Il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart al Wiener Staatsoper
A Vienna una rappresentazione in cui sono stati protagonisti il canto, la musica e l’arte
Wiener Staatsoper, 11 ottobre 2024. Una volta che sei stato all’Opera di Stato di Vienna, tempio della musica, ci ritorni. Difficile rinunciare all’emozione di salire la scalinata tra le statue delle Sette Arti Liberali di uno dei più importanti teatri d’opera del mondo, in cui ogni stagione vengono proposte 350 rappresentazioni di oltre 60 opere e balletti diversi. In scena il Don Giovanni (titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527), opera lirica in due atti (commissionata dall’imperatore Giuseppe II) di Wolfgang Amadeus Mozart. Composta tra il marzo e l’ottobre del 1787, quando il compositore austriaco aveva 31 anni. È il secondo dramma giocoso (oscilla tra tragedia e commedia), su libretto di Lorenzo Da Ponte, composto dopo Le nozze di Figaro (K 492) e preceduto da Così fan tutte (K 588).
La famosa ouverture, per quanto ascoltata molte volte, ogni volta scalda l’anima: tre parti, una andante con moto (ripetuto nella penultima scena quando la statua del Commendatore entra nella casa di Don Giovanni e la seconda un Allegro di carattere festoso). Già nella prima aria Notte e giorno faticar (ambisce a essere un padrone “… e non voglio più servir”) cantata da Leporello (interpretato dal bravo Peter Kellner) si comprende il carattere del personaggio, ironico, insolente e sottomesso al padrone, Don Giovanni.
L’orchestra, diretta dal maestro Oleg Ptashnikov, sottolinea abilmente le scene. I caratteri dei personaggi sono stati ben interpretati dai protagonisti. Dai personaggi quasi comici e bucolici, i contadini Masetto (Ilja Kazakov) e Zerlina (Patricia Nolz), semplici ma eticamente fermi, alla serietà affettata del talentuoso tenore Don Ottavio (Bogdan Vokov) che nel secondo atto ha dato prova della sua estensione vocale. Masetto è disposto a difendere a tutti i costi Zerlina mentre Don Ottavio, “in pochi istanti vendicarvi prometto” in realtà non vendicherà mai Donna Anna (Louise Alder). Alcuni spettatori sono rimasti perplessi dai costumi moderni (Giornata di Katrin Lea) e dalle scene minimaliste dell’opera. Una scelta che ha evitato orpelli per dare spazio solo al canto, protagonista della serata.
Il dissoluto cerca di svilire le protagoniste femminili, il soprano Donna Anna e Donna Elvira (Nicole Car), che invece Mozart con la sua musica sublima in eroine.
Don Giovanni (il bravo baritono Davide Luciano) si introduce mascherato in casa di Donna Anna per sedurla, arriva in suo soccorso il padre, il Commendatore (Ante Jerkunica) che lo sfida a duello e ne viene ucciso. Donna Anna e il suo fidanzato Don Ottavio trovano solo il corpo del Commendatore e lei si fa promettere che lui vendicherà il padre. Entra in scena Donna Elvira, sedotta con false promesse e abbandonata dal libertino, lo cerca disperata d’amore per tutti i due gli atti. Don Giovanni in una celere aria elenca la serie delle donne conquistate in tutto il mondo: 640 in Italia, 231 in Germania, 100 in Francia, 91 in Turchia e in Spagna 1003.
Masetto e Zerlina celebrano l’amore e le loro prossime nozze, ma Don Giovanni, con sotterfugi e la complicità di Leporello, invita Zerlina al suo castello. Arriva Don Elvira che mette in guardia Zerlina. Don Ottavio e Donna Anna chiedono aiuto a Don Giovanni per trovare l’assassino sconosciuto del Commendatore. Il libertino fa passare Elvira per pazza. Donna Anna riconosce nel comportamento l’assassino di suo padre. Zerlina tenta di rabbonire la gelosia di Masetto. Don Giovanni organizza la festa a cui partecipano Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio travestiti. Don Giovanni si apparta con Zerlina e tenta di far credere che sia Leporello il colpevole. Il padrone e Leporello si cambiano i vestiti. Leporello deve tenere occupata Donna Elvira.
Nel secondo atto la scena si trasforma in una foresta pietrificata, un deserto grigio e roccioso, un riferimento (ci piace pensare che sia stata una scelta estetica e intenzionale dell’abile regista, Barrie Kosky) al pittore tedesco Caspar David Friedrich. In particolare alla sua opera Il mare di ghiaccio del 1824, un paesaggio fortemente simbolico che raffigura un naufragio nell’Oceano Artico. Il suo sottotitolo “Naufragio della Speranza” ben rappresenta l’inutile tentativo di Elvira come del Comandante, di far cambiare vita al libertino. Il paesaggio corrisponde perfettamente al dramma. Schiller affermava: “il mondo è perfetto dappertutto, ovunque non giunga l’uomo con il suo tormento”. Il mare della vita è diventato ghiaccio come il gelo della mano del Commendatore. Nel dipinto di Friedrich non c’è più azione ma il silenzio, il sepolcro come nella fine dell’opera di Mozart.
Don Giovanni riesce a prendere le armi di Masetto e lo picchia. Zerlina trova l’uomo ferito e lo cura. Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, scambiano Leporello per il padrone e vogliono ucciderlo. Don Giovanni racconta le sue ultime avventure. La voce del Commendatore lo ammonisce. Don Giovanni lo beffeggia e chiede a Leporello di invitarlo a cena. Il Commendatore accetta. Donna Elvira esorta Don Giovanni, che la deride, a cambiare vita. Entra il Commendatore e propone al libertino un contro-invito.
Don Giovanni afferra la mano tesa e rimane scioccato dal suo gelo. Anche il Commendatore lo esorta a pentirsi e a cambiare vita ma lui rifiuta. Don Giovanni crolla e Donna Anna, Donna Elvira, Don Ottavio, Zerlina e Masetto giungono per portare Don Giovanni alla sua giusta punizione. La compagnia si disperde.
Informazioni
Wiener Staatsoper
Telefono +43 1 514 44 2250 (Lunedì – Venerdì 10:00 – 15:00 )
Email: information@wiener-staatsoper.at
Indirizzo: A Opernring 2, 1010 Vienna