“Kursk”, la storia del sommergibile nucleare russo #RomaFF13

“Kursk”, la storia del sommergibile nucleare russo #RomaFF13

K-141 Kursk, il sommergibile a propulsione nucleare russo, gioiello della marina militare, che divenne la bara per i 118 marinai dell’equipaggio.

Era uno dei più moderni sottomarini classe Oscar II della Marina Militare Russa, affondato nel mare di Barents il 12 agosto 2000 durante un’esercitazione militare navale, in cui erano impiegate trenta navi e tre sottomarini. Il regista danese Thomas Vinterberg, insieme allo sceneggiatore statunitense Robert Rodat (Salvate il Soldato Ryan), porta sullo schermo una drammatica storia, e tragedia umana, della nostra epoca.

Il protagonista è il comandante del compartimento 7 del Kursk, Mikail Averin (interpretato dall’eccellente attore belga Matthias Schoenaerts). Lo sceneggiatore attribuisce a lui, e alla moglie Tanya Kalekov (l’attrice francese Léa Seydoux), un figlio, e un altro in arrivo, mentre in realtà non ne aveva.
C’è un motivo di questa scelta: i marinai che riuscirono a sopravvivere qualche giorno in più dovevano rappresentare tutto l’equipaggio e i 71 bambini rimasti orfani.

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Mikail Averin e Tanya Kalekov

Il film racconta la lotta contro il tempo per la sopravvivenza per la mancanza di ossigeno e il freddo tremendo nei compartimenti allagati dall’acqua a 107 metri di profondità nel mare di Barents.
In superficie l’Ammiraglio Gruzinsky, l’ufficiale russo che comanda l’esercitazione navale (interpretato dall’attore austriaco Peter Simonischek), vede fallire i quattro tentativi di salvataggio. Sia con il piccolo sommergibile Pritz, limitato quanto a durata delle batterie, che con un sommergibile Bester, a causa delle forti correnti sottomarine, e soprattutto per il danneggiamento del boccaporto di emergenza, unica via di fuga dell’equipaggio rimasto ancora vivo.

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Mikail Averin

Forse il lato peggiore della storia è il ritardo dei russi nell’accettare gli aiuti internazionali, che nel film viene evidenziato, con spirito di corpo, da David Russel (interpretato dall’attore Colin Firth) della Royal Navy e responsabile degli aiuti britannici nell’operazione di salvataggio. Questo viene frenato dall’Ammiraglio Petrenko, il ‘cattivo’ e portavoce del governo (l’attore svedese Max von Sydow perfetto nella parte) che rappresenta l’autorità russa.

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David Russel e l’Ammiraglio Gruzinsky

Si suppone che sia inizialmente esploso uno dei siluri, creando un’onda sismica di intensità di 2,2, seguito da altre due esplosioni da 3,4 e 4,4 della scala Richter.
Ma intorno a questi ‘giochi di guerra’ – in questi giorni gli Stati Uniti vogliono uscire dal Trattato sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari con la Russia – è sempre triste constatare gli ‘incidenti sul lavoro’. All’epoca della vicenda del Kursk non c’erano guerre in corso, accettando la versione ufficiale. Le maestranze erano pagate 50$ al mese, così come i minatori che scendono sotto il livello della superficie terrestre a rischio di esplosioni che ne precludono il loro ritorno in superficie.
Il film descrive la difficile vita di questi marinai, con Mikail che vende il suo l’orologio U-boat per acquistare generi alimentari per la festa di matrimonio del suo amico. Le povere abitazioni, le vedove e gli orfani, di questa tragedia che cercano risposte o verità negate dal governo, lasciano l’amaro in bocca.

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Thomas Vinterberg_in conferenza stampa

A volte le ripresa sono un po’ troppo lunghe e forse, eliminando qualche frame, la storia sarebbe stata più intensa, senza momenti di noia. Rimane una sfida realizzare un film di due ore, con riprese per la maggior parte girate dentro un sommergibile fermo. Inevitabile il riferimento alle due ore e 15 minuti nel sommergibile di Caccia a Ottobre Rosso risultate più coinvolgenti.
All’inizio della produzione Thomas Vinterberg ha dichiarato: “Stiamo per fare un film sulle persone che sono morte. Lo faremo con onore e non li tradiremo né li useremo”.
Il film non vuole essere un documentario ma un’interpretazione artistica dell’evento, perché di possibili verità ce ne sono diverse… Nella ricostruzione ipotizzata da alcuni giornalisti canadesi il siluro che affondò il Kursk partì da un sottomarino americano, il Toledo (classe Los Angeles) che una settimana prima dell’incidente, insieme al sottomarino americano Memphis e il sottomarino inglese Splendid, aveva cominciato a seguire il sottomarino russo.

Quando il Kursk diede il via alle esercitazioni, tra cui il lancio di due siluri, per documentarne la potenza di fuoco, sembra che il Memphis si avvicinò troppo e per un errore di manovra, lo tamponò violentemente, rimanendo esso stesso gravemente danneggiato. Sulla base di questa ricostruzione, il comandante del Toledo, vedendo il Memphis lesionato, ritenne che fosse stato raggiunto da un siluro russo. Forse fui lui a ordinare di affondare il Kursk lanciando un siluro che colpì la prua, tra il secondo e il terzo compartimento, della stiva dell’enorme sommergibile nucleare.

Quindi Il Ministro della Difesa russo avrebbe ordinato di far decollare aerei da combattimento per bombardare i sommergibili americani, avvertendo il presidente Putin, in quel momento a Soci sul Mar Nero. È stato anche raccontato che pochi minuti dopo Putin ricevette un’altra chiamata, stavolta da Washington, e avrebbe immediatamente fatto rientrare gli aerei, cominciando a insabbiare la verità.
Due settimane dopo l’affondamento del sottomarino, il debito russo nei confronti degli Stati Uniti fu integralmente cancellato.

Il Kursk (classe Oscar II) era già da sei anni il più sofisticato sottomarino nucleare (modello Antei) al mondo, equipaggiato con i nuovi missili Granit e con i velocissimi siluri Kshval, torpedini in grado di volare sott’acqua come un aereo a reazione, alla velocità di oltre 530 Km/h. Pertanto risulta inverosimile che avesse imbarcato siluri vecchi di 30 anni, responsabili dell’autoaffondamento.

Kursk è la città russa dove, nel 1943, ci fu una delle più violente e determinanti battaglie fra 3.000 panzer della Wehrmacht schierati contro 4.000 mezzi corazzati dell’Armata Rossa

Sito: https://www.romacinemafest.it/

Marco De Felicis

Viaggiatore curioso ed interessato alla cultura delle popolazioni che ci hanno preceduto. Fotografo, videomaker e strumentista

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