Can che abbaia non morde, il debutto “a quattro zampe” di Bong Joon-Ho

Can che abbaia non morde, il debutto “a quattro zampe” di Bong Joon-Ho

Il film di esordio girato nel 2000, e mai uscito in Italia, del regista vincitore dell’Oscar per Parasite, da oggi al cinema

In Can che abbaia non dorme (Barking Dogs Never Bite) il protagonista, Yoon-ju, è un assistente universitario che aspira a diventare docente ma è bloccato a causa dell’ambiente corrotto in cui non esiste meritocrazia. A questa situazione di forte stress si aggiunge anche l’abbaiare continuo dei cani del suo condominio.

Can che abbaia non morde

Con la scusa che nel condominio dove abita non sono ammessi i “nostri migliori amici” prova a farsi giustizia da solo rapendo un cane trovato incustodito sul pianerottolo. Da qui seguono molteplici situazioni al limite del grottesco. Si scopre che il cane rapito aveva le corde vocali recise e quindi non poteva essere lui ad abbaiare. Mentre il portiere, una volta trovato il cane, prova a cucinarlo.

Can che abbaia non morde

Inoltre la ragazza del protagonista, come una beffa del destino, torna a casa con un cane di piccola taglia che ha deciso di adottare per farle compagnia durante la gravidanza. Infine c’è la segretaria dell’amministratore del condominio, Hyun-nam, che assisterà al lancio dal tetto, da parte di Yoon-ju, di un altro cane di un’anziana signora del condominio.

Can che abbaia non morde

Hyun-nam, che sogna di diventare una star della televisione, si improvviserà detective per risolvere il caso dei cani scomparsi. Alla fine, inconsapevolmente, si ritroverà, avendo visto Yoon-ju soltanto da dietro, ad aiutarlo nella ricerca del cane scomparso della sua ragazza. Però perderà il lavoro e la tv taglierà la sua intervista nel servizio sul caso dei cani scomparsi.

Can che abbaia non morde

Nel film è evidente l’aspra critica – punto di partenza di tutti i film del regista – al classismo della società coreana, ossessionata dalla scalata sociale a tutti i costi. La divisione tra ricchi e poveri è difficilmente superabile partendo dal basso. Bong Joon-Ho rappresenta nella sua filmografia modelli comuni. Il microcosmo del condominio è abitato da persone stralunate, contornate anche da leggende. Come dimostra la storia dell’idraulico morto nelle cantine del palazzo raccontata dal portiere.

Tutto questo dimostra come già vent’anni fa questa società fosse lontana dall’immagine di comunità perfetta che intendeva mostrare nascondendo le sue pecche e le donne in gravidanza vengono licenziate. Il regista racconta tutto questo con ironia e comicità

Bong Joon-Ho ha detto: “Invece di essere diretto sulle tematiche e sulle idee che voglio trasmettere tramite i miei film, preferisco inserire anche le tematiche più “forti” in un contesto comico. Penso sia più efficace per trasmettere il messaggio. Fa ridere, ma si percepisce sempre una lama affilata nascosta da qualche parte e che potrebbe colpire da un momento all’altro”.

Can che abbaia non morde

Seppure al debutto Bong Joon-Ho si distingue per la regia e per le inquadrature. Una su tutte: l’inseguimento del cane da parte del protagonista traballante come fosse il punto di vista dell’animale. Il ritmo del Can che abbaia non morde è incalzante anche se con il limite, nel montaggio, dell’eccessiva lunghezza di alcune scene. Non è all’altezza della pellicola con cui si è aggiudicato l’Oscar ma si intravedono già, nel regista trentenne, le qualità e le premesse importanti che fanno di Bong Joon-Ho un regista di alto profilo.

Can che abbaia non morde – Voto 7,5 (max 10)

Informazioni

P.F.A. Films ed Emme Cinematografica

Gianluca Furbetta

Freelance. Appassionato di cinema, enogastronomia e comunicazione. Dai gusti semplici, si accontenta del meglio. Laureato in Scienze delle comunicazioni (La Sapienza) e Master in comunicazione enogastronomica (Gambero Rosso). Email: gianluca.furbetta@gmail.com

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