Il progetto “Musica dentro” per ascoltare anche con il corpo e l’anima

Il progetto “Musica dentro” per ascoltare anche con il corpo e l’anima

“La musica fa bene all’anima” ma può essere terapeutica? Intervista al dott. Gianni Marotta direttore del CIMI (Centro Italiano di Medicina Integrata)

Ezio Bosso: “La musica c’insegna la cosa più importante che esista: ascoltare!”. Di solito pensiamo che la maggiore abilità risieda nel suonare la musica ma l’ascolto non è da meno, ne parliamo con il dott. Gianni Marotta che ha grandi progetti al riguardo.
D. Lei è un medico-omeopata e dirige il CIMI, cosa è esattamente?
R. È un Centro di Medicina Integrata, sintesi e sinergia di apporti pluridisciplinari. Utilizza un approccio orientato alla complessità di ciascun individuo e una visione clinica d’insieme. Da oltre vent’anni, i medici e i professionisti che sono ospitati al CIMI lavorano per ottenere il miglioramento dei pazienti attivando le loro stesse risorse nel modo più fisiologico, evitando un eccesso di farmaci chimici e utilizzando prevalentemente rimedi naturali.

D. Quando e come è nata la sua passione per la musica classica?
R. Da bambino mi piaceva cantare. La voce era naturalmente intonata. I miei mi hanno fatto studiare pianoforte. Poi ho cominciato a ascoltare brani di musica classica e mi sono appassionato e tutt’ora lo sono. Non riesco a coltivare uno strumento il cui studio richiede un impegno quotidiano. Soleva dire un grande concertista: “se non suono per un giorno io me ne accorgo, se non suono per due giorni se ne accorge mia moglie, se non suono per tre giorni se ne accorge il pubblico”. Allora mi sono dedicato al canto così ogni passo è buono per coltivare una buona emissione vocale: per i corridoi, per le scale, in macchina, in ascensore, passeggiando. La voce è uno strumento che porti sempre con te!

D. Come si inserisce all’interno del CIMI il progetto “Musica dentro“, di cosa si tratta?
R. La musica, forse più che ogni altra Arte, crea atmosfere. E la nostra vita si è formata in atmosfere, a volte serene, a volte no. Rassicuranti, stimolanti ma anche no: all’origine di condizionamenti pesanti, di paure, di inibizioni, di sfiducia in noi e nelle relazioni. La Musica in realtà è la colonna sonora della nostra vita e per molti di noi è un asse portante. L’immersione musicale è anche immersione nelle nostre atmosfere interiori, da cui chi vuole può prendere spunti e stimoli per viaggi esplorativi… Sapere ascoltare è una risorsa preziosa, per noi e per l’altro. Il progetto “Musica dentro” nasce per favorire un ascolto che è di noi stessi in primis, degli altri e del mondo intorno a noi, attraverso la Musica.

Concerto nella basilica di San Pancrazio
Concerto nella basilica di San Pancrazio

D. A questo punto è d’obbligo chiederle cosa è per lei l'”ascolto“?
R. Nel caso della Musica l’ascolto non implica solo l’udito ma anche il corpo e l’anima. Le vibrazioni le sentiamo in ogni nostra cellula e ne scaturiscono sensazioni e emozioni. In proposito sono interessanti le prospettive esplicitate dal prof. Alberto Panza: il discorso musicale è capace di far coesistere, non conflittualmente, tutta una serie di opposti: il rigore matematico (vedi Bach) con l’evanescenza fluttuante, l’aspetto immateriale e l’elemento tattile, la dimensione psichica e quella corporea. La musica è vibrazione che investe tutte le cellule del nostro corpo. E un’esperienza complessa, immersiva.

Stefano Mengarelli, psicoanalista (autore de Il Pentagramma Psicoanalitico: Legami e analogie tra psicoanalisi e musica) sostiene, in un suo articolo – Lo psicoanalista e il musicista: l’ascolto musicale nell’ascolto psicoanalitico – che “L’ascolto musicale insegna quindi ad ascoltare ciò che non sappiamo dire. Non si tratta dunque di applicare la psicoanalisi alla musica ma […] tentare un’operazione inversa: applicare la musica alla psicoanalisi, per addestrare i nostri mezzi mentali a contattare quello che non può essere detto” verbalmente.

D. Quindi l’ascolto, la musica possono essere terapeutici? Se si, in che modo?
R. L’Arte di per sé non è terapeutica – moltissimi compositori sono morti giovanissimi o in età non avanzata e gravemente malati – però permette di cogliere essenze, verità anche dolorose, captare atmosfere ed esprimerle. Affinché acceda a dimensioni terapeutiche occorre un ascolto consapevole, decondizionante, che permetta scelte riparative, improntate a maggiore costruttività, a una ritrovata o rinnovata armonia. Quindi ascolto da parte di terapeuti consapevoli e da parte di noi stessi. Un ascolto improntato all’accoglienza, a una introspezione gentilmente amorevole. Quanti brani musicali sono spazi di riflessione! Quanti Adagi, quanti Canti, quanti ritmi, sono autentiche meditazioni!

D. Ci può fare qualche esempio?
R. Io Ascolto spesso un Ave Verum Corpus Mozartiano nella versione (1990) partecipe e commossa di Leonard Bernstein.
Il bellissimo coro non è più una compagine di cantori, ma è metafora viva di una Umanità Viandante, nel percorso dalla vita alla morte. Per noi tutti, attori in gran parte inconsapevoli della Creazione, la Musica rende manifesta la forza che ci trascende e che ci guida. Creazione che andrebbe, almeno si spera – nonostante mala tempora currunt – verso il perfezionamento di sé.

D. Quale è la proposta di “Musica dentro”?
R. Offrire un servizio attraverso la Musica in sinergia con la conoscenza della Natura, con i percorsi meditativi, con l’amore per la Salute dell’Ambiente e del Corpo. Una Musica che da sempre ha attestato il sacro e ha animato il profano, che ha sancito armonie nel totale rispetto dell’aurea proporzione o ha alterato i suoi accordi per interpretare ogni emozione e condizione esistenziale, anche dolorosa e disperata.Una Musica presente in ogni cerimonia rituale ma anche nel nostro quotidiano. L’idea di Musica dentro è fare musica per ogni dove, non solo nelle sale da concerto ma in mezzo a ognuno di noi, riuniti per ascoltare, per cantare, per suonare. Renderla strumento di comprensione e di relazioni armoniche e vitali.

Il vero obiettivo è la creazione di una Comunità, o meglio di uno Spirito Comunitario, comunità di ascolto in primis, e, man mano che emergano affinità elettive, la graduale crescita di relazioni significative. Conosco tante persone che si stanno incontrando e riconoscendo per affinità elettive e che possono unirsi in un progetto condiviso. Invito i professionisti e i dilettanti appassionati a portare la musica ove possiamo e dove sappiamo che sarà ascoltata, nel modo più professionale possibile e con il piacere che superi la fatica della performance e della organizzazione. Portiamola in piccole sale o mettiamola in rete se pensiamo sia fattibile e positivo. Soprattutto amplifichiamo l’ascolto!

Fuori da logiche discografiche commerciali, fuori o dentro istituzioni ufficiali poco importa, creiamo dei momenti di fruizione musicale sempre più partecipati, sempre più consapevoli, sempre più in grado di inviare vibrazioni positive per le nostre cellule, sempre più idonei a creare ‘consonanze’ tra le persone e tra queste e gli elementi della Natura. Vorrei attivare ricerche interdisciplinari, coinvolgendo un bel numero di professionalità, non solo musicisti ma fisici, medici, psicologi, sapienti, approfondendo, sperimentando, investigando, comunicando.
Non escludo l’ipotesi di fondare un’Associazione di ricerca e di formazione nell’ambito della scienza dei suoni e che si occupi di diffusione delle arti musicali. Avere un volto giuridico potrebbe essere utile nel momento in cui occorre confrontarsi con altre realtà che operano similmente, specie accademiche.

D. Quali corsi sono stati attivati o sono in corso al CIMI?
R. Il CIMI ospita da tempo una sezione di Canto per portare ogni persona, pure coloro che si ritengono stonati, a emettere suoni ricchi di armonici, ben intonati grazie a una emissione libera e fluida, non spinta, ancorché ben sostenuta, nel pieno rispetto delle strutture fonatorie. Catharina Kroeger soprano e insegnante di canto presso il conservatorio di Amburgo è una insegnante preparatissima, che mira a far emergere la voce in base a una attenta conoscenza della persona, a tutti i livelli, e non secondo dinamiche canore spersonalizzate.

Corpo come strumento e Corpo e Voce sono corsi che da anni propongono – anche con il contributo del Feldenkrais e di tecniche posturali, la conoscenza dell’organizzazione del proprio corpo e del respiro come strumento per la migliore emissione vocale. Catharina Kroeger si avvale per ‘corpo e voce’ dell’esperienza in campo posturale di Gianna Bucciarelli (Mezierista e Feldenkrais). I cantori più appassionati sperimentano nel coro dei Cimicantores l’importanza dell’ascolto reciproco.
Altre iniziative musicali sono state proposte al CIMI negli anni scorsi: Corsi del Maestro Davide Simonacci, Corso di canto armonico del Maestro Roberto Laneri, conferenze del prof Alberto Panza e altre iniziative.

D. Ma è possibile una fruizione, uno studio della musica da diversi punti di vista?
R. La Musica è una, ma i punti prospettici da cui mirarla sono molteplici: estetici, psichici, antropologici, fisici/matematici, terapeutici, sociali e, mi piace sottolineare, comunitari e spirituali. Sarebbe proficuo creare delle sezioni di ricerca per ogni punto prospettico e creare una rete di gruppi di lavoro nell’ambito di un’Associazione dedicata e – si spera – in parte finanziata. Nella prospettiva della ricerca occorre contare su ‘pochi ma buoni’ : esperti di qualità, ben motivati e coesi. Sul piano della offerta musicale invece porte aperte per far accorrere soci fruitori sempre più numerosi, lasciando molto libera la possibilità di contribuire al progetto in termini sia di presenza che economica, secondo le disponibilità di ciascuno.

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Informazioni

CIMI

Centro Italiano di Medicina Integrata
Indirizzo: Via Vincenzo Monti 12 – 00152 Roma
Telefono 06 5812492
Email: segreteria@cimiroma.it

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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