sesso fino al loro matrimonio (1967). Nove mesi dopo nacque la loro unica figlia Lisa Marie Presley.
Cinque anni dopo la moglie lasciò Elvis. Entrambi avevano relazioni extraconiugali, e divorziarono nel 1973.
Nonostante l’esito Priscilla ed Elvis erano profondamente legati. Un legame che è durato per tutta la vita di lui e perdura in quella di lei. Per la giovane Priscilla è stata un’immersione nel mondo di Elvis, per poi riemergerne e scoprire la propria identità̀.
La regista: “Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive”.
Pur condividendo l’astensione dal giudizio della regista il film scorre piuttosto lento e senza particolari emozioni e interesse. Risulta difficile, anche per le spettatrici, identificarsi in un’adolescente immersa in un mondo privilegiato accanto a una star, pur solidarizzando e condividendone la ricerca di una identità autonoma.