Il Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini accolto con entusiasmo a Vienna
Dopo quasi 20 anni è tornata all’Opera di Stato di Vienna la leggenda dell’eroe di liberazione svizzero
Wiener Staatsoper, 13 marzo 2024. Già entrare nell’Opera di Stato di Vienna (1869), tempio della musica, è stata una grande emozione. Salendo la scalinata si è accolti dalle statue delle Sette Arti Liberali: Architettura, Scultura, Pittura, Musica, Poesia, Danza e Teatro. È uno dei più importanti teatri d’opera del mondo, in cui ogni stagione vengono proposte 350 rappresentazioni di oltre 60 opere e balletti diversi. L’orchestra che accompagna le rappresentazioni è quella dell’Opera di Stato di Vienna, ovvero una delle più prestigiose.
Il Gugliemo Tell, basato su un’opera di Friedrich Schiller, è l’ultima opera di Gioacchino Rossini. La sua prima rappresentazione è stata all’Opéra, Salle de la rue Le Peletier a Parigi nel 1829. Il capolavoro rossiniano annoverato nel genere “Grand Opéra”, per la sua imponente messa in scena e durata (quattro ore circa), si è avvalso, a Vienna, di cantanti di notevole livello.
Il regista David Pountney aveva già presentato il Guglielmo Tell nel 1998 e l’ultima rappresentazione all’Opera di Stato risale a 19 anni fa. L’opera è un inno alla libertà contro gli oppressori, gli svizzeri che lottano contro la repressione asburgica.
Quanto l’interpretazione del direttore dell’orchestra, Bertrand de Bill, sia stata abile è stato subito evidente nella famosa ouverture. “Perché – come affermato da de Bill – il nostro compito è quello di suscitare emozioni”. Ed ecco la pelle d’oca e i primi brividi di piacere… Romantico l’uso del corno, di Rossini, per evocare i paesaggi montani svizzeri.
Lo stesso direttore ha dichiarato: “Il mio lavoro è capire ciò che gli autori volevano e poi dargli vita nel miglior modo possibile. Attraverso la mia interpretazione – e questo è l’aspetto personale del mio lavoro – enfatizzo le cose, metto in evidenza alcuni aspetti, sottolineo alcune cose. Posso creare enfasi che mi sembrano importanti per aiutare a chiarire ciò che credo gli autori volessero dire – se preferite, interpretare”.
La scenografia è giocata su marionette gigantesche in costumi tradizionali e, all’opposto, paesaggi e villaggi montani in miniatura. Hedwige, la moglie di Tell, sta seduta su una gigantesca marionetta in legno e Melcthal, analogamente, su un’altra. Dominano la scena ma senza intervenire attivamente, sottolineano quanto accade e fungono da commentatori.
Nell’idilliaco villaggio di montagna Guglielmo Tell (Roberto Frontali) pensa al destino della sua patria governata dagli Asburgo mentre il figlio di Melcthal, Arnold (John Osborn), pensa al suo amore per la principessa asburgica del campo nemico, Mathilde.
Finalmente nel secondo atto entra in scena nel ruolo di Mathilde, Lisette Oropesa, che confida il suo amore per Arnold. Ho già avuto modo di apprezzare il soprano Lisette Oropesa, nel ruolo di Violetta, ne “La traviata” di Giuseppe Verdi con la regia di Mario Martone. A Vienna ha riscosso, da un pubblico entusiasta, scrosci di applausi. Lei, in un ruolo estremamente difficile, ha impressionato per la sua estensione vocale e le note alte. Un piacere ascoltarla e non vorresti che finisse mai di cantare. Straordinario il duetto del secondo atto insieme a Osborn,
Tell e Walter riescono a convincere Arnold a unirsi a loro nella cospirazione solo quando gli dicono che suo padre è stato ucciso dagli austriaci. Tutti si uniscono a Guglielmo Tell e giurano solennemente di combattere sotto il suo comando.
Secondo Gaetano Donizetti il secondo atto non fu composto da Rossini ma da Dio stesso.
Nel terzo atto Arnold, disperato, racconta a Mathilde che suo padre è stato ucciso. A queste parole lei comprende che per il loro amore non c’è futuro.
Il tiranno Gesler (Jean Teitgen) organizza i festeggiamenti per celebrare i cento anni di dominio austriaco in Svizzera. Ordina ai i presenti di prestare obbedienza. Ma Tell si rifiuta di farlo e per questo viene catturato e disarmato. Anche suo figlio viene trattenuto da Gesler, che mette la vita di Jemmy nelle mani del padre, Guglielmo Tell. Sarà lui a dover scoccare una freccia per colpire una mela sulla testa di suo figlio.
L’interpretazione di Roberto Frontali, di un padre amorevole e disperato, è stata commovente. La freccia scoccata da Tell raggiunge il bersaglio, ovvero la mela sulla testa di Jemmy. Ma lo fa al rallentatore, passando di mano in mano per l’intera larghezza del palco. Una scena che sospende l’azione ed è fortemente simbolica nel sottolineare che la conquista della libertà poteva essere raggiunta dall’eroe ma solo con il sostegno del popolo.
I balletti coreografati da Renato Zanella non sono solo piacevoli intermezzi ma contribuiscono alla grandiosità dell’opera e commentano la trama. Così la danza delle donne spaventate e chine rendono evidente la loro oppressione. Ancora più violenta la marcia ossessiva dei soldati che non si curano della presenza delle donne arrivando quasi a calpestarle.
Il quarto atto è pieno di azioni. Alla notizia dell’arresto di Tell Arnold si decide a combattere, al grido di battaglia “vittoria o morte”. Hedwige, si appella al governatore nel tentativo di salvare il marito e il figlio. Mathilde, dopo aver messo sotto la sua protezione Jemmy, si offre come ostaggio per far tornare Guglielmo Tell. Jemmy dà il segnale per l’inizio della rivolta. Durante la tempesta Tell fugge dalla barca di Gesler e lo uccide. La tempesta finalmente si placa. Gli svizzeri liberati intravedono il loro futuro: una placida vista sulla campagna con canti e balli per festeggiare la loro indipendenza e il loro Paese.
Il finale dell’opera è una visione del mondo futuro.
Un plauso va anche al coro, ben diretto da Thomas Lang, sia per le voci messe in campo che per la loro recitazione sempre molto espressiva. Nell’evocazione dell’ambiente alpino belli i costumi tradizionali di Richard Hudson, con forse una sola scelta un po’ ingenua nei copricapi ad alberello del coro. Alla fine diversi minuti di applausi per una rappresentazione entusiasmante.
Informazioni
Wiener Staatsoper
Telefono +43 1 514 44 2250 (Lunedì – Venerdì 10:00 – 15:00 )
Email: information@wiener-staatsoper.at
Indirizzo: A Opernring 2, 1010 Vienna
Ultima rappresentazione del Guglielmo Tell: 19 marzo ore 18:30 SOLD OUT