Venezia 81. Love, le diverse sfumature dell’amore

Il film è parte della trilogia delle relazioni composta da tre capitoli: Sex, Love e Dreams (Orso d’oro al Festival del cinema di Berlino 2025). Dal 17 aprile al cinema
Presentato in concorso alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia LOVE (Kjærlighet) è scritto e diretto da Dag Johan Haugerud. Il regista ha dichiarato che l’idea del film: “In parte è nata dal libro The Lonely City di Olivia Laing (pubblicato in Italia da Il Saggiatore con il titolo “Città sola”)”.

Marianne (Andrea Bræin Hovig) è un’urologa/oncologa e Tor (Tayo Cittadella Jacobsen) è un infermiere empatico. Fanno amicizia sul lavoro e si confidano le loro personali storie di relazioni affettiva e sessuali. Entrambi non cercano rapporti convenzionali, di coppia e non intendono “mettere su una famiglia”. Cercano piuttosto una maggiore libertà e autenticità. Marianne incontra Tor lungo il tragitto sul traghetto che attraversa la città di Oslo dove vivono. Lui le confessa che spesso trascorre lì le sue notti in cerca di incontri occasionali con uomini. Lei invece sta andando a un appuntamento con amici dove spera di incontrare l’uomo “giusto”.

LOVE è un film romantico che esplora la sessualità, le relazioni e l’amore attraverso l’amicizia e il confronto tra due colleghi di lavoro. Il film racconta la ricerca di relazioni sessuali, emotive ed anticonformiste. La sessualità femminile emerge nel film quanto quella maschile, senza moralismi. Ma sono le emozioni, le relazioni affettive che sono determinanti. Il tutto disegnato con romanticismo e la poesia con cui il regista ti fa innamorare di Oslo, grazie all’ottima fotografia di Cecilie Semec e al fatto che in quella città sembra funzionare tutto egregiamente: sanità, trasporti, ospedali, cultura etc. Gli interpreti – Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen e Marte Engebrigtsen – sono bravi e molto convincenti nelle loro parti.

Come non fa differenza tra sessualità maschile e femminile LOVE pone sullo stesso piano le relazioni etero ed omosessuali. Offre molti spunti di riflessione sulla possibilità di un mondo diverso, dove la gentilezza e fare del bene non sono un segno di debolezza ma un modo etico di essere al mondo. Permette alle persone di esprimersi e di agire in modi anche insoliti ma sempre autentici e nel rispetto altrui. Per il regista: “una funzione importante della finzione filmica è quella di ispirare nuovi modi di pensare nella vita reale. Con LOVE – e con l’intera trilogia completata da SEX e DREAMS – il mio obiettivo primario è stato quello di trasmettere che sono possibili per tutti nuovi modi di pensare e di comportarsi”.

Love presenta un’alternativa alla famiglia nucleare, l’amore è molto più fluido degli stereotipi delle relazioni. Il regista ha spiegato: “la famiglia nucleare è alla base di gran parte del patrimonio culturale e di tutte le tradizioni e cerimonie ad essa associate, è impossibile non relazionarsi ad essa. Questi atteggiamenti modellano anche le politiche, rendendo difficile per molti immaginare modi di vita alternativi… La fiction può servire da ispirazione per pensare in modo diverso”. Marianne cerca l’amore non il matrimonio o la famiglia. Tor sembra cercare solo sesso ma poi trova il piacere di dare, di amare.

Quello che adoro, personalmente, di questo regista è la sua capacità di parlare di sessualità, con delicatezza, senza mostrarla in forma grafica. Così ha spiegato la sua strategia: “consiste nel cercare di approfondire un tema e dare un’idea di qualcosa di vero. E credo che sia estremamente difficile far sentire vero il sesso grafico in un film. Almeno io lo vedo molto raramente. La maggior parte del sesso che vedo nei film non riguarda affatto il sesso, ma la nudità in posizioni che noi riconosciamo come sessuali”.

Il riferimento più immediato dei film di Dag Johan Haugerud è Éric Rohmer. In particolare per LOVE è Il raggio verde.