Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore e la guerra
A CAMERA – Centro italiano per la fotografia, la storia e le foto di Gerda Taro e Robert Capa in mostra fino al 2 giugno
Torino. CAMERA ospita una mostra che racconta attraverso 120 fotografie il rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.
Il percorso della mostra inizia quando i due fotografi, Gerda Pohorylle e André Friedmann (questi i loro veri nomi), si conoscono a Parigi nel 1934. Lei era fuggita dalla Germania nazista, lui emigrato dall’Ungheria. Per ottenere più incarichi, e guadagni, inventano degli alter-ego, così nasce il personaggio di Robert Capa, fotografo americano arrivato da poco in Europa e lei si trasforma in Gerda Taro.
L’anno successivo a quell’incontro i due si innamorano e iniziano un sodalizio artistico e sentimentale .L’anno decisivo per entrambi è il 1936, i due decidono di partire per la Spagna per documentare la guerra civile tra repubblicani e fascisti. Proprio di quell’anno sono gli scatti più famosi: sia di Robert Miliziano colpito a morte che di Gerda Miliziana in addestramento uno dei pochi scatti “con tacchi alti e pistola”. Simboleggia l’importanza delle donne in questo scontro e un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne.
Con i loro scatti i due testimoniano anche la vita quotidiana dei soldati, delle soldatesse e della popolazione drammaticamente colpita nel conflitto.
Entrambi impegnati nella lotta politica furono testimoni di quegli anni attraverso le loro foto anche grazie all’uscita sul mercato delle prime macchine fotografiche compatte.
Queste foto per la prima volta sono molto vicine all’azione come sostenuto da Capa: “se le tue foto non sono abbastanza buone è perché non sei abbastanza vicino”. In particolare grazie all’evoluzione della Leica, che permetteva agilità di movimento, era possibile essere quasi dentro la scena.
In mostra anche gli apparecchi fotografici utilizzati dalla coppia. Molto interessante è notare la differenza con le macchine di oggi.
Tra il 1936 e 1937 i due si spostano tra Parigi e la Spagna. Taro, in occasione del Convegno Internazionale degli Scrittori Antifascisti a Valencia, fotografa personaggi come André Malraux, Ilya Ehrenburg, Tristan Tzara, Anna Seghers.
Le loro fotografie sono pubblicate sui maggiori giornali del tempo, come Regards e Life. Spesso la coppia firma con un’unica sigla, senza distinguere chi ha eseguito lo scatto.
Gerda poco tempo dopo le sue famose foto muore, il 24 luglio 1937, lontano dal suo amore, schiacciata involontariamente da un carro militare durante la ritirata delle truppe repubblicane. Fu la prima donna-reporter che perse la vita sul campo di battaglia. Tanto che il funerale e la sua tomba, decorata da due sculture di Alberto Giacometti, sono pagati dal Partito Comunista Francese che la nomina martire antifascista.
L’anno successivo, Robert Capa pubblicherà Death in the Making, dedicato alla compagna, nel quale si trovano molte delle immagini visibili in mostra della coppia.
Nel 1939 poi Robert, elaborato il dolore della perdita della sua amata, è costretto a lasciare Parigi per l’invasione tedesca. Così lascia tutto il materiale del suo atelier a un suo amico che lo raccoglierà dentro una valigia con 4.500 negativi scattati in Spagna della coppia e da David Seymour (la cosiddetta “Valigia Messicana”). Questa passerà di mano in mano fino ad arrivare addirittura a generali messicani. Sul mistero della famosa valigia è dedicata un’intera sala della mostra. Sarà poi il fratello di Robert a far sì che nel 2007 le immagini entrino in possesso dell’International Center of Photography di New York, da lui fondato nel 1974.
“La fotografa è stata praticamente dimenticata dopo la sua morte, solo negli ultimi anni si è stati in grado di apprezzare la sua competenza visiva e di apprezzare un’autorialità femminile non edulcorata o addolcita: sono fotografie che fanno da spartiacque nella storia della fotografia” ci illustra Monica Poggi curatrice della mostra insieme a Walter Guadagnini.
Un’ esposizione molto interessante per l’importanza che Gerda e Robert hanno avuto come testimoni del loro tempo e come attivisti. Si sono sempre schierati apertamente contro la guerra.
Vale la pena menzionare il libro di Helena Janeczek (Vincitore nel 2018 del Premio Strega, del Premio Bagutta e finalista al Premio Campiello): La Ragazza con la Leica, biografia romanzata della vita di Gerda Taro.
Informazioni
SEDE: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
INDIRIZZO: Via delle Rosine 18 – Torino
E-MAIL: camera@camera.to
ORARI: ore 11-19. Giovedì 11-21
CURATORI: Walter Guadagnini e Monica Poggi
BIGLIETTO: Intero € 12, Ridotto € 8 / € 6 / € 4
IL LIBRO
Helena Janeczek, La Ragazza con la Leica, Ugo Guanda editore