La Casa dei Vettii riapre al pubblico dopo 20 anni

La Casa dei Vettii riapre al pubblico dopo 20 anni

La splendida domus, simbolo di Pompei (sito UNESCO), apparteneva a due liberti (ex schiavi) divenuti ricchi grazie al commercio del vino

Ieri il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è intervenuto alla cerimonia di riapertura della domus, magnificamente restaurata, al Parco archeologico di Pompei: “La riapertura della Casa dei Vettii è il coronamento di un percorso pluriennale di pieno recupero degli Scavi di Pompei. Da oggi il pubblico potrà tornare ad ammirare un ambiente unico nel suo genere, inaccessibile da vent’anni. Ringrazio il personale del parco archeologico per aver reso possibile questo autentico regalo al mondo”. Erano presenti al taglio del nastro anche il Direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna, e il Direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano
Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano

Un altro traguardo importante del processo di “studio, tutela e valorizzazione secondo il modello del museo diffuso” così come lo ha definito il direttore Gabriel Zuchtriegel. Pompei è il secondo sito archeologico più visitato d’Italia. Per questo il Parco Archeologico ha ottenuto, con la precedente legislatura, l’approvazione di un cospicuo piano strategico (900 milioni di euro) per lo sviluppo socio-economico e la riqualificazione dell’area tra Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Anche questa riapertura è il risultato delle attività di ricerca e restauro e dell’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale.

Il Grande Progetto Pompei, per la manutenzione e sicurezza degli scavi, continua a stupire per le sue iniziative e scoperte. Come quelle recenti della stanza degli schiavi nella villa di Civita Giuliana, gli arredi della domus del Larario (dedicato al culto dei numi tutelari) nella regio V, rinvenuti la scorsa estate. Alcune campagne di restauro hanno consentito la riapertura progressiva di alcuni spazi come la Casa di Cerere con il busto della dea della fertilità (visitabile dallo scorso giugno). A seguito del restauro e della valorizzazione del reperto oggi si può vedere lo scheletro del cavallo rinvenuto da Amedeo Maiuri nel 1938.

La casa dei Vettii, peristilio
La casa dei Vettii, peristilio

La capitale è ricca di archeologia, storia, arte e musei ma per rivivere la vita quotidiana, entrare in una casa, in un mercato, ammirare pavimenti in mosaico, affreschi e fontane, e non semplicemente camminare tra rovine è importante visitare Pompei. Sessantasei ettari di città (di cui solo 44 portati alla luce) che l’eruzione, la cenere ha preservato, a volte insieme ai resti dei suoi abitanti, di cui ancora oggi si possono vedere i calchi. Pompei vanta una lunga storia che inizia dal VI secolo a.C. quando nella zona c’erano città greche ed etrusche. Nel V secolo a.C. è dominata dai Sanniti. Il II è il “secolo d’oro” di Pompei. Con l’eruzione del 79 d.C. la città, con i suoi templi, teatri, terme e residenze signorili appare congelata.

Stanza degli Amorini
Stanza degli Amorini

È stata un’emozione indescrivibile entrare e poter ammirare una meraviglia architettonica e pittorica dopo tanti anni e un restauro (iniziato nel 2016 sotto la direzione di Massimo Osanna) a cui hanno collaborato archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, strutturisti e esperti di giardinaggio. Il risultato, di uno dei cantieri più complessi nell’ambito dei beni archeologici degli ultimi anni, è stupefacente.

Una delle difficoltà maggiori incontrate dai restauratori è stata la rimozione di strati di cera, apportati sugli affreschi in passato allo scopo di proteggerli e renderli più luminosi. Un metodo che, nel tempo, ha oscurato molti particolari delle pitture, risultando in tal modo dannoso.

La casa dei Vettii, scavata tra il 1894 e 1896, apparteneva a due liberti. Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, probabilmente divenuti ricchi con il commercio del vino. La domus è un’abitazione signorile con uno sfarzoso arredo pittorico e scultoreo. La casa riflette allo stesso tempo la ricchezza del territorio, dove si produceva il vino per l’esportazione in tutto il Mediterraneo. Allo stesso tempo è l’espressione della mobilità sociale, che consentiva a due ex schiavi di salire ai livelli più alti della società locale, sebbene grazie al denaro.

La casa dei Vettii conserva un meraviglioso ciclo di affreschi del IV stile (55 circa – 79 d.C.). Che questa domus non sia una residenza comune è evidente già all’ingresso. Ad accogliere il visitarore, accanto allo stipite destro della porta verso l’atrio, è raffigurato un Priapo che, con il suo membro enorme, è una chiara indicazione della prosperità e ricchezza degli abitanti della casa. Il personaggio è raffigurato mentre pesa il suo membro su un piatto da bilancia, sull’altro piatto, a fare da contrappeso, sta una borsa piena di soldi.

Il peristilio (giardino colonnato) a diciotto colonne circonda il giardino arricchito da sculture adibite a fontane che, all’epoca, ricreavano un suggestivo sistema giochi d’acqua. I soggetti sono riferibili a Dioniso e al suo seguito: satiri, puttini e bambini allusivi alla forza propiziatrice della Natura, che rimandano a modelli iconografici di tradizione ellenistica. Lungo il portico e tra le colonne si trovano: Dioniso, un Satiro con otre, due puttini in bronzo che sorreggono anatre, due eroti con le mani legate, un bambino seduto a terra con coniglio e un Satiro con anfora.

Ad arredare l’ameno giardino c’erano mense, tavolini, vasche in marmo a cui si aggiungono due pilastrini con doppie erme. Su una di queste sta Dioniso e Arianna, sull’altra un Sileno e una menade. Oggi le sculture in situ sono copie per preservare quelle originali conservate negli spazi espositivi e nei depositi del Parco archeologico.

La casa dei Vettii

Le stanze più decorate, testimonianza della ricchezza e del livello culturale dei proprietari, si trovano lungo il peristilio. Il più famoso ciclo pittorico della domus si trova nel salone, che si apre sul portico: La stanza degli Amorini. Nella zona superiore delle pareti i poeti sono circondati da muse, menadi e satiri musicanti. Nella zona mediana troviamo candelabri e tripodi in oro che definiscono alcuni pannelli, in splendido rosso pompeiano, decorati con coppie di figure in volo. Sullo zoccolo sono raffigurate sacerdotesse, Amazzoni, menadi e satiri al di sopra dei quali ci sono quadretti con scene di sacrificio a Diana.

La sala di Penteo
La sala di Penteo

Ma le scene che danno il nome alla sala, e che attirano maggiormente l’attenzione dei visitatori, sono quelle del fregio dipinto al di sopra dello zoccolo. Una lunga teoria di Amorini raffigurati nelle più diverse attività e mestieri: fiorai e venditori di corone, fabbricanti e commercianti di profumi, orefici e cesellatori, panettieri e vendemmiatori. Un’atmosfera giocoso e gaudente in cui troviamo gli Amorini impegnati in divertenti competizioni.

Penteo dilaniato dalle menadi
Penteo dilaniato dalle menadi

La sala di Penteo, in IV stile, è decorato con grandi quadri in cui sono raffigurati: il supplizio di Dirce da parte di Zeto e Anfione, figli di Giove e Antiope; Ercole bambino che strozza i serpenti inviatigli da Giunone (parete sinistra). Sul pannello di fondo, Penteo, re di Tebe, è dilaniato dalle menadi, per aver offeso Dioniso. Alle sue spalle una menade sta per infliggergli il colpo finale, scagliandogli sulla testa una grossa pietra.

La sala di Issione
La sala di Issione

La sala di Issione è un triclino che si apre direttamente sul giardino. È concepita come una pinacoteca. Sul fondo è raffigurato il re Issione di fronte a Era seduta in trono, che guarda la scena indicatale da Iside. Efesto è impegnato ad attivare la ruota a cui, per mano di Ermes e volere di Zeus, sarà legato Issione mediante dei serpenti. Il re tessalo, colpevole di avere tentato di oltraggiare Era, fu condannato a girare in eterno nella volta celeste.

La casa dei Vettii

Sulla parete destra è rappresentato Dioniso che svela Arianna addormentata. Mentre Teseo fugge con la sua nave. Pochi nudi di donna sono così sensuali come quelli della pittura pompeiana o quelli di Giulio Romano. Sulla parete sinistra, invece, è raffigurato Dedalo che presenta a Pasifae (moglie di Minosse, re di Creta) la vacca di legno. Questa diventerà l’alcova dove la regina concepirà il Minotauro.

Larario con i numi protettori della casa
Larario con i numi protettori della casa

Il gineceo, deve il suo nome ad Amedeo Maiuri, poiché la sua posizione appartata faceva supporre che fossero appartamenti femminili. In effetti si tratta di due stanze finemente decorate, affacciate su quello che era un giardino porticato e dotato di vasca. Nel triclinio è rappresentata Auge (sacerdotessa di Atena) che, intenta a lavare il sacro peplo della dea, viene sorpresa e sedotta da Eracle ebbro. Da questa unione nacque Telefo.

Eutychis Graeca a(ssibus) II moribus bellis
La scritta: Eutychis Graeca a(ssibus) II moribus bellis

Ma ogni casa, a Pompei e altrove, racconta le storie di chi ci ha vissuto. Come ha sottolineato Gabriel Zuchtriegel (direttore del Parco archeologico di Pompei): “La casa dei Vettii è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la ‘casa museo’ della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione, da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società.”

Un ambiente adiacente alla cucina è decorato, alle pareti, dai noti quadretti erotici. Situato nel quartiere servile, in passato, era dotato di una porta di ferro per consentirne l’accesso ai soli uomini adulti. Ora la porta è stata rimossa. L’iscrizione in cui una donna di nome Eutychis, “greca e di belle maniere”, veniva offerta per due assi. Eutychis Graeca a(ssibus) II moribus bellis. Tale iscrizione, insieme alle immagini, ha suffragato l’ipotesi che l’ambiente fosse utilizzato per la prostituzione.

La casa dei Vettii
La casa dei Vettii

Sono state utilizzate, per la copertura della domus e del peristilio, tegole fotovoltaiche che garantiscono l’autonomia energetica. Il vivaio, che sorge nel giardino della Casa di Pansa, è un centro di produzione di diverse specie della Flora Pompeiana difficilmente reperibili in altri centri di produzione e propagazione di piante. Il Parco punta, sul modello del Parco Archeologico del Colosseo, a recuperare la dimensione rurale dell’area. Già 150 pecore brucano l’erba in regime di eco-pascolo. In tal modo contribuiscono al mantenimento del prato e alla concimazione del terreno. 

Il Parco ha in programma di aumentare significativamente entro l’anno, raddopiandoli, gli ambienti visitabili. Inoltre sono previsti investimenti per migliorare l’offerta gastronomica e di ospitalità del Parco.

Informazioni

Parco archeologico di Pompei

Orari e tariffe

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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