Ferrara, cosa vedere, cosa gustare e dove sostare

Una perla del Rinascimento, discreta, colta e indissolubilmente legata agli Estensi
Una città che più la vivi e più ti conquista. Discreta, colta, sede di mostre e iniziative culturali, dove la qualità di vita la misuri nel quotidiano. Si arriva quasi ovunque in bicicletta, un centro storico dove camminare è un piacere e la cortesia e la gentilezza dei suoi abitanti non è solo formale. Ferrara, indissolubilmente legata alla casata degli Este, ha un patrimonio architettonico unico che fa girare la testa. Il suo impianto urbanistico, ampliamento verso nord al di là delle mura medievali (Addizione erculea), è un progetto del 1492 di Biagio Rossetti, al servizio di Ercole I d’Este. Jacob Burckhardt definì Ferrara “la prima città moderna d’Europa”.

INDICE:
Palazzo Schifanoia
Castello Estense
Palazzo dei Diamanti
Casa Romei
Cattedrale
Monastero del Polesine
3.0 Boutique Rooms
Palazzo Schifanoia

Tra i Palazzi da visitare c’è senz’altro Palazzo Schifanoia, simbolo del potere estense. Anticamente affrescato anche sulle pareti esterne come attestano i resti delle decorazioni dipinte, che simulavano rilievi marmorei policromi, rinvenute nell’antico prospetto esterno est inglobato nell’edificio a causa di successivi amplimenti. La sua costruzione fu avviata, nel 1393, da Alberto d’Este, fondatore dell’Università di Ferrara. Il nome ne denota la funzione: “schivare la noia”, qui si organizzavano feste, giostre e cacce. Con Borso d’Este, signore di Ferrara tra il 1450 e il 1471 (periodo florido della città), l’edificio assume il sontuoso e decorato aspetto attuale. Grazie al suo mecenatismo sono rimaste opere importanti come la Bibbia che porta il suo nome. Nel 1598 dopo la devoluzione al papato la città si avviò al declino.

La Sala dei Mesi (riscoperta nel 1820) lascia senza fiato per la sua vastità e la ricchezza decorativa dovuta a un’equipe di straordinari pittori guidati da Pellegrino Prisciani (dotto umanista, bibliotecario e astrologo di corte). Questa sala è un manifesto di propaganda politica. Borso celebra il suo governo e l’abilità di garantire la pace e amministrare la giustizia.

Sulle pareti sono raffigurati i dodici mesi dell’anno e tre decani per ogni mese. Ogni mese è diviso in tre sezioni: in alto il trionfo della divinità sotto la cui protezione è posto quel periodo dell’anno in cui si svolgono le attività riferite allo specifico mese. Nella fascia di mezzo sta il segno zodiacale del mese con i tre decani. Nel registro inferiore sono raffigurate le attività del mese, comprese quelle di Borso, che appare più volte in ogni scena.

Tra gli artisti vi lavorarono: Francesco del Cossa (1436 – 1478), presente nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, che reclamò un maggior compenso per il lavoro svolto. Sulla parete settentrionale si alternano vari artisti di due botteghe. Di una era capo il “Maestro dagli occhi spalancati” che nei mesi di Giugno e Luglio sembra riproporre lo stile dei miniatori estensi.

Più moderna appare l’altra bottega attiva nei mesi di Agosto e Settembre. Quest’ultimo dipinto, il più stupefacente con fabbri intenti a costruire armi mentre Marte e Venere sono sotto un lenzuolo, è stato realizzato da Ercole de’ Roberti (1455 ca. – 1496). I dipinti delle pareti ovest e sud (mesi di Ottobre, Dicembre, Gennaio e Febbraio) furono realizzati a tempera (invece che ad affresco come gli altri), motivo per cui sono quasi scomparsi.

Nel mese di Marzo (Francesco del Cossa) la fascia superiore, con la storia mitologica, è dedicata al Trionfo di Minerva. Il trono è trainato da unicorni bianchi (simbolo di purezza). La dea è la protettrice del segno dell’Ariete, delle arti (giuristi, letterati e medici raffigurati a sinistra) e delle mansioni femminili (donne che filano e tessono a destra). Forse un omaggio al duca che aveva introdotto a Ferrara la lavorazione della seta.
Nella fascia mediana i tre decani: il “vir niger” (rappresentazione dell’antica costellazione di Perseo), la donna al centro (la costellazione posta sotto la sovranità di Cassiopea) e il giovane a destra starebbe a rappresentare la costellazione di Enioco. Nella fascia terrena sono raffigurate le virtù di Borso d’Este, il suo buongoverno sulla natura. Il cavaliere che tiene a bada il cavallo (a sinistra) sarebbe una citazione del San Giorgio delle ante d’organo del Duomo dipinte da Cosmè Tura.

Il mese di Aprile e il segno del Toro sono sotto la tutela di Venere, il cui carro è trainato da eleganti cigni. L’uomo davanti a lei, inginocchiato e incatenato è Marte simbolo della vittoria dell’amore sulle guerra. Intorno giovani che si scambiano effusioni e sulla destra le Tre Grazie. Nella fascia mediana il Toro e i tre decani. A sinistra la costellazione delle Pleiadi (la donna con il bambino), l’uomo con la chiave è Sirio (la stella della costellazione del Cane) e a destra Aldebaran (sintesi di diverse tradizioni astrologiche). Nella fascia inferiore Borso con il suo buffone Scocola. In alto il Palio di Ferrara, a sinistra scene di caccia. Da evidenziare l’invenzione geniale di Francesco del Cossa del paggio seduto sulla cornice dipinta con le gambe che entrano nello spazio reale.

Il mese di Maggio (di Francesco del Cossa e bottega) si trova sulla parete est che ha patito di più l’uso improprio del Settecento. Nella fascia superiore il Trionfo di Apollo su un carro trainato da Aurora, a destra le Muse e a sinistra umaniste intenti a discutere. Nella fascia centrale il segno zodiacale dei Gemelli, a sinistra forse Castore e Polluce e a destra Apollo come arciere. La scena inferiore è quasi totalmente scomparsa a causa dell’apertura di una porta.
Nel mese di Giugno (attribuito al Maestro dagli occhi spalancati) sta, nella fascia superiore, il Trionfo di Mercurio (divinità protettrice del commercio). A destra e sinistra mercanti con abiti preziosi. Nella fascia astrologica ai lati del Cancro sta Orione e la costellazione di Argo.

Nel mese di Luglio (attribuito al Maestro dagli occhi spalancati) è raffigurato il Trionfo di Giove che siede sul carro, con Cibele, trainato da leoni. Nella fascia mediana, a snistra, un personaggio con tunica talare seduto su un albero (costellazione dell’Idra), al centro il Leone e a destra Boote, che si nutre di carne, custode dell’Orsa.
Nel Mese di Agosto (forse di Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza) in alto sta il Trionfo di Cerere con il carro trainato da dragoni alati e nella fascia mediana il segno zodiacale della Vergine. Nella fascia mediana Proserpina a sinistra e a destra una donna in atto di pregare, forse Iside.

Il mese di Settembre (Ercole dé Roberti, allievo del pittore del mese di Agosto) è dedicato alle arti meccaniche. Vulcano è evocato nel carro trainato da scimmie e dai ciclopi che stanno fabbricando armi per lui. Nel grande scudo di Enea, al centro, c’è la raffigurazione della lupa che allatta Romolo e Remo. Le due figure a destra, distese sul letto, sono Venere e Marte. Difficile l’identificazione dei decani attorno alla Bilancia nella fascia mediana. I due personaggi al lato alludono alla costellazione de Centauro.
In basso Borso che riceve un ambasciatore.
Da visitare, nel palazzo, anche la Sala delle Virtù o degli Stucchi, la Sala delle Imprese e la Sala della Caccia.
Castello Estense

Impossibile non vederlo, se non con la nebbia fitta invernale (a noi è successo), il Castello Estense, circondato da un fossato pieno d’acqua e ponti levatoi, domina imponente ed elegante il centro cittadino. Fu costruito nel 1385 dal marchese Niccolò II per proteggersi dalle rivolte del popolo stremato da alluvioni, carestie e tasse. Nel Cinquecento divenne residenza ufficiale della corte.

Nel piano seminterrato ci sono due celle anguste dove furono rinchiusi, a causa del loro amore, Parisina Malatesta e Ugo d’Este. Parisina (Laura Malatesta) andò in sposa tredicenne all’anziano Niccolò III d’Este, infedele in modo plateale tanto da riempire le cronache. Dopo sette anni di matrimonio Parisina si innamorò del figliastro Ugo (nato dalla favorita di Niccolò III: Stella de’ Tolomei). Scoperti furono rinchiusi nelle segrete, decapitati e velocemente sepolti.

Al piano nobile, abitato da Lucrezia Borgia, si trova il Giardino (pensile) delle Duchesse, la Cappella Ducale, la Sala dell’Aurora con il soffitto affrescato con le quattro fasi del giorno, la Sala dei Giochi in cui ci sono degli specchi per rendere agevole la visione del soffitto riccamente affrescato, la Sala del Governo in cui il duca riceveva in udienza e altre sale meno importanti.
Palazzo dei Diamanti

Corso Ercole I d’Este fu concepito, da Biagio Rossetti, come una via residenziale di nobili palazzi. All’incrocio fra due assi della zona rinascimentale Biagio Rossetti costruì, per Sigismondo d’Este (1493), Palazzo dei Diamanti. Le sue pareti contano 8.500 pietre marmoree, a forma di diamante (impresa di Ercole I d’Este), che catturano la luce.

Lo sguardo è inevitabilmente diretto verso lo spigolo con un balconcino e paraste scolpite da Gabriele Frisoni. Al piano terra c’è la galleria che ospita interessanti mostre temporanee, come quella che si è conclusa a giugno 2023 sul Rinascimento a Ferrara. Ercole de Roberti e Lorenzo Costa.
Al primo piano è collocata la Pinacoteca Nazionale con opere di Bellini, Ercole de Roberti, Cosmè Tura e altri.
Casa Romei

Splendida dimora rinascimentale. Costruita nel 1442 circa è l’unico esempio di residenza nobile all’epoca di Lionello e Borso d’Este. Giovanni Romei, il proprietario, apparteneva a una famiglia benestante, era l’amministratore delle tenute degli Estensi. Nel suo stemma familiare c’è il cane rampante. Il cortile è un affascinante contaminazione tra elementi medievali e altri rinascimentali. Alla sua morte (1483) Romei lasciò in eredità la dimora al vicino Monastero del Corpus Domini e a quel periodo è riferibile il grande monogramma di Cristo.

Nel 1500 la casa ospitò il cardinale Ippolito II d’Este a cui si deve, al piano terra, la Sala dei Profeti e l’incantevole Sala delle Sibille che tengono in mano i cartigli delle profezie. Anche il camino risale alla prima fase costruttiva. Le sale del piano nobile, con soffitti dipinti, hanno uno stile rinascimentale. Oggi ospitano un interessante museo di pittura e scultura.
Cattedrale

La Cattedrale fu costruita nel XII secolo ed è in stile romanico. Venne poi trasformata in stile gotico nella facciata. Il portale centrale, sotto la loggia, è in stile romanico ed è opera dello scultore Nicholaus.
Il lato che si affaccia sulla piazza Trento e Trieste presenta un porticato con negozi, era un mercato prima che fosse costruita la cattedrale. In alto si possono ammirare una serie di colonnine tutte diverse tra loro. All’interno opere di pregio (Garofalo, Guercino e altri).
Parallela a via Ripagrande, percorrete la suggestiva via delle Volte dove si affacciavano i magazzini dei mercanti. I passaggi aerei servivano, probabilmente, a collegare le case dei mercanti ai magazzini.
Monastero del Polesine

In una via piuttosto nascosta si trova il Monastero di Sant’Antonio in Polesine. Qui, al mattino e alle 15, è possibile vivere un’emozione particolare: le monache di clausura cantano la messa e i vespri in gregoriano. Ad orari precisi è possibile visitare il complesso dove c’è la chiesa riservata alle monache con tre cappelle di scuola giottesca con la rara raffigurazione di Gesù che sale da solo sulla Croce.
3.0 Boutique Rooms

In Emilia Romagna è facile mangiare bene, dallo street food al gourmet. Anche a Ferrara si gustano le paste fresche (cappellacci con zucca, cappelletti, lasagne etc.) e il pasticcio di maccheroncini. Secondo piatto tipico è la salama da sugo (carne di maiale, fegato, lingi suina etc. speziata con vino rosso). Oltre agli animali da cortile la vicinanza alle Valli di Comacchio rende facile la preparazione in vari modi dell’anguilla.

Situata in zona centrale questa dimora elegantemente ristrutturata è un indirizzo da conservare per visitare la città. Il personale della struttura è gentile e disponibile.
Informazioni
Ufficio Informazioni Turistiche
MYFE – Ferrara Tourist card
Permette di visitare quasi tutti i musei cittadini, riduzione per la mostra a Palazzo dei Diamanti, sconti presso esercizi convenzionati ed esenzione tassa di soggiono.
Si acquista presso: Castello Estense, Museo della Cattedrale e Palazzo Schifanoia
Card di 2 giorni (20 euro); 3 giorni (22 euro) e 6 giorni (25 euro).
Dove dormire
3.0 Boutique Rooms
Indirizzo: Via della Sacca, 35, 44121 Ferrara FE
Telefono: 353 432 8758
Ospitata in un edificio in mattoni rossi lungo una strada secondaria lastricata, questa struttura confortevole dista 6 minuti a piedi dal Castello Estense, risalente al XIV secolo, e 2 km dalla stazione ferroviaria di Ferrara e dal Museo archeologico nazionale di Ferrara. Le camere confortevoli, con elementi rustici come soffitto di travi in legno, sono dotate di aria condizionata, Wi-Fi, TV, minibar e bagno interno. La struttura offre parcheggi con stazioni di ricarica per auto elettriche e il noleggio e deposito biciclette.
Ottimo rapporto qualità/prezzo.