“Bosch e un altro Rinascimento”, il lato onirico e stravagante del Cinquecento

“Bosch e un altro Rinascimento”, il lato onirico e stravagante del Cinquecento

Milano. A Palazzo Reale il mondo fantastico e visionario di Jheronimus Bosch in mostra fino al 12 marzo

Dopo le tre importanti mostre (nella città natale, al Prado di Madrid e a Palazzo Ducale a Venezia), in occasione dei 500 anni dalla morte di Jheronimus Bosch (vissuto tra il 1450 circa e il 1516 a ‘s-Hertogenbosch – Boscoducale), si snoda a Palazzo Reale un itinerario fantastico con un centinaio di opere d’arte: dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern. “Bosch e un altro Rinascimento” riesce a creare ciò che Charles Baudelaire definiva “una magia suggestiva che accoglie insieme l’oggetto e il soggetto”.

Il corpus pittorico di Bosch presenta ancora molte perplessità riguardo l’autografia, la cronologia e ammonta a una ventina di opere certe. Proprio perché poche e preziose difficilmente le opere di Bosch lasciano i musei cui appartengono per cui raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in una esposizione. In particolare a Milano sono esposti cinque capolavori assoluti del genio fiammingo.

Bosch, Trittico dei santi eremiti, c. 1495 - 1505
Bosch, Trittico dei santi eremiti, c. 1495 – 1505

Nella prima sezione si viene accolti dal Trittico degli Eremiti delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. L’opera era di proprietà del cardinale Domenico Grimani, collezionista fra i più importanti del Cinquecento e tra i pochissimi a possedere opere di Bosch in Italia. Grazie al gusto collezionistico dei Grimani sono presenti in Italia ben tre capolavori di Bosch.

È il cronista Marcantonio Michiel a parlare delle tavole nella collezione veneziana del cardinale Domenico Grimani che, con ogni probabilità, possedeva il Trittico dei Santi Eremiti insieme ad altri suoi dipinti.
Già la prima sala è una immersione nel mondo bizzarro, onirico, infernale abitato da creature mostruose di Jheronimus Bosch. Si è inghiottiti in un’altra dimensione.

Bosch e un altro Rinascimento Bosch, Trittico delle tentazioni di Sant'Antonio, c. 1500
Trittico delle tentazioni di Sant’Antonio, c. 1500

Milano per la prima volta – sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco – rende omaggio a Bosch e alla sua fortuna nell’Europa meridionale con un progetto che persegue una tesi affascinante. Bosch, secondo i curatori, è il simbolo di un Rinascimento ‘alternativo’. Diverso e lontano dal mito della classicità ed equilibrio del Rinascimento tosco-romano. L’artista fiammingo, insieme ad altri, sarebbe la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa.

Bosch e un altro Rinascimento Bosch

Questa tesi è corroborata non solo dai capolavori di Bosch ma anche dalle opere derivate da soggetti del Maestro che non sono state mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra. Proprio questa rete di riferimenti e rimandi tra i suoi predecessori e i suoi seguaci, il dialogo tra le opere esposte di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, formano un tessuto diverso e alternativo al classico Rinascimento. Questa immagine di Bosch come pittore di scene ridicole, “pictor gryllorum” (Karel van Mander, il “Vasari olandese”), viene adottata in Italia e in Spagna.

Bosch e un altro Rinascimento Bosch

Si viene catturati dai particolari alchemici e fantasiosi dei dipinti. La ricchezza del campionario di mostriciattoli, ibridi, naturalia e artificialia impone al visitatore soste prolungate davanti al dipinto o continui ritorni. Un mondo fantastico e infernale che corrispondeva al gusto per il “curioso” dell’epoca che aveva la sua espressione nella Wunderkammer, camera delle meraviglie, ovvero una collezione di reperti spettacolari e rari con cui stupire gli ospiti.

In mostra è possibile ammirare il monumentale Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, un’opera che ha lasciato il Portogallo solo un paio di volte nel corso del Novecento e che è giunta in Italia per la prima volta.

Bosch e un altro Rinascimento Bosch - Leonardo da Vinci, Libretto d'appunti autografo (Codice Trivulziano 2162), ultimo quarto XV secolo
Leonardo da Vinci, Libretto d’appunti autografo (Codice Trivulziano 2162), ultimo quarto XV secolo

In quest’opera Bosch popola scenari notturni, illuminati da incendi, abitati da mostriciattoli, ibridi, strane costruzioni e personaggi bizzarri. Il santo appare più volte in questo contesto sconvolgente – sollevato in aria, vessato dai diavoli e tentato da una donna nuda – ma sempre fermo nella sua fede.

In un mondo ostile e diabolico il santo è identificato con Gesù, “Antonio alter Cristo”. La presenza del demonio è attestata dall’inversione, un mondo alla rovescia. La fuga in Egitto è rappresentata dal gruppo di destra della tavola centrale, dove un vecchio sta insieme a una donna-pesce con un bambino, su un topo gigante. L’opera fu scoperta a Lisbona soltanto nel 1888 e sulla commissione ci sono solo ipotesi. Ebbe così successo che se ne contano una quarantina di copie.

Scuola di Battista Dossi, Il sogno, c. 1590
Scuola di Battista Dossi, Il sogno, c. 1590

Il Trittico dei Santi Eremiti probabilmente entrò a far parte della collezione di Domenico Grimani dopo il 1516, anno della morte di Bosch. San Girolamo, con l’abito cardinalizio, è raffigurato nel deserto. A destra sant’Egidio con la cerva che lo nutrì durante il suo eremitaggio. La tavola a sinistra con sant’Antonio presenta solo delle connessioni tematiche e non appare collegata alle altre due. Il santo è tentato dalla lussuria e dalla donna nuda; il paesaggio è popolato da mostriciattoli demoniaci.

Bosch e un altro Rinascimento - Albrecht Dürer, Il mostro marino (particolare), c. 1498
Albrecht Dürer, Il mostro marino (particolare), c. 1498

Proprio per la fragilità e dello stato di conservazione due opere del Museo Lázaro Galdiano di Madrid (Meditazioni di san Giovanni Battista e La Visione di Tundalo) è previsto che rientrino nelle loro sedi museali prima della chiusura della mostra. Nelle Meditazioni le analisi radiografiche hanno rivelato la figura di un donatore inginocchiato, in seguito coperto, per un ripensamento, da una complicata struttura vegetale. L’apparente calma è messa in discussione dagli animali sullo sfondo. In basso sulla destra sta l’agnello, attributo del santo.

Bosch e un altro Rinascimento - Bottega di Jheronimus Bosch, La visione di Tundalo, c. 1491 - 1525
Bottega di Jheronimus Bosch, La visione di Tundalo, c. 1491 – 1525

La diffusione delle immagini ‘alla Bosch’, affermatasi in Spagna e nell’Italia del Cinquecento, è rinvenibile soprattutto nelle stampe. In mostra una decina di incisioni di Pieter Bruegel il Vecchio (il più importante seguace di Bosch) che confermano la fama di Jheronimus. Ma il gusto per le immagini inquietanti, notturni, incendi, scene di stregoneria, oniriche e magiche, divennero una vera e propria moda. Un gusto per l’eccentrico e il bizzarro è rintracciabile in opere come lo Stregozzo di Marcantonio Raimondi o Agostino Veneziano, il Mostro marino (1498) di Albrecht Dürer e il capolavoro editoriale di Aldo Manuzio con le sue belle 172 xilografie: la Hypnerotomachia Poliphili (1499) di Francesco Colonna. Anche Leonardo da Vinci diede libero sfogo, nei suoi disegni, alla passione per la caricatura e il bizzarro (vedi le teste e le grottesche del Codice Trivulziano 2162).

Bosch e un altro Rinascimento - Marcantonio Raimondi, Il sogno di Raffaello, c. 1509
Marcantonio Raimondi, Il sogno di Raffaello (particolare), c. 1509

Il linguaggio fantastico e onirico di Bosch, e dei suoi seguaci, instaurò nell’area mediterranea un ‘altro Rinascimento’, parallelo a quello classico. In La visione di Tundalo, tratto da un poema medievale, il sogno (come quello di Scuola di Battista Dossi) diventa incubo. Si tratta del viaggio iniziatico di tre giorni di un cavaliere irlandese del XII secolo, Tundalo (raffigurato dormiente in basso a sinistra), nell’aldilà. Questo dipinto come altre opere sono l’esito di un rinnovato interesse per il tema del sogno.
Una sezione è dedicata alle raffigurazioni di riti magici, soprattutto in voga con la ripresa dei processi di stregoneria alla fine del Quattocento (frutto di pregiudizi misogini). Queste determinarono la definizione di Eugenio Battisti (1962) di “antirinascimento”.

Bosch e un altro Rinascimento - Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria del Fuoco (particolare), 1608
Jan Brueghel il Vecchio, Allegoria del Fuoco (particolare), 1608

La proliferazione di oggetti rari, bizzarri e preziosi che caratterizza la moda delle collezioni eclettiche tipiche del gusto internazionale cinquecentesco viene evocata nell’ultima sala, allestita come una originale Wunderkammer. Una trentina di oggetti bizzarri e di gusto eclettico rimandano a un confronto con la rappresentazione surreale di uno dei capolavori più complessi di Bosch: Il giardino delle delizie. Opera presente in mostra nella doppia versione di un dipinto coevo e di un arazzo.

Giuseppe Arcimboldo, Vertumnus, c. 1590
Giuseppe Arcimboldo, Vertumnus, c. 1590

Particolarmente famose erano le Wunderkammern degli ultimi sovrani d’Asburgo e in particolare di Rodolfo II d’Asburgo. Il gusto per lo stravagante e il bizzarro raggiunse il suo acme con Giuseppe Arcimboldo, a cui le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini hanno dedicato una mostra. L’artista milanese, al servizio degli Asburgo (che prediligevano Bosch e collezionavano le sue opere), era noto per le sue teste composte e reversibili. Famoso il ritratto dell’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II, Vertumno (un eccezionale prestito del Castello di Skokloster, Svezia), presente in mostra all’interno della wunderkammer riprodotta.

Qui l’imperatore è raffigurato quale nuova divinità delle stagioni, che sovrintende all’abbondanza per i popoli del suo impero. Collegando così il casato d’Asburgo a una nuova età dell’oro. Frutti, verdure e fiori raffigurano il suo volto con arguzia e spirito faceto. Nel 1591 Arcimboldo invia all’imperatore Rodolfo II questo ritratto. Lo accompagna con un poema in cui spiega l’accostamento con il dio romano delle stagioni.

Jheronimus Bosch, Giudizio Finale, c. 1500
Jheronimus Bosch, Giudizio Finale, c. 1500

Altro importante prestito, frutto di uno scambio con la città di Bruges, è l’opera monumentale del Maestro, proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il Trittico del Giudizio Finale, che originariamente faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Grimani (nipote del cardinale Domenico Grimani). Porta la firma del pittore. Sono raffigurati: a sinistra il Paradiso, al centro il giudizio finale e a destra l’inferno. Quest’ultimo però non è circoscritto ma si estende anche nella tavola centrale. Cristo in alto è racchiuso in una sfera, sotto il mondo è in fiamme e il giudizio sembra superfluo e scontato per un mondo che vive nel peccato.

Viene proposto anche il raffronto tra i quattro arazzi boschiani dell’Escorial e il cartone dell’Elefante, proveniente dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, modello per il quinto arazzo oggi perduto. La serie di arazzi “alla maniera di Bosch” apparteneva al cardinale Antoine Perrenot de Granvelle, consulente artistico ed educatore di Filippo II d’Asburgo, ovvero la famiglia dominante nell’Europa dell’epoca e collezionista di opere di Bosch. In questi preziosi tessuti, dalle raffinate bordure floreali, si combinano architetture classiciste e l’immaginario visionario boschiano.Sono poste in relazione il classico e le sue alternative.
La serie princeps degli arazzi, che includeva anche L’assalto dell’elefante (che qui è rievocato da un cartone dell’analogo dipinto), apparteneva a Francesco I di Valois.

Manifattura di Bruxelles, da Jheronimus Bosch, Le tentazioni di sant'Antonio: Sant'Antonio in preghiera (particolare), c. 1550-70
Manifattura di Bruxelles, da Jheronimus Bosch, Le tentazioni di sant’Antonio: Sant’Antonio in preghiera (particolare), c. 1550-70

Il dipinto Le tentazioni di sant’Antonio fu una delle prime opere di Bosch a essere donata da Filippo II al Monastero dell’Escorial. L’arazzo con il Giardino delle delizie (Manifattura di Bruxelles), particolarmente prezioso per la qualità della sua esecuzione e per le fibre pregiate, è più grande del dipinto originale. Le cornici classicheggianti inquadrano paesaggi popolati dal repertorio di essere bizzarri di Bosch. Qui le due anime del Rinascimento convivono.

Jheronimus Bosch, Le tentazioni di sant'Antonio (particolare), c. 1500
Jheronimus Bosch, Le tentazioni di sant’Antonio (particolare), c. 1500

I curatori della mostra “Bosch e un altro Rinascimento” sono: Bernard Aikema (già professore di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona), Fernando Checa Cremades (professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado) e Claudio Salsi (direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano).

La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE CulturaGruppo con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto.

Si consiglia vivamente, per una migliore visione e godibilità, di visitare la mostra in un giorno feriale (meno affollato) in quanto la necessità di una visione ravvicinata delle opere crea soste, a volte prolungate, di molti visitatori davanti a un unico dipinto.

Informazioni

Bosch e un altro Rinascimento
Palazzo Reale
Indirizzo: Piazza del Duomo, 12 – Milano
T:+39 02 884 45 181 (lun-ven dalle 9 alle 16)
Orario: Lunedì chiuso. Da martedì a domenica ore 10:00-19:30 giovedì chiusura alle 22:30. Ultimo ingresso un’ora prima.
Biglietti: Audioguida inclusa. Open: € 17,00. Intero: € 15,00. Ridotto: € 13,00
Email: c.mostre@comune.milano.it
Infoline: 02 54912

Antonella Cecconi

Viaggi-cultura dipendente. Amo raccontare luoghi, persone, arte e culture. Innamorata dell'orizzonte non potrei vivere senza nuove destinazioni, arte, mare e la mia porta per l'altrove: i libri. I regali più graditi: un biglietto per un viaggio o un libro. Segni distintivi: una prenotazione in tasca, un libro nell'altra e un trolley accanto al letto. antonella@nomadeculturale.it

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