Seychelles 5. La Digue, la più chic

La Digue da perlustrare a piedi o in bicicletta a caccia di spiagge da sogno. “Take it easy”?
Le Seychelles, compresa La Digue, sono innanzi tutto una sferzata di energia. La Digue, l’isola di granito (40 km da Mahé e 7 km da Praslin, da cui si raggiunge con 20 minuti circa di battello), è conosciuta come l’isola dalle spiagge più belle e l’isola delle biciclette. Le auto sono pochissime e l’isola si può girare anche tutta a piedi. Denominata “l’isola rossa” per i colori che assumono le sue rocce di granito al tramonto. Fu scoperta nel 1744 da Lazare Picault. Il villaggio di La Passe è l’unico borgo dell’isola.
INDICE
Le spiagge
L’Union Estate e Anse Source d’Argent
Festival Kreòl
Dove mangiare
Dove dormire
È davvero tutto easy?
Informazioni
Le spiagge

Per partire alla scoperta delle spiagge della costa Nord si inizia da Anse Severe, mentre lungo la costa sud incontreremo Grand Anse, Petit Anse e Anse Coco. Se decidete di fare delle belle passeggiate e partire da Anse Severe per raggiungere la punta nord è bene calzare delle scarpe comode (da ginnastica).
Anse Severe, che gode della duplice protezione della barriera corallina e di alcune formazioni rocciose, è ideale per fare snorkeling nelle ore di alta marea. Questa è una regola da tener ben presente prima di immergersi nelle acque di La Digue: dove non c’è barriera corallina fare il bagno è estramamente pericoloso.

Proseguendo, in bicicletta o a piedi, sul versante nord-orientale dell’isola si incontrano le piccole ed appartate: Anse Patates (dove è possibile fare snorkeling) e Anse Gaulettes.
Per quelli che hanno voglia di panorami è possibile salire al punto più alto e centrale dell’isola, il Nido d’Aquila (300 m s.l.m.). La seconda parte del sentiero è più impegnativa. Dal punto più alto è possibile vedere le isole di Felicite, Marianne, Coco, Sisters Islands e Praslin.

Una comoda strada asfaltata, che attraversa il centro dell’isola con ai lati una foresta popolata da uccelli di ogni genere e colori, conduce a delle spiagge spettacolari, quanto da evitare per fare un bagno, della costa sud-orientale. La prima a cui si arriva è Grande Anse, una distesa di sabbia bianchissima incastonata tra formazioni rocciose.

Qui il mare profondo con onde alte e pericolose non è protetto dalla barriera corallina. I cartelli che vietano la balneazione sono pochi e poco esplicativi. In Australia, dove ci sono gli stessi fenomeni pericolosi e mortali – le correnti di risacca (rip currents) – l’allerta è massima. Si trovano diversi cartelli descrittivi ed esplicativi su queste correnti che illustrano i motivi del divieto di balneazione. Ai lati della spiaggia spesso ci sono onde prolungate e al centro una zona di mare più calmo che invita a immergersi, ma proprio qui sta il pericolo.
Proprio nella zona di acque calme la corrente scava così tanto il fondale che è sufficiente mettere un piede dentro l’acqua per sprofondare in due/tre metri, essere travolti da vortici e trascinati via a una velocità e forza a cui è impossibile contrapporsi. Basta gettare in questo tratto di acqua un ramo, o altro che galleggia, per vedere cosa accade. Una maggiore informazione e comunicazione sull’isola eviterebbe molti decessi di ignari turisti.

Proseguendo il sentiero dopo Grand Anse si incontra un’altra bella, quanto pericolosa, spiaggia, Petit Anse. Tutt’altro che “piccola” è raggiungibile solo a piedi e proprio per questo è spesso deserta. Proseguendo ancora si arriva ad Anse Coco, anche questa spiaggia è affascinante ma potrete fare il bagno solo in fondo in una piscina naturale protetta dalle rocce, dove troverete più persone.
L’Union Estate e Anse Source d’Argent

L’Union Estate (proprietà privata, si paga un biglietto di circa 10 euro) è un’antica piantagione di cocchi, un giardino botanico e un museo tradizionale all’aria aperta che comprende varie realtà interessanti. Il cimitero storico dei primi coloni, dove la vegetazione sembra essersi ripresa il dominio sull’uomo e sulle pietre. La fabbrica di copra dove ripercorrere le tappe di trasformazione della copra e il mulino, la cui macina è instancabilmente trainata da un bue, per l’estrazione dell’olio di cocco. Per ogni secchio d’olio servono circa 35 kg di cocco e 2 ore di lavoro del mulino. Qui la piantagione di vaniglia cresce in modo naturale come il patchouli. C’è anche un cantiere navale dove le navi da pesca sono intagliate nei tronchi di takamaka.

Il Rocher de Granit è un monolite gigantesco di 40 m che copre un’area complessiva di 4.000 m², formatosi nell’era precolombiana, circa 750 milioni di anni fa, per il lento raffreddamento delle rocce fuse (magma) della crosta terrestre. Non manca una tenuta di tartarughe di terra giganti di Aldabra. Mentre la Maison de Planteur, con un tetto di foglie di latanier. Sulla sua panoramica terrazza sono state girate alcune scene del film Goodbye Emmanuelle (1976) con Sylvia Kristel.

Dopo alcune centinaia di metri il sentiero conduce alle fantastiche formazioni rocciose che costeggiano la più bella e imperdibile delle spiagge: Anse Source d’Argent, lunga circa un chilometro. Le rocce nere, il verde delle palme e della vegetazione, la spiaggia bianca e il mare con infinite sfumature di azzurro creano una sinfonia di colori e profumi senza eguali.

Anse Source d’Argent è la spiaggia più frequentata dell’isola e una delle più fotografate del mondo. Qui facilmente potrete nuotare insieme alle tartarughe marine (esperienza unica), ma non toccatele! Anse Source d’Argent è considerata tra le dieci migliori spiagge del mondo. Spettacolare per gli enormi massi di granito, con acque calme turchesi e poco profonde all’interno di una barriera corallina. Percorretela tutta fino in fondo, dove forse troverete meno bagnanti. Per le foto si consiglia di andare all’orario di apertura.

Se cercate la tranquillità e una spiaggia dove essere soli o al massimo vedere qualche abitante dell’isola recatevi ad Anse Union. È una spiaggia appartata che termina all’eliporto. Si trova nei pressi della chiesa e della scuola, dietro un cantiere nautico. Incantatevi a vedere i bambini che giocano nell’acqua e gli aironi che passeggiano sulla barriera. Porto sempre con me almeno un libro ma non sono riuscita a leggere perchè incantata davanti a questo paradisiaco film che mi scorreva ogni giorno davanti ed era ogni giorno diverso.
Festival Kreòl

L’ultima settimana d’ottobre l’isola di Mahè ospita il Festival Kreòl, la più importante manifestazione dedicata alla cultura creola. Un autentico spettacolo: musiche, danze al ritmo della sagà music, costumi tradizionali, processioni, giochi all’aperto, banchi di prodotti tipici, arte, artigianato e street food. Per una settimana tutte le genti creole dell’Oceano Indiano (Seychelles, Mauritius, Reuniòn, etc) e non solo, son coinvolte in questa specie di carnevale. Ho avuto la fortuna di viverlo a La Digue ed è davvero divertente e trascinante. Partecipano tutti grandi e piccoli spesso dietro a carri trascinati da animali. La danza del sagà, con il suo ondeggiare di fianchi e passetti, è una delle più popolari come la più lenta moutia, una danza ripetitiva che si balla di sera intorno al fuoco.
Dove mangiare

Cconsiglio di cenare presto, ora tramonto, a Le Nautique Waterfront Restaurant è un autentico piacere. La location, una terrazza sull’acqua, è spettacolare e il panorama fantastico. Un menù di colori e stelle renderanno la vostra cena una delle più romantiche di sempre. La sua cucina creola e ottimi piatti di pesce ne fanno il miglior ristorante dell’isola.

Un altro ristorante, meno elegante e raffinato, che ho apprezzato sull’isola è il Fish Trap Restaurant. La foto sopra serve a comprendere perchè. I suoi punti di forza: tavoli sulla spiaggia fronte mare, piedi sulla sabbia e panorama indimenticabile.
Dove dormire

In occasione di soggiorni brevi l’hotel a più stelle, o un resort, può essere una comfort zone in cui rilassarsi, godersi semplicemente la vacanza, all’insegna, però, di un’ospitalità internazionale. Avendo a disposizione più giorni, volendo conoscere il Paese scelto, immergersi nel suo mood, mangiare piatti tradizionali, entrare in contatto con i suoi abitanti, autentici mediatori in grado di spiegarti la cultura del posto e raccontarti il territorio, allora cercare ospitalità (albergo o B&b gestito dai locali) può essere una valida soluzione e, a volte, un risparmio.

A La Digue abbiamo scelto Villa Antonia per la sua posizione centrale e per le valutazioni positive. Poi sul posto abbiamo incontrato Babette e Andrea, gentilissimi gestori che ci hanno dato preziosi consigli, informazioni e sono un valido aiuto per organizzare escursioni sull’isola. La casa è circondata da un ridente giardino curato ogni giorno da Andrea. Le stanze sono ampie, pulitissime e ognuna gode di una zona esterna riservata.

I gestori sono così accoglienti, discreti e premurosi da metterti a proprio agio facendoti sentire come a casa. Il risveglio a Villa Antonia è incantevole grazie agli uccellini e alle ottime colazioni preparate da Babette con frutta fresca e succhi di frutta espressi. Quando è possibile, e a richiesta, Babette può preparare la cena facendovi gustare la cucina locale.
È davvero tutto easy?
“Take it easy” è lo slogan delle Seychelles. È lo stile di vita, ereditato dai primi abitanti del Paese, schiavi africani portati dai colonizzatori. Al termine della loro giornata lavorativa erano liberi di esprimere la loro voglia di libertà ballando intorno ai falò accesi sulla spiaggia. Così le preoccupazioni potevano aspettare il giorno dopo.

Ma l’atmosfera edenica che vive il turista, felice come un Adamo tornato che ritrovato il suo paradiso terrestre, non è la stessa che vive la popolazione locale. La popolazione è per il 76% cattolica ma sopravvivono anche superstizioni e credenze di diversa provenienza. A far riflettere è la recente notizia della BBC secondo la quale il tribunale delle Seychelles ha accusato di stregoneria il leader del principale partito di opposizione e altre sette persone. Si tratta di Patrick Herminie che aveva annunciato di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2025 per lo United Seychelles Party (USP), il principale partito di opposizione del Paese. Il leader politico ha negato le accuse riferendo che il suo arresto e il suo processo sono un tentativo strumentale per gettare fango sulla sua immagine e quella del partito.

Ma “l’inferno” di questo paradiso terrestre è l’eroina. Le Seychelles sono il primo Paese al mondo per numero di eroinomani in rapporto agli abitanti. Su 94.000 abitanti (di cui 90.000 vivono nell’isola di Mahé) oltre 6.000 sono consumatori di eroina. Vuol dire che il 10% dei Seychellois sono tossicodipendenti.

Ad aprire questo squarcio sulla piaga di queste isole dell’Oceano Indiano è stata un’inchiesta della Bbc del 2019. Lo stesso presidente ha ammesso che la situazione è grave e che il suo Paese “è il primo al mondo per consumo di eroina pro capite”.
Perchè proprio qui? Le motivazioni accertate dall’inchiesta sono principalmente due. Non esiste un controllo alle frontiere. L’arcipelago è composto da 115 isole su un’estensione marina molto vasta e la presenza di confini permeabili hanno attirato i cartelli dei narcotrafficanti che hanno visto in queste isole un facile approdo e possibilità di smercio di enormi quantità di stupefacenti.

Le isole si trovano lungo le rotte del narcotraffico, dall’Afghanistan e dall’Iran all’Africa orientale e poi in Europa. La droga arriva via mare, su piccole imbarcazioni, viene poi rivenduta da spacciatori locali.
Un’altra motivazione è di ordine sociale, la dipendenza della popolazione, soprattutto dei giovani, dal turismo. I giovani locali si confrontano continuamente con il tenore di vita luxury dei 360.000 turisti l’anno, di cui non hanno altra scelta che esserne al servizio. Le isole sono passate velocemente da un’economia agricola al riciclaggio di denaro con grossi profitti.

Sono un paradiso fiscale, in quanto le aziende e gli individui possono spostare fondi dentro e fuori la nazione senza limitazioni e senza doverne dichiarare la fonte. Spesso gli investimenti nel turismo nascondono traffici (armi e droga). Le Società d’Affari Internazionali pur considerate residenti ai fini fiscali sono sottoposte a un sistema fiscale territoriale, per cui i redditi maturati da fonti estere non sono soggetti a tassazione. Il Consiglio dell’Unione Europea, con il comunicato stampa n. 748 del 17 ottobre 2023, ha aggiornato la lista UE delle giurisdizioni non cooperative ai fini fiscali, a cui ha aggiunto Antigua e Barbuda, Belize e Seychelles.

Anyway tutto ciò interessa poco ai turisti che possono godersi il paradiso di queste isole soprattutto nei loro protetti resort. A noi, che abbiamo perlustrato per più giorni La Digue in modo autonomo, è soltanto capitato di veder cadere a terra un ragazzo sotto effetto di stupefacenti e di ricevere raccomandazioni di buon senso di non lasciare incustodite le borse sulle spiagge soprattutto all’ombra delle mangrovie.
Informazioni
Per informazioni generali sulle Seychelles vedi l’articolo su Mahé
Dove mangiare
Le Nautique Waterfront Restaurant